2025-04-06
Il Papa riappare in San Pietro per il Giubileo degli ammalati
Il Papa in piazza San Pietro il 6 aprile 2025 (Ansa)
Breve saluto di Francesco, che ha raggiunto in carrozzella l’altare dopo la messa.Papa Francesco è tornato in piazza San Pietro, fragile tra i fragili, nella domenica del Giubileo dei malati e degli operatori sanitari. È uscito da Santa Marta, e a sorpresa, con le cannule nasali per respirare meglio, è arrivato in piazza San Pietro in sedia a rotelle e, spinto dal fedele infermiere Massimiliano Strappetti, è passato tra le file dei 20.000 presenti a bocca aperta ed ha raggiunto il sagrato e poi l’altare dove il pro prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, stava terminando la messa celebrata in occasione del settimo evento giubilare. Bergoglio non appariva in pubblico dallo scorso 23 marzo, quando è stato dimesso dal Policlinico Gemelli dove era stato ricoverato 38 giorni per una polmonite bilaterale. Accolto da un grande applauso, il Santo Padre ha alzato il braccio tracciando il segno della croce ad accompagnare la benedizione finale, poi al microfono ha salutato con voce ancora flebile: «Buona domenica a tutti, grazie tante» ha ripetuto due volte. La Santa Sede ha fatto sapere che il pontefice «si è unito al pellegrinaggio giubilare degli ammalati e del mondo della sanità» e prima di salutare i fedeli in piazza, «si è raccolto in preghiera ed ha attraversato la porta Santa» come gli altri ammalati arrivati a Roma, quella porta che proprio lui aveva aperto lo scorso dicembre. Nell’omelia letta da monsignor Fisichella prima dell’apparizione, Francesco si era già confidato con il mondo: «Certamente la malattia è una delle prove più difficili e dure della vita, in cui tocchiamo con mano quanto siamo fragili. Essa può arrivare a farci sentire come il popolo in esilio, o come la donna del Vangelo: privi di speranza per il futuro. Ma non è così. Anche in questi momenti, Dio non ci lascia soli e, se ci abbandoniamo a lui, proprio là dove le nostre forze vengono meno, possiamo sperimentare la consolazione della sua presenza». Il Papa nel testo ha richiamato anche le parole del suo predecessore: «Benedetto XVI, che ci ha dato una bellissima testimonianza di serenità nel tempo della sua malattia, ha scritto che “la misura dell’umanità si determina essenzialmente nel rapporto con la sofferenza” e che “una società che non riesce ad accettare i sofferenti è una società crudele e disumana”. È vero: affrontare insieme la sofferenza ci rende più umani e condividere il dolore è una tappa importante di ogni cammino di santità». E nel giorno del Giubileo degli ammalati, «chiedo al Signore che il tocco del suo amore raggiunga coloro che soffrono e incoraggi chi si prende cura di loro», ha scritto il Pontefice nel testo preparato per l’Angelus, non dimenticando il mondo sanitario: «E prego per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, che non sempre sono aiutati a lavorare in condizioni adeguate e, talvolta, sono perfino vittime di aggressioni. La loro missione non è facile e va sostenuta e rispettata. Auspico che si investano le risorse necessarie per le cure e per la ricerca, perché i sistemi sanitari siano inclusivi e attenti ai più fragili e ai più poveri». Come prescritto dai medici, il Papa sta svolgendo la sua convalescenza in modo serissimo, seguendo un piano di fisioterapia, evitando quasi del tutto incontri e un lavoro troppo intenso. Per questo la «comparsa» di ieri è stata una sorpresa ma soprattutto uno strappo alle indicazioni date dai sanitari che avevano parlato di «almeno due mesi» di convalescenza necessari per il pieno recupero fisico e il ritorno alle attività quotidiane come una volta, o quasi. O forse il Papa ha voluto rassicurare quanti vedono in questa assenza forzata quasi una «sede vacante», anche se il segretario di Stato, Pietro Parolin, ha ribadito che «in questo periodo Francesco non ha mai smesso di governare la Chiesa e si è tenuto aggiornato sugli sviluppi della situazione internazionale».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)