2025-09-20
Non servono ulteriori bavagli per gli sciacalli che festeggiano
La tentazione di Trump di vendicarsi sugli avversari va rigettata: nelle democrazie liberali la libertà di espressione è sacra. E i suoi limiti, affinché non degeneri, sono già fissati da tutti i codici esistenti.Di fronte a quella indecente valanga di insulti, minacce e oltraggi che si è scatenata in America, ma anche altrove, contro Charlie Kirk mentre esercitava la sua libertà di parola, c’è stata una reazione giusta di indignazione come quando si uccide un innocente solo per le idee che professa. Però c’è un però. Questa idea che circola un po’ in Europa, ma anche in Italia e negli Stati Uniti, di irrigidire le pene per coloro che hanno scatenato questa bufera, tra l’altro contro un morto, che quindi non può rispondere, come pensa di fare Trump con gli avversari in tv, non ci convince per niente perché i reati già previsti ovunque (nelle democrazie) sono più che sufficienti per punire chi deve essere punito. Solo per fare un esempio basta citare l’art. 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani che vincola tutti i Paesi che hanno firmato. In Italia il contenuto di questo articolo si trova nell’art. 21 della nostra Costituzione ed è contenuto in tutte le Costituzioni dei Paesi civili e democratici. Non di quelli tipo la Cina e la Russia, ad esempio. Questo diritto consiste nella libertà di opinione e nel cercare, ricevere o diffondere informazioni e idee senza ingerenze statali. Del resto, non stupisce che la Dichiarazione e la nostra Costituzione siano state scritte nel 1948, cioè dopo anni di dittature a Ovest sconfitte e a Est non ancora fino al biennio ’89-91. Se qualcuno andasse a rileggere le discussioni avvenute in sede di preparazione della Dichiarazione e della Costituzione si renderebbe conto che già in esse, e negli articoli citati, questo diritto non è un diritto assoluto e ammette limitazioni e sanzioni nel caso in cui si debbano difendere, in quanto sono stati offesi, altri diritti fondamentali quali la dignità umana e l’ordine pubblico. In questa libertà di espressione non risultano giustificati l’incitamento all’odio e la violazione di altri diritti connessi al rispetto della persona come, ad esempio, le minacce, come nel caso di Kirk, aggravate, la diffamazione, l’oltraggio, il linciaggio anche solo mediatico. Insomma, tutte quelle forme in cui la libertà di espressione si trasforma in un reato contro le persone e contro le istituzioni. C’è già tutto per condannare quello che hanno fatto gli haters nei confronti di questo giovane cittadino statunitense ucciso, come c’è già tutto per quello che succede in quelli che spesso si trasformano in una fogna, cioè i social, da parte di esponenti di gruppi, associazioni, movimenti e quant’altro. Un liberale esige che chi infrange questo diritto cardine della democrazia sia punito nel modo più rigoroso possibile e, soprattutto, nel modo più veloce possibile. Quando J. D. Vance venne in Europa e fece il famoso discorso di Monaco - che La Verità celebrò con una prima pagina dedicata - sulle limitazioni e sui pericoli per chi porta avanti determinate idee piuttosto che altre, disse qualcosa di vero, ma che sarebbe contraddetto da provvedimenti statunitensi che vanno nel senso di una limitazione di espressione del pensiero, non perché non sia giusto limitarlo, ma perché tali limitazioni esistono già e, in tutti i Paesi democratici. Se questi hater sono nemici della democrazia, come spesso sono, oltre che esseri immondi, non si può cadere nell’errore di provare a strappare di mano a questi nemici le loro armi per usarle noi. Si applichino le leggi con severità, si provveda a fare in modo che ci sia certezza del diritto anche in questo campo, si agisca sulle piattaforme con maggiore rigidità, considerandole a tutti gli effetti ciò che sono: piazze telematiche dove non si può impedire con la violenza l’espressione dei pareri più vari. Ad un liberale piace molto il confronto, il dissenso, la discussione anche aspra, il pluralismo delle opinioni, così come gli piace che la libertà di uno non limiti la libertà dell’altro fino ad arrivare alla sua uccisione. Se c’è debolezza o inadempienza da parte dei pubblici poteri nel sorvegliare, limitare e punire coloro che non rispettano questo diritto fondamentale dell’uomo, ebbene, è tempo che si adottino le misure e si investano i soldi necessari perché questo avvenga. La persona è la fonte dei diritti ed è il primo elemento costitutivo della società. Sul fondamento della persona si fondano i diritti e le organizzazioni statali. La persona non è solo materia ma pure intelligenza e spirito ed esprime sé stessa esercitando il diritto di manifestare, esporre e difendere le proprie idee.
Norma Cossetto. Nel riquadro la targa in suo ricordo vandalizzata
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro il consigliere Pd Mattia Abdu