
Citazioni incomplete di Wojtyla per avallare la svolta su battesimo, padrini e madrine. Intanto, i cardinali attaccano Francesco. Müller: «Da lui eresie di fatto». Brandmüller: «Persino il Papa può commettere crimini».È la meta ideale della Chiesa «in uscita», che non si limita a perdonare i peccatori, ma cancella direttamente i peccati. Con le risposte ai quesiti di monsignor José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile, il Dicastero per la dottrina della fede ha autorizzato, «a determinate condizioni», i trans a battezzarsi. Sia loro sia le persone «omoaffettive» che convivono avranno anche la possibilità di fare da madrine o padrini di battesimo. Il testo è siglato dal prefetto, Victor Manuel «Tucho» Fernández, cardinale argentino di comprovata osservanza bergogliana. E reca la controfirma del Papa.La stampa pro Lgbt giubila per le concessioni dell’ex Sant’Uffizio. Come ha spiegato alla Verità don Nicola Bux, teologo e liturgista, la mossa è una «grave ingenuità e un cedimento all’ideologia gender». «La Chiesa dovrebbe condannare il transessualismo», sottolinea lo studioso, «perché, in base al Catechismo, il corpo che Dio ci dona non è nella nostra disponibilità». Esso non può essere manipolato. Ma il breviario per monsignor Negri, ammettendo al sacramento chi ha subito un trattamento ormonale o un intervento chirurgico per la riattribuzione del sesso, ne avalla la condotta.Ancora più scivolosa, a parere di don Bux, è la giustificazione addotta per raccomandare il battesimo anche «senza il pentimento per i peccati gravi», circostanza nella quale - trascriviamo dal documento del cardinale Fernández - «il soggetto non riceve la grazia santificante, sebbene riceva il carattere sacramentale». In breve, l’associazione alla comunità dei redenti sarebbe definitiva ed efficace. Il Dicastero vaticano fa riferimento a una lettera di Giovanni Paolo II, risalente al 1996, in cui si afferma che pure quando è prevedibile una ricaduta nel peccato, la cosa «non pregiudica l’autenticità del proposito». Solo che, nota il liturgista, «la citazione è parziale. Manca la frase successiva, che parla della “volontà, suffragata dalla preghiera, di fare ciò che è possibile per evitare la colpa”».Anche il sito americano One Peter Five, di orientamento conservatore, ha contestato il tentativo di sostenere che «i sacramenti dovrebbero essere amministrati pur senza un fermo proposito di correzione». Errore che «è stato già condannato da altri vescovi», i quali contestavano la tesi che, per ricevere l’eucaristia, sia sufficiente la fede e non serva mondarsi dai peccati mortali.Sui trans e gli omosessuali conviventi, si solleva una questione relativa alla natura delle figure di padrino e madrina battesimali: «Mentre il testimone di nozze è semplicemente un individuo che attesta l’avvenuta unione matrimoniale», rileva ancora don Bux, «quelli hanno un compito di educazione e di cura». Infine, sorge un paradosso giuridico: la Chiesa potrebbe trovarsi ad ammettere in tali ruoli soggetti che aveva battezzato sotto il sesso opposto. Un’anomalia, ai sensi del diritto canonico.Il mondo tradizionalista è in ebollizione. Dure le critiche di LifeSiteNews: la Chiesa cattolica dovrebbe insegnare «che la mutilazione del corpo deliberata e gli atti omosessuali sono gravemente peccaminosi». Il blog ricorda che, nel 2015, ai dubbi avanzati dal vescovo di Cadice e Ceuta, monsignor Rafael Zornoza Boy, su una trans «female-to-male» che chiedeva di fare da padrino al nipote, l’allora Congregazione per la dottrina della fede, guidata dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, rispose che «lo stesso comportamento transessuale rivela pubblicamente un atteggiamento contrario all’esigenza morale di risolvere il proprio problema di identità sessuale secondo la verità del proprio sesso». Una sorta di ostinato rifiuto di abbracciare l’ordine della creazione, sul quale «Tucho», ora, sorvola. Nondimeno, l’allusione alla pubblicità dei comportamenti è contenuta anche nella missiva del porporato Fernández, che si richiama al rischio «di generare scandalo o disorientamento nei fedeli». Il problema sta nel solito metodo adottato da Francesco e dalle sue gerarchie: ragionare per casistica, eccezioni, situazioni particolari, di cui, alla fine, è il singolo prelato, o magari il povero parroco, a doversi prendere carico, privo di una guida univoca da Roma.Tale ambiguità - non mutare la dottrina, però alterare la pratica - ha portato lo stesso cardinale Müller, pochi giorni fa, a scagliare un’accusa pesantissima al Papa: con le dichiarazioni sulla benedizione delle coppie gay e le aperture sulla comunione ai divorziati risposati, Jorge Mario Bergoglio avrebbe «già pronunciato parecchie eresie materiali». La stizza dei conservatori è palpabile: il porporato Walter Brandmüller, di Francesco, ieri ha scritto che «anche un Papa può commettere un crimine se non rispetta la legge». Quella divina. Di quella umanissima, arcobaleno, è custode il dem Alessandro Zan, che in un tweet ha rimbrottato il Tg1 per aver definito «transessuali» le «persone trans» e aver usato l’espressione «utero in affitto», anziché «gestazione per altri». Magari, al prossimo Sinodo inviteranno pure lui.
Leonardo
Il fondo è pronto a entrare nella divisione aerostrutture della società della difesa. Possibile accordo già dopo l’incontro di settimana prossima tra Meloni e Bin Salman.
La data da segnare con il circoletto rosso nell’agenda finanziaria è quella del 3 dicembre. Quando il presidente del consiglio, Giorgia Meloni, parteciperà al quarantaseiesimo vertice del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg), su espressa richiesta del re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa. Una presenza assolutamente non scontata, perché nella Penisola araba sono solitamente parchi con gli inviti. Negli anni hanno fatto qualche eccezione per l’ex premier britannica Theresa May, l’ex presidente francese François Hollande e l’attuale leader cinese Xi Jinping e poco altro.
Emmanuel Macron (Ansa)
Bruxelles apre una procedura sull’Italia per le banche e tace sull’acciaio transalpino.
L’Europa continua a strizzare l’occhio alla Francia, o meglio, a chiuderlo. Questa volta si tratta della nazionalizzazione di ArcelorMittal France, la controllata transalpina del colosso dell’acciaio indiano. La Camera dei deputati francese ha votato la proposta del partito di estrema sinistra La France Insoumise guidato da Jean-Luc Mélenchon. Il provvedimento è stato approvato con il supporto degli altri partiti di sinistra, mentre Rassemblement National ha ritenuto di astenersi. Manca il voto in Senato dove l’approvazione si preannuncia più difficile, visto che destra e centro sono contrari alla nazionalizzazione e possono contare su un numero maggiore di senatori. All’Assemblée Nationale hanno votato a favore 127 deputati contro 41. Il governo è contrario alla proposta di legge, mentre il leader di La France Insoumise, Mélenchon, su X ha commentato: «Una pagina di storia all’Assemblea nazionale».
Maria Rita Parsi (Imagoeconomica)
La celebre psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi: «È mancata la gradualità nell’allontanamento, invece è necessaria Il loro stile di vita non era così contestabile da determinare quanto accaduto. E c’era tanto amore per i figli».
Maria Rita Parsi, celebre psicologa e psicoterapeuta, è stata tra le prime esperte a prendere la parola sulla vicenda della famiglia del bosco.
La sede di Bankitalia. Nel riquadro, Claudio Borghi (Imagoeconomica)
Il senatore leghista torna sulle riserve auree custodite presso Bankitalia: «L’istituto detiene e gestisce il metallo prezioso in nome dei cittadini, ma non ne è il proprietario. Se Fdi riformula l’emendamento...»
«Mentre nessuno solleva il problema che le riserve auree della Bundesbank siano di proprietà dei cittadini tedeschi, e quindi dello Stato, come quelle della Banca di Francia siano di proprietà dei cittadini d’Oltralpe, non si capisce perché la Banca d’Italia rivendichi il possesso del nostro oro. L’obiettivo dell’emendamento presentato in Senato da Fratelli d’Italia, e che si ricollega a una mia proposta di legge del 2018, punta esclusivamente a stabilire il principio che anche Bankitalia, al pari delle altre Banche centrali, detiene e gestisce le riserve in oro ma non ne è la proprietaria». Continua il dibattito su misure ed emendamenti della legge di Bilancio e in particolare su quello che riguarda le riserve in oro.






