2025-07-11
Palinsesti di Mediaset e La7 in lotta con TeleMeloni. Che però non è mai esistita
La programmazione della prossima stagione si annuncia (quasi) priva di innovazioni. Complici gli avversari Rai, che si sono attrezzati contro la presunta «rete di governo».Poi dice che uno si butta sullo sport e le serie tv. Che altro ci sarà da guardare in televisione, ora che è stato sollevato il lenzuolo dalla programmazione della prossima stagione di Rai, La7 e Mediaset. Et voilà, novità tendenti allo zero. Fantasia latitante. Salvo rare e apprezzabili eccezioni, perché davvero proprio non si poteva fare diversamente, formule e format sono stati in gran parte confermati. La televisione che verrà sarà deprimente come quella che se n’è appena andata. Il telespettatore che si nasconde in noi è sconfortato. Dovrebbe guardare talk show vocianti con esponenti politici di terza fila mischiati a tuttologi ed esperti che surfano dall’emergenza sanitaria a quella bellica fino a quella climatica? Dovrebbe sintonizzarsi su programmi di approfondimento che in realtà sono ciclostilati di propaganda antigovernativa a prescindere? Oppure varietà ridanciani e cheap con il solito giro di ospiti, anch’essi, a loro volta conduttori o ex conduttori di programmi della medesima scuderia di agenti, quando non della medesima rete tv, in tournée promozionale? O forse il telespettatore medio dovrebbe essere soddisfatto dei morbosi contenitori di cronaca nera che riempiono i pomeriggi delle reti ammiraglie? O magari delle rubriche di gossip e infotainment sugli amorazzi transeunti dei divetti dello showbiz. O dei reality epidermici utili a promuovere mezze figure o a riciclare personaggetti in caduta libera, eppure inflazionatissimi e sovraespostissimi nei primetime delle tv commerciali? ChiareFerragne, DiletteLeotte, AndreiPennacchi, Elodie e Mahmood, StefaniMassini, StefaniFresi, RobertiBurioni, PiniInsegni, GiulieDeLellis, Luchi&Paoli, MassimiGiannini, GeppeCucciare, PaoliConticini, SareManfuso, OscarFarinetti… ci vorrebbe un altro Rino Gaetano in grado di aggiornare con un nuovo capitolo il catalogo della sua strepitosa Nuntereggae più. In assenza, si mette mano al telecomando e si cerca la via di fuga. Appunto, sport e serie tv. In acronimo: S&St. Stop, con rare eccezioni. Gli altri acronimi, Ts&R (Talk show e Reality), oppure VI&G (Varietà, Infotainment e Gossip), hanno ampiamente stancato.Insomma, personalissima abitudine, la tv generalista non si guarda più, salvo eccezioni. Ma andiamo con ordine.Altro che regime Il 27 giugno scorso, un venerdì nel quale i giornaloni rifrangevano i lustrini dei Bezos convolati a nozze sul Canal grande, la Rai ha presentato la sua collezione autunno-inverno 2025/2026. Ci si aspettava l’epocale annuncio di un programma affidato alla reietta Barbara D’Urso. Era la notizia tanto attesa. Invece, nisba. Delusione serpeggiante fra gli addetti al pissi pissi. Barbaria (copy Dagospia) avrà forse qualche ospitata. O magari gareggerà a Ballando con le stelle. Per il resto, spulciando le cronache, si scopre Whoopi Goldberg guest star della soap Un posto al sole, Kevin Spacey bentornato protagonista di una sit com su Raiplay e l’immancabile serata evento pedagogica di Roberto Benigni che, magari con Sergio Mattarella in prima fila, ci racconterà San Pietro. Detto che l’innesto più o meno estemporaneo di tre attori non fa linea editoriale, va aggiunto che, oltre alle conferme di prammatica (Carlo Conti, Antonella Clerici, Milly Carlucci, Stefano De Martino, Marco Liorni e Francesca Fagnani), si registrano soprattutto alcune defezioni. Non che si perda chissa ché con la fine di Citofonare Rai2 della coppia Paola Perego Simona Ventura - quest’ultima passa a Mediaset per condurre Il Grande fratello dei Nip. O con lo spegnimento di Epcc dell’eterno giovane Alessandro Cattelan, anche lui in rotta verso Cologno Monzese. Di buono c’è che Viale Mazzini non ha le porte girevoli e ai segnali di pentimento di Amadeus e Flavio Insinna, transfughi un anno fa da TeleMeloni, ha opposto un netto «la Rai non è un albergo». Purtroppo, e paradossalmente, segnali di vero telemelonismo non se ne sono visti. Almeno ci si sarebbe potuti dividere; si sarebbe litigato, discusso, polemizzato. Niente. Un grigiore avvilente. Con la discussa eccezione di Affari tuoi («un game al limite del gioco d’azzardo», secondo Pier Silvio Berlusconi) ci si chiede se nella Rai di questi anni si sia imposto un titolo, un volto, un format che abbia lasciato un segno degno di nota nelle abitudini dei telespettatori? Deserto. Unica possibile ancora di salvezza, Rosario Fiorello e la sua squadra.Propaganda d’opposizioneL’inesistenza di qualcosa che possa davvero chiamarsi TeleMeloni risulta doppiamente divertente perché gli altri editori si sono strutturati per contrastare quella che si è rivelata una colossale fake news. Secondo tradizione, La7 ha presentato la nuova stagione all’Hotel Four Season di Milano. Anche qui, tante conferme e minuscole novità. Il presidente Urbano Cairo ha sottolineato il carattere indipendente della rete e rivendicato la plausibilità di una quota di canone per il servizio pubblico al quale assolve. Richiesta che è apparsa un filo sopra le righe. Se fino a qualche anno fa, quando il tg di Enrico Mentana e le sue maratone influenzavano effettivamente il palinsesto tale provocazione poteva risultare ragionevole, oggi che con i vari Otto e mezzo, La torre di Babele, DiMartedì, Piazzapulita e Propaganda Live, la linea editoriale è spiccatamente militante, questa richiesta suona velleitaria. Chissà se le paturnie trapelate ai vertici del tg siano dovute all’avvolgente contesto propagandistico del canale. Per dire, Federico Rampini, l’unico conduttore che non ha issato l’antimelonismo sul frontespizio delle sue inchieste, si sposterà su Canale 5. A La7, infatti, per non lasciare spazio a dubbi, oltre alle conferme di tutta la linea - salvo il quiz preserale In Famiglia di Flavio Insinna, cancellato - le novità del prossimo anno saranno l’innesto di Roberto Saviano con sei ritratti di personaggi della criminalità, le Lezioni di mafie di Nicola Gratteri e una serata speciale sulla storia della P2 affidata all’attore Fabrizio Gifuni, ispirato dall’ex pm di Mani pulite Gherardo Colombo. Un pizzico di telemagistratura non guasta mai.Ravvedimenti e alternativeAnche le reti Mediaset hanno scartato verso sinistra per compensare la presunta correzione a destra di Viale Mazzini. È un processo iniziato un paio di anni fa, con gli innesti di Bianca Berlinguer e di Myrta Merlino. La quale, sostituita da Gianluigi Nuzzi a Pomeriggio 5, si prenderà un anno sabbatico in attesa di nuove idee. Si sa come vanno queste cose: salvo i conduttori pifferai che si portano il pubblico da casa, raramente una tessera s’incastra felicemente nel nuovo mosaico. E comunque, «il retequattrismo non esiste», ha assicurato Mauro Crippa, responsabile dell’informazione della casa. Forse no, perché da Nicola Porro, al quale verrà affidata anche il preserale Dieci minuti dopo il Tg4, alla striscia di Paolo Del Debbio alle inchieste sul campo di Mario Giordano ci sono parecchie sfumature di differenza. In ogni caso, partendo dalla chiusura di certi inguardabili reality («i programmi più brutti che abbia mai visto», Berlusconi jr. dixit) e arrivando al Risiko del già citato Rampini su Canale 5, al programma di retroscena politici di Tommaso Labate fino al ritorno in video di Toni Capuozzo con dei ritratti dei grandi del Novecento, si nota un certo, salutare ravvedimento. Insomma, qualche eccezione in attesa di conferma forse s’intravede.Nel frattempo, ci si può consolare con il torneo di Wimbledon su Sky, il finale di stagione della strepitosa MobLand su Paramount+ prodotta da Guy Ritchie e la terza pluririnviata stagione di Teheran su Apple Tv+. Qui si va sul sicuro.
Pier Luigi Lopalco (Imagoeconomica)
Nel riquadro la prima pagina della bozza notarile, datata 14 novembre 2000, dell’atto con cui Gianni Agnelli (nella foto insieme al figlio Edoardo in una foto d'archivio Ansa) cedeva in nuda proprietà il 25% della cassaforte del gruppo