2025-09-20
Il consigliere Pd spara: Kirk come le Br
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro il consigliere Pd Mattia Abdu
A Milano Mattia Abdu contro il minuto di silenzio per Charlie: «Diceva le cose peggiori sugli immigrati e gli omosessuali». Bignami scrive a Fontana per la bagarre organizzata dai dem, Schlein pronta a bloccare le Camere per la guerra a Gaza.La sinistra perde il pelo ma non il vizio: dopo l’indegna gazzarra scatenata l’altro ieri alla Camera al momento dell’approvazione della riforma della Giustizia, ieri un nuovo episodio molto grave si è verificato a Milano. «Non immaginatevi che facciamo il minuto di silenzio per Charlie Kirk», ha detto, a quanto riporta l’Ansa, il presidente del Municipio 1 Mattia Abdu del Pd, «sarebbe come chiedermi di farlo per i ragazzi delle Brigate Rosse». Parole incredibili, pronunciate in risposta alla richiesta in merito del capogruppo di Fratelli d’Italia Lorenzo La Russa, figlio del presidente del Senato. Il presidente del Consiglio municipale Lorenzo Sitia, sempre del Pd, ha rincarato la dose, aggiungendo che «il minuto di silenzio serve per commemorare le persone che uniscono e non che dividono». «Un ragazzo ucciso dall’odio politico», ha commentato sui social Lorenzo La Russa, «è stato paragonato a dei terroristi delle Brigate rosse, terroristi e assassini che anche qui a Milano hanno lastricato le strade di sangue anni fa. Non riescono a sinistra a rispettare la morte di un ragazzo che faceva politica in modo democratico e non riescono ad ascoltare idee diverse dalla loro».Tornando a quanto accaduto alla Camera l’altro ieri, a quanto apprende La Verità, il capogruppo di Fdi a Montecitorio, Galeazzo Bignami, ha scritto una lettera al presidente della Camera Lorenzo Fontana, evidenziando un video nel quale si sente la capogruppo del Pd Chiara Braga dire «non adesso» rivolta ai deputati che poi si renderanno protagonisti dell’«assedio» ai banchi del governo. «Faccio seguito a quanto avvenuto in Aula ieri (l’altro ieri, ndr)», scrive Bignami a Fontana, «come sa alcuni deputati dei gruppi di opposizione si sono avvicinati ai banchi del governo con toni e modalità su cui è meglio sorvolare. Ciò su cui non credo sia invece possibile sorvolare è quanto emerge dal video che qua Le evidenzio dal quale pare desumersi che quanto avvenuto presentasse una regia preordinata. Non è la prima volta», aggiunge Bignami, «che in Aula si svolgono, benché non ammesse, attività organizzate di natura politica, ma mai è avvenuto che fossero organizzate in forma preordinata contestazioni che potessero portare ad una rissa, per usare un termine impiegato dalla stampa. Rimetto pertanto a Lei e alle valutazioni dell’Ufficio di Presidenza le opportune valutazioni su quanto accaduto».Non le manda a dire, come suo costume, il capogruppo di Forza Italia al senato, Maurizio Gasparri: «Quelli della sinistra», dice Gasparri alla Verità, «sono insopportabili nella loro faziosità e violenza verbale. Sono carichi di livore, figli della cultura intollerante, della violenza politica di sinistra e anche di quella verbale di Beppe Grillo, che ha allevato seguaci sbagliati e forse un figlio sbagliato». Indignato il senatore di Fdi Marco Scurria: «Alla Camera», dice alla Verità, «è andata in scena una dimostrazione di quello che definiamo odio e intolleranza. La sinistra non è in grado di rappresentare le proprie idee e contenuti senza aggredire l’avversario politico». Per la Lega abbiamo sentito il deputato Rossano Sasso: «Mentre la Lega e il centrodestra stavano compiendo l’ennesimo passo decisivo verso una giustizia più giusta, trasparente e vicina ai cittadini», sottolinea Sasso, «Pd e M5s hanno usato a fini politici la tragedia di Gaza e le tensioni internazionali, strumentalizzando un dramma umanitario, per attaccare il governo. Quello che è successo è imbarazzante: hanno architettato una recita ben premeditata, ma sono riusciti a sbagliare tempi e modi. Alla recita riuscita male di Schlein e compagni è poi seguita un’azione violenta da parte dei soliti scalmanati del M5s che tutti noi conosciamo per i comportamenti con cui hanno già disonorato le Istituzioni. C’è un clima di odio che le opposizioni quotidianamente propagano». Dice la sua alla Verità anche l’eurodeputato di Fdi Stefano Cavedagna: «Abbiamo assistito. dopo l’approvazione della riforma della giustizia, all’ennesimo patetico siparietto messo in scena dalla sinistra, che ancora una volta ha scambiato l’aula del Parlamento per un palcoscenico teatrale. Un comportamento che, al di là delle forme pittoresche, rivela l’imbarazzo e la difficoltà di accettare una riforma che tocca da vicino equilibri di potere consolidati da decenni, intrecciati tra una certa parte politica e una parte della magistratura. Sappiamo bene che questa è una riforma scomoda per la sinistra, perché rompe meccanismi e legami che per troppo tempo hanno condizionato la vita democratica della Nazione. Ma proprio per questo», aggiunge Cavedagna, «abbiamo deciso di portarla avanti con determinazione: era un impegno chiaro contenuto nel nostro programma elettorale e, come promesso agli italiani, lo stiamo mantenendo dopo un’attesa che dura da oltre trent’anni». «Ciò che abbiamo visto è grave», sottolinea alla Verità il deputato di Fdi Andrea Di Giuseppe, «perché non è soltanto un’offesa alla maggioranza o al governo, ma al Parlamento stesso e, soprattutto, agli italiani che guardano a quest’Aula come al cuore della democrazia. Quando l’opposizione decide di abbandonare il confronto per rifugiarsi nel caos, non ferisce noi: ferisce il prestigio delle istituzioni e la fiducia dei cittadini. La verità è che certa opposizione non ha né una proposta né una visione per il futuro dell’Italia. Ha solo la volontà di gridare più forte», aggiunge Di Giuseppe,«di spostare il dibattito sul terreno della rabbia e della divisione. Ma la rabbia non costruisce, e la divisione non risolve i problemi degli italiani».Intanto la segretaria del Pd, Elly Schlein, alza ancora i toni e annuncia altre azioni muscolari: «Abbiamo interrotto ieri (l’altro ieri, ndr) i lavori del parlamento e siamo pronti a bloccare i lavori d’aula finché Meloni non verrà a rispondere di quello che il governo italiano sta facendo a Bruxelles sulle sanzioni e a New York sul riconoscimento dello Stato di Palestina».
Norma Cossetto. Nel riquadro la targa in suo ricordo vandalizzata