2025-01-22
Parigi punta all’egemonia sulla Ue. «Ora serve autonomia nella difesa»
Il Pd regge la coda alla Francia. Giorgia Meloni telefona al capo del Consiglio europeo Antonio Costa.Parola chiave: difesa comune. La invocano in molti in Europa, ma ognuno per un motivo diverso. I più interessati restano i francesi che tornano a parlarne con il pretesto dell’insediamento di Donald Trump. Il ministro della Difesa francese, Sebastien Lecornu, si è appellato all’Unione europea affinché «definisca finalmente un quadro di autonomia europea» nel settore della difesa comune. «Forse la brutalità delle parole del presidente (americano, ndr) può finalmente condurre ad uno shock e ad una presa di coscienza degli Stati europei», ha commentato, aggiungendo che «da tanti decenni c’è stata la tentazione di mettersi sotto l’ombrello nucleare americano». Lecornu si è quindi rivolto alle capitali Ue affinché sviluppino la loro industria della difesa, ritenendo che «voler acquistare più armi dagli Stati Uniti è un controsenso storico». Il ministro ha poi preso le distanze dal vicepresidente della Commissione Ue, Stéphane Séjourné, che ha evocato ieri una forma di accordo con Trump sulla difesa europea in cambio di una pace sui dazi. «Non baratteremo la nostra sicurezza contro hamburger e auto tedesche», ha ammonito il ministro francese. Il giorno prima, lo stesso presidente francese Emmanuel Macron, era tornato a sollecitare un «risveglio strategico» europeo per fronteggiare le sfide che attendono l’Europa al varco, «se il nostro alleato americano» dovesse disimpegnarsi dal Vecchio continente. Lo scopo dell’Eliseo è sempre lo stesso: monopolizzare il settore difesa in Europa e quindi il suo mercato. Il Partito democratico come spesso accade, e in scia con il capo dello Stato Sergio Mattarella, va dietro a Parigi. Lo stesso leader dem Elly Schlein ieri commentando l’insediamento del presidente americano ha detto che per fronteggiare le minacce di Trump, tra le altre cose, bisogna ricorrere alla difesa comune.Il presidente del Ppe Manfred Weber in conferenza stampa a Strasburgo ha detto: «Dobbiamo fare il nostro compito sulla difesa». Anche il leader ucraino Volodymr Zelensky, che sogna di entrare in Europa, dal World Economic Forum di Davos si è naturalmente interessato del tema. «Adesso non è nemmeno certo se l’Europa avrà un posto al tavolo quando finirà la guerra in Ucraina. Donald Trump ascolterà l’Europa o negozierà con la Russia e la Cina senza l’Ue? L’Europa deve fare di più, iniziare ad occuparsi di sé stessa, perché sia ascoltata nel mondo. Abbiamo bisogno di una politica di sicurezza comune con una spesa militare dedicata: se serve il 5% allora sarà il 5%. Non bisogna giocare con le emozioni delle persone, ospedali o difesa, non è giusto». Intanto, oltre le parole, i fatti. Il premier Giorgia Meloni, rientrata dalla sua visita a Washington in occasione dell’insediamento di Trump, ha telefonato al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa in vista del vertice informale del prossimo 3 febbraio sulla difesa europea, per sottolineare l’esigenza di rafforzare concretamente il pilastro europeo della Nato, anche sul fronte della competitività dell’industria europea del settore, attraverso una piena complementarietà delle iniziative e dei programmi Ue in ambito difesa. I due leader hanno inoltre condiviso l’importanza e l’urgenza di lavorare su nuovi e più efficaci strumenti comuni per sostenere gli ingenti investimenti necessari.Colloquio importante in tal senso lo ha avuto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso che ha incontrato a Strasburgo Andrius Kubilius, commissario europeo per la Difesa e lo Spazio. Al centro del bilaterale, lo stato di avanzamento dei programmi spaziali europei e la competitività del settore, strategico per la sicurezza comune.
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)
Duilio Poggiolini (Getty Images)