2022-04-15
Pacifista, arcobaleno e green: l’escalation aizzata dalla politica più liberal d’Europa
La premier finlandese è un distillato di progressismo: figlia di una madre lesbica, fa sua l’agenda ecologista e femminista. Da colomba a falco: la premier della Finlandia Sanna Marin, eletta a capo del suo Paese nel 2019, la più giovane leader del mondo, con la sua scelta di aderire il prima possibile alla Nato rischia di accelerare bruscamente l’escalation militare in Europa. A 36 anni, Sanna ha repentinamente abbandonato la sua storia di paladina della pace per indossare gli abiti di una leader che sta per assumersi una responsabilità molto importante, comunque la si pensi, di fronte alla storia. La bellezza di Sanna Marin è l’unica sua caratteristica sulla quale nessuno può sindacare, a meno che non si voglia essere etichettati come osservatori in malafede: look acqua e sapone, capelli castani con riga laterale, sopracciglia sottili che incorniciano gli occhi azzurri con ciglia lunghissime sapientemente valorizzate dall’immancabile eyeliner. Bella, brava e moderna, la Marin è finita al centro di attacchi misogini e volgari quando, il 9 ottobre del 2020, ha posato per una rivista di moda indossando una scollatura in verità estremamente casta: i soloni dell’ultradestra finlandese l’hanno accusata di «giocare a fare la modella» in piena emergenza Covid, ma il popolo finlandese si è stretto intorno a lei, con centinaia di utenti che hanno postato loro foto sui social con scollature, scrivendo «Sono Sanna». Pochi giorni dopo, la Marin ha pubblicato sui social una sua foto da bambina, con la frase: «Pensavo che tutto fosse possibile, perché mia madre mi diceva che potevo diventare ciò che volevo. Le ragazze devono essere incoraggiate, perché cambiano il mondo». Lo sta cambiando, il mondo, Sanna Marin: quello che è certo è che la giovane premier di Helsinki tutto quello che ha ottenuto se lo è conquistato con fatica. I suoi genitori si sono separati quando lei era una bimba, a causa dei problemi di alcolismo del papà. La madre si è innamorata di un’altra donna, e così Sanna è cresciuta in una famiglia arcobaleno. Si è sposata nell’agosto del 2020 con l’ex calciatore (di scarso successo) Markus Räikkönen, suo storico fidanzato. La coppia ha una figlia. «Siamo una famiglia arcobaleno. Per me», scrive Sanna Marin sul suo sito Web, «i diritti umani, l’uguaglianza delle persone non sono mai state questioni di opinione, ma la base della mia concezione morale. Sono entrata in politica perché voglio influenzare il modo in cui la società vede i suoi cittadini e i loro diritti». Sanna ha dunque dovuto affrontare difficoltà e impegnarsi in lavori umili per pagarsi gli studi: ha iniziato ad interessarsi attivamente di politica già all’università con l’unione studentesca, si è laureata in Scienze dell’amministrazione nel 2017 e specializzata poi in Management comunale e regionale. «Senza il consistente welfare finlandese», ha affermato, «non avrei mai avuto l’opportunità di riuscire nella mia carriera. In più, essendo cresciuta in una famiglia arcobaleno, è ovvio che tenga molto all’uguaglianza e ai diritti». Nel 2015 è stata eletta in parlamento, come deputata nel collegio elettorale di Pirkanmaa, con un programma di sinistra radicale, con tanto di conclamata contrarietà all’ingresso della Finlandia nella Nato, argomento che non nasce certo oggi nella politica del suo Paese. Rieletta nel 2019, da giugno a settembre ha ricoperto la carica di ministro dei Trasporti e delle Telecomunicazioni. A capo della coalizione di centrosinistra c’era Antti Rinne, leader dei socialdemocratici, che però il 3 dicembre è stato costretto a dimettersi a causa della mozione di sfiducia di un partito centrista di maggioranza: il motivo è stato la maldestra gestione di Rinne di uno sciopero nel settore delle poste. Il partito socialdemocratico si è riunito per trovare un altro primo ministro e ha indicato Sanna Marin. Nel gennaio 2020 la premier finlandese ha fatto parlare di sé in tutto il mondo annunciando la sua volontà di accorciare la settimana lavorativa da 5 a 4 giorni, senza abbassamento dello stipendio: «Credo», ha spiegato ai media locali, «che le persone meritino di trascorrere più tempo con le loro famiglie, con i propri cari, dedicandosi agli hobby e altri aspetti della vita, come la cultura. Questo potrebbe essere il prossimo passo per noi». Dopo che la notizia ha fatto il giro del mondo, è arriva la smentita del governo: «L’iniziativa», ha scritto l’account ufficiale del governo di Helsinki, «non è al momento nel programma. Era stata proposta dalla premier in una tavola rotonda lo scorso agosto quando era ancora ministra dei trasporti, prima di essere eletta capo del governo a dicembre. Non vi sono state attività recenti sull’argomento». Welfare, diritti civili, accoglienza, ma soprattutto ambiente, ambiente, ambiente: Sanna Marin ha convinto gli elettori con le sue proposte innovative, tra le quali quella di raggiungere il traguardo di «emissioni zero» la neutralità carbonica, entro il 2035, attraverso politiche innovative per il trasporto pubblico, incentivi e sussidi per combustibili rinnovabili e sviluppo di nuove tecnologie. Curiosità: negli Stati Uniti l’elezione a premier di Sanna Marin fu salutata con enorme soddisfazione da Alexandria Ocasio-Cortez e Bernie Sanders entrambi (in particolare Sanders) contrari a un’escalation in Ucraina. La posizione della ex colomba Sanna, diventata falco (anzi aquila), probabilmente avrà deluso entrambi. Al di là di ogni valutazione, è interessante notare come la premier finlandese stia contribuendo ad alimentare la tensione globale nonostante le sue radici super-progressiste. Oppure sono proprio queste radici, osservando la posizione ultramilitarista dei dem negli Usa, in Europa e in Italia, a spiegare la svolta di Sanna.