2023-12-24
Il «padre» delle benedizioni ai gay fa il furbo per sfuggire alle critiche
Papa Bergoglio e Victor Manuel Fernandez (Ansa)
Mentre pure i vescovi del Camerun rifiutano la «Fiducia» e Ludwig Müller la definisce «blasfema», Victor Manuel Fernandez snobba i rilievi dottrinali e la butta in politica: «In Africa l’omosessualità è reato, lì i pastori sono prudenti».Una solenne arrampicata sugli specchi. Si sta rivelando tale la Dichiarazione Fiducia Supplicans benedetta da papa Francesco nella quale, di fatto, il Vaticano apre alle coppie gay con un atto ufficiale. E non poteva non creare un terremoto all’interno della Chiesa, percorsa da fremiti e veleni proprio nelle ore che anticipano la venuta di Gesù Bambino. Il documento, promulgato dal Dicastero per la dottrina della fede a firma del cardinale Victor Manuel Fernandez, sta facendo parecchio discutere soprattutto in Africa, dove alla presa di distanza degli alti prelati di Nigeria, Malawi e Zambia, ieri si è aggiunto il primo gesto di ribellione.I vescovi del Camerun hanno respinto la dichiarazione e hanno «proibito formalmente» tutte le benedizioni delle coppie dello stesso sesso, affermando che «le pratiche omosessuali sono chiari segni della decadenza implosiva delle civiltà» e rappresentano «un legame sterile, edonistico e perverso». La contrapposizione con la casa madre è evidente e anticipa temporali quasi scontati. Neppure i distinguo procedurali convincono le tonache di Yaoundè, che due giorni fa hanno firmato una lettera aperta nella quale sottolineano che «differenziare fra contesti liturgici e non liturgici per tali benedizioni è ipocrita». Mentre i vescovi del Nord Europa, soprattutto gli ultraprogressisti belgi e tedeschi, vedono la decisione come in passo avanti, anche nelle sacre stanze oltre le mura leonine non accennano a diminuire le critiche. Ieri è uscito allo scoperto il cardinal Gerhard Ludwig Müller, solitamente critico con le scelte del Pontefice, che in un’intervista a Repubblica ha tacciato la dichiarazione di blasfemia. «La benedizione delle coppie gay sarebbe un atto blasfemo. Non lo dico sulla base della mia autorità, ma sulla base dell’autorità della rivelazione divina. Nella Sacra Scrittura l’apostolo Paolo afferma che il comportamento immorale, compresi i rapporti sessuali fra persone dello stesso sesso, è oggettivamente l’espressione di culto della creatura anziché del Creatore. Noi corrispondiamo alla verità di Dio e agire volontariamente contro di esso è un peccato grave che distrugge la vita della grazia in noi». Con una conclusione definitiva: «Coloro che sono d’accordo con questo commettono anche un peccato mortale».È un’accusa frontale al cardinale che ha firmato il documento, Fernandez, e a nulla sembra valere, per gli scontenti, l’assicurazione che la dottrina del matrimonio non cambia e la benedizione «non legittima l’omosessualità». L’apertura della botola fa salire miasmi dal profondo e rischia di scuotere la fede del gregge. Il primo ad accorgersene è proprio il cardinal Fernandez, argentino, stretto collaboratore di Francesco, che i teologi indicano come un esperto nella forzatura della dottrina per arrivare a definire «una morale capace di andare oltre i comandamenti». Ed è proprio lui a difendere - camminando sulle uova - l’ultima apertura in un’intervista esclusiva al sito Web americano The Pillar. «Queste benedizioni non ritualizzate continuano a essere un gesto semplice», spiega il porporato nell’occhio del ciclone. «Un gesto che fornisce un mezzo efficace per far crescere la fiducia in Dio nelle persone che lo chiedono, impedendo che diventi un atto liturgico o semiliturgico, simile a un sacramento». La cortina fumogena dei distinguo sta funzionando con alcune conferenze episcopali europee, storicamente le più vicine al Papa nel perseguire obiettivi progressisti che sconfinano nella politica. Ma trova un marcato scetticismo nel resto del mondo. Fernandez prova ad annacquarlo. «Questo tipo di benedizioni è semplicemente un canale pastorale che aiuta a esprimere la fede delle persone, anche se sono grandi peccatori. Non convalida e non giustifica nulla».Quasi una retromarcia, un esercizio di equilibrismo che ottiene solo il risultato di destabilizzare un mondo. Chiamato a rispondere ai vescovi africani già sulle barricate, il cardinale ritiene che la loro sia una scelta di opportunità. «Capisco bene la preoccupazione dei vescovi di alcuni Paesi africani o asiatici, in luoghi dove solo perché sei gay ti mettono in prigione. È un affronto alla dignità umana che indubbiamente angoscia i vescovi e li interpella nella loro paternità. Probabilmente i vescovi non vogliono esporre le persone gay alla violenza. Loro stessi fanno riferimento alla legislazione dei loro Paesi».La risposta è molto politica e poco teologica, nasconde una fragilità di fondo. Allo stesso modo, se in Cina il Partito comunista dovesse vietare il sacramento dell’Eucaristia, la Chiesa sarebbe concorde nel modificare il rito della comunione? Il paradosso serve per far comprendere l’imbarazzo del momento davanti a una decisione divisiva. Così la Fiducia supplicans rischia di diventare un’apertura ambigua, utile per ottenere il consenso degli atei devoti, sulla linea di quei vescovi che già indicano ai sacerdoti, come specifica Fernandez, «che quando si tratta di una coppia molto conosciuta nel luogo o nei casi in cui potrebbe verificarsi uno scandalo, la benedizione venga data in privato, in un luogo non visibile».Nascondersi dietro un «ma anche» è sempre pericoloso. Al di là delle scelte di comodo, l’atteggiamento confligge con il «Sia invece il vostro parlare sì sì, no no. Il di più viene dal maligno» (Matteo 5, 37). Una pietra angolare. Un cardine poco gesuitico ma autenticamente evangelico del messaggio di Cristo.
Norma Cossetto. Nel riquadro la targa in suo ricordo vandalizzata
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro il consigliere Pd Mattia Abdu