2020-01-15
Padre Georg ha ricevuto la bozza dell’edizione francese a inizio anno
Alessandra Benedetti - Corbis/Corbis via Getty Images
Il misterioso dietrofront di Georg Gänswein spinge il cardinale africano a diffondere le lettere del teologo tedesco che dimostrano la condivisione del progetto. Ignatius press gli crede: negli Usa la copertina non cambierà.Quando lunedì in tarda serata è comparso l'articolo del vaticanista del Corriere della Sera, e poi quasi in contemporanea quello di Repubblica, le prime reazioni sono state di sorpresa. Ma come? Un libro in uscita in quattro lingue, con quattro editori impegnati tra Europa e Stati Uniti, con autori un Papa emerito e un cardinale, sarebbe una patacca? «Benedetto XVI “non ha scritto un libro a quattro mani con il cardinale Sarah"», esordiva il vaticanista Gian Guido Vecchi, citando l'entourage di Ratzinger.Così quello che era stato presentato in Francia da Le Figaro come un testo «storico», in cui i due autori mettevano in chiaro il loro pensiero a difesa del celibato sacerdotale, veniva degradato al genere «operazione editoriale e mediatica». Sentendo parlare di una fonte dell'entourage di Ratzinger il pensiero dei commentatori di cose vaticane è andato subito al segretario di Benedetto XVI, nonché attuale prefetto della Casa pontificia, monsignor Georg Gänswein. Le prime reazioni sono arrivate dal cardinale Robert Sarah, il coautore, fin dalla notte tra lunedì e martedì, con una serie di tweet ha detto sostanzialmente che queste «diffamazioni sono di una gravità eccezionale». Quindi il porporato ha cominciato a mostrare una serie di prove sotto forma di lettere scambiate con Benedetto XVI durante la gestazione del testo.In queste «prove» ci sono due dettagli che è necessario sottolineare, insieme a un primo importante retroscena. Il primo dettaglio, come indicato nel comunicato che il cardinale ha pubblicato ieri mattina, è che il 19 novembre 2019 il Papa emerito ha ricevuto il manoscritto del libro, «come noi avevamo deciso di comune accordo, la copertina, una introduzione e una conclusione comune, il testo di Benedetto XVI e il mio». Il secondo dettaglio riguarda un'altra lettera, questa volta a firma Benedetto XVI, in cui il Papa emerito dice che aveva scritto 7 pagine di chiarimento metodologico al suo testo, ma che potevano essere messe da parte visto che «Lei (cardinale Sarah, ndr) ha saputo dire l'essenziale in una mezza pagina. […] Da parte mia il testo può essere pubblicato nella forma da Lei prevista».Da questi due elementi risulta che, a meno di una menzogna del cardinale, è chiaro che Benedetto XVI fosse a conoscenza dell'impianto del libro, copertina compresa. Il possibile retroscena però è ancor più interessante, perché risulta alla Verità, da due fonti distinte, che il comunicato scritto da Sarah ieri mattina è stato in qualche modo concordato con Gänswein. Perché allora poco dopo sull'Ansa lo stesso Gänswein dichiara che «su indicazione del Papa emerito, ho chiesto al cardinale Sarah di contattare gli editori pregandoli di togliere il nome di Benedetto XVI come coautore e di togliere la sua firma da introduzione e conclusioni»? Un malinteso, dice Gänswein, determinato dal fatto che il Papa emerito «non aveva approvato alcun progetto per un libro a doppia firma, né aveva visto e autorizzato la copertina».Se è vero che Gänswein era a conoscenza del comunicato di Sarah, cosa è accaduto? Peraltro, per essere precisi, qualcosa era già successo prima, probabilmente nel tardo pomeriggio di lunedì, perché alla Verità risulta che il Corriere della Sera e Repubblica avessero effettivamente avuto quelle informazioni da ambienti sicuri. Insomma, la macchina per sfilare il Papa emerito dal libro con Sarah si era già messa in moto.Cosa cambia, e per chi, se Benedetto XVI apparirà in copertina in qualità di autore di un contributo, piuttosto che come co-autore? In fondo, nell'economia del testo il peso del saggio di Ratzinger resta in tutta la sua portata: basta leggere la forma plurale dell'introduzione e della conclusione, così come riportate nelle bozze pronte per la stampa, per rendersi conto che tutto era stato pensato come lavoro a quattro mani.Tra l'altro, questo giornale ha elementi certi per ritenere che all'inizio di gennaio una bozza dell'impaginato del testo in francese fosse stato recapitato a monsignor Gänswein, il quale non aveva poi posto veti di sorta agli editori. Anzi, se c'erano stati dubbi, questi parevano superati. Tanto che i quattro editori procedevano compatti all'edizione circolata in queste ore di qua e di là dall'Oceano. A questo proposito ieri sera Ignatius press, l'editore statunitense, ha diramato un comunicato in cui comunica l'intenzione di procedere secondo quanto già pattuito con l'editore francese Fayard, ossia attribuendo il libro ai due autori, con la firma congiunta a introduzione e conclusione: se Benedetto XVI, come ha scritto in una lettera mostrata da Sarah, ha detto al cardinale di pubblicare il suo testo «nella forma da Lei prevista», è davvero credibile, si domanda una nostra fonte vicina all'editore americano, che Sarah abbia perpetrato una sorta di frode? E a che scopo?Secondo quanto dichiarato da Gänswein, la necessità di togliere Benedetto XVI dalla copertina in qualità di coautore sarebbe «volontà del Papa emerito», a cui non si può derogare. Un'altra contraddizione che non si spiega facilmente leggendo le missive pubblicate da Sarah. Ma stante la situazione attuale, poiché tutto è ancora in divenire, potrebbe accadere che lo stesso libro si troverà con l'edizione francese, almeno nella sua prima tiratura, che considera Ratzinger e Sarah come coautori e quella italiana, invece, con un'altra forma ancora, che potrebbe riservare sorprese per tutti. E magari risolvere la questione.Agli amanti dei complotti, specialmente quelli che considerano le «macchinazioni politico mediatiche» ai danni di Francesco, verrebbe da chiedere se una «operazione» (nome in codice dietrofront) non sia intervenuta anche in questo caso. Ai danni dell'emerito, però.