2025-08-26
Osvaldo Bevilacqua: «Sono in pensione ma viaggio ancora. La vacanza non è più solo mare e sole»
Lo storico volto di «Sereno variabile»: «La mia conduzione, durata 41 anni, mi è valsa il Guinnes dei primati Adesso quando visito i piccoli centri italiani mi siedo con gli anziani, li abbraccio e parlo con loro di donne».Qualora non si fosse verificata l’epidemia di Covid 19 che, dai primi mesi del 2020 flagellò l’Italia, con ogni probabilità Osvaldo Bevilacqua sarebbe ancora alla conduzione di Sereno variabile, storico programma che, per essere andato in onda ininterrottamente su Rai2 per oltre 40 anni, dal 1978 al 2019, gli ha valso il Guinness dei primati, record tuttora inespugnato. Dopo gli inizi nella carta stampata, divenne il divulgatore nazional-popolare di un modo moderno di viaggiare, oltre la vacanza convenzionale sotto l’ombrellone oggetto di tanti film, tipo La famiglia Passaguai di Aldo Fabrizi (1951). Accanto alla sempre attraente Maria Giovanna Elmi, ha raccontato un’Italia fatta non solo di litorali assolati ma anche di borghi antichi, enogastronomia, storie edificanti. Con sottofondi musicali sempre azzeccati, da Perfect di Ed Sheeran a Jamming di Bob Marley, numerose sono state le sue incursioni anche all’estero. Il suo paradigma narrativo ha fatto scuola. Il primo viaggio (o villeggiatura o vacanza) fatti da bambino…«Mio padre e mia madre erano dei girandoloni… Le vacanze divertenti erano nella costa adriatica. Appuntamento fisso tra Rimini e Riccione, ma ogni tanto si cambiava. Questo mi ha avvicinato a San Marino. Ho avuto un grande amico, Little Tony, che si presentava con Ferrari con targa di questa repubblica con una storia di 1.700 anni. In estate, negli spazi verdi dei castelli di San Marino, i miei affittavano una stanza in un casolare…». Che professione hanno svolto sua madre e suo padre?«Mia madre, Anna - ci parlo ancora eh, sono mammone, è morta che le mancavano tre mesi a 101 anni - era casalinga e pensava a me, sapeva cucinare molto bene. Mio padre era ritrattista dei Papi. Fu incaricato dai Padri Passionisti di Santa Croce di dipingere santa Maria Goretti e questo quadro rimase per 30 anni alla Scala Santa. Poi, facendo una puntata di Sereno variabile a Corinaldo, nelle Marche, nella casa natale della santa rimasi sbalordito nel vedere il ritratto fatto da mio padre… Non eravamo ricchi, mia mamma mi ha insegnato a dividere le cose con gli altri». Due lauree. Una in economia e commercio, l’altra in sociologia. Com’è nata la passione per turismo e viaggi? «Credo mi sia stata trasmessa nel Dna dai miei genitori, i quali facevano viaggi anche lunghi, pazzeschi. Quando diventai grande erano quasi in concorrenza con me. Poi sono sempre stato curioso. Vedere le carte geografiche e sognarci sopra… Mia moglie mi dice che ho la testa a mappamondo». Sereno variabile nel Guinness dei primati. Ne ricordiamo la motivazione? «La definizione esatta è “il programma di più lunga durata al mondo di tutti i tempi” e, ininterrottamente, con lo stesso conduttore, stessa rete, Rai2 . Per ottenerlo ci ho messo due anni. È stato più facile percorrere i 18 milioni di chilometri che ho fatto, come essere andato 42 volte sulla Luna e aver fatto 422 volte il giro del mondo. Poi, non è che andavo in onda da settembre a giugno, ma tutto l’anno».L’idea della trasmissione è tua. Com’è nata?«Nasce dal fatto che, a 18 anni, scrivevo per Paese sera. Mi occupavo di scienza e spettacoli. Feci amicizia con Dario Argento, che era vice per il cinema. Creai Turismo domani e la rivista sulle regioni. Mi chiamano amici della Rai per fare Ticket, su Radio 1, da Firenze, e poi Week-end e La diligenza. Massimo Fichera, un genio della televisione, stava avviando Rai2, e mi chiese un progetto. Per il titolo, uno disse “Bello stabile”, nooo, facciamo Sereno variabile perché io sono sereno e piacevolmente variabile. Fichera disse “partiamo in 15 giorni, conduci tu”. E io: “Con questa faccia?”. “Sì, con quella faccia”. Bernacca ci tenne a battesimo. Andavano filmati e diapositive. Poi abbiamo iniziato a viaggiare». C’è qualche luogo d’Italia che, in 40 anni, non abbia scandagliato?«Centinaia. Ho fatto un conto. Per visitare tutta l’Italia, metro per metro, occorrerebbero sette vite». Quali furono i motivi della fine della trasmissione? «Avevo l’età per andare in pensione. Perché mi sono un po’ fermato? Avendo una responsabilità, dopo l’arrivo del Covid, fui chiamato per riprendere, nella prospettiva che si sarebbe potuto viaggiare nuovamente. Era tutto bloccato. La concessione che mi fecero fu: “Al massimo puoi arrivare ai Castelli Romani”. Gli scienziati dicevano che sarebbe durata anni. Vado ai castelli Romani dopo aver fatto conoscere l’Italia? Poi iniziarono le aperture. Andai a una pieve del ’400. Mi dissero “Bevilacqua, non può entrare perché il priore ha il Covid”. “Dove sta, a casa?”. “Sì, ma non si può entrare”. Una mostra? Anche lì c’erano casi Covid. Tra il 2020 e il ’21, il capostruttura mi chiamò dicendomi che il direttore “vuole che tu riprenda”. Ci vediamo. Quando si andrà in onda? “Alle 17 e 15”. Non più nel primo pomeriggio. Non me la sentivo di espormi, con un record di questo tipo…». È pertanto corretto dire che il Covid ha fortemente inciso…«…sulla mia scelta. Sono state le conseguenze del Covid, il long-Covid. Continuai a collaborare. Ma accadde un’altra cosa…». Quale?«Fui chiamato dai vertici dello Stato. C’erano personaggi importanti. Mi dissero “Osvaldo ci devi fare una cortesia. Devi uscire, ma di corsa, sui social”. Sapendo che lì ti triturano, risposi “ma che male ho fatto?”. “Tranquillizza la gente”. “Tu devi uscire sui social perché tra una settimana chiuderemo l’Italia. Arriverà una pandemia che farà più morti della Seconda Guerra mondiale”. Ogni volta che ci penso mi si accappona la pelle. Questo non l’ho mai detto a nessuno». E quindi cos’hai fatto? «Aprii “casa Osvaldo” e in moltissimi mi chiedevano di tornare in tv. E come facevo? Misi cose di repertorio, raccontandole dal mio studio. Una critica su mille. Non rispondevo, ma lo facevano gli altri: “Persone come Osvaldo non devono andare in pensione”». I social e il Web sono tuttavia una nuova prospettiva… «A ottobre inaugureremo il canale kronostorie.it, con il telegiornale di belle notizie». Prima mi dicevi che l’idea di raccontare ogni luogo d’Italia è improba. Tuttavia hai scandagliato la penisola in lungo e in largo. Facciamo una prova. Chi ti sta intervistando è originario di Legnago, in Veneto. Conosci questa località?«Come no! Mi ricorda una piacevolissima scoperta, il castello di Bevilacqua (Comune che dista qualche chilometro da Legnago, ndr.), località che coincide con il mio cognome. Ho pensato: “Ho un castello e non lo sapevo”. Quindi sono andato lì con le mie truppe, nel senso di troupe televisive, per riconquistare i miei possedimenti… E allora ho conosciuto questa famiglia straordinaria, la famiglia di Roberto Iseppi, il proprietario, ed è nata una bella amicizia…».Andiamo a vedere su Rai Play. Questa puntata è andata in onda il 2 febbraio 2019. Oltre al castello di Bevilacqua visitasti anche, oltre a Montagnana (Padova), anche la comunità per inserimento di disabili della fondazione Irea a Este. È bella l’idea che, nella scoperta di un luogo, ci si addentri anche nelle sue iniziative solidali...«Quando vado in un piccolo centro cerco subito se ci sono le panchine. Mi siedo con gli anziani, li abbraccio e parliamo del passaggio di donne… La prima cosa che chiedo è “cosa fate per le persone con disabilità?”. A Diamante, in Calabria, visitai un’associazione per ragazzi Down. Facevano immersioni subacquee, guidati da un istruttore, un ragazzo, non vedente. Arrivarono giornalisti dalla Svizzera, dalla California…».Sereno variabile ha fatto spesso conoscere località estere… «Australia, Polinesia, Cina, quasi tutta l’Africa, quasi tutta l’Europa e molto altro».Maria Giovanna Elmi, co-conduttrice, colonna della trasmissione. Nella sigla cantava Scivolare, indimenticabile. «Al mio regista Luigi Costantini, che non c’è più, dissi che ci vorrebbe una presenza femminile, eravamo all’apice del successo… Maria Giovanna è una persona straordinaria, ha un tale rispetto per le persone, per la vita, per la gente, carina, garbata… Con lei abbiamo fatto la prima vera mondovisione, da Verona. Ricordo che andammo al Circolo Polare Artico per far vedere com’è un matrimonio in Lapponia…».Il patrimonio dei borghi storici italiani, spesso siti Unesco. «Ho collaborato per anni con l’Unesco per questo. Ora mi occupo dei borghi più belli d’Italia per l’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani, ndr.). Per ottenere questo riconoscimento occorrono oltre 70 parametri. C’è una coda interminabile, perché il turismo anche dall’estero aumenta. Oggi i borghi sono 375, ma probabilmente, entro fine anno, diventeranno 400. Con Fiorello Primi stiamo agendo per contrastarne lo spopolamento e dare possibilità ai giovani». Hai incarichi presso la Repubblica di San Marino, dove andavi da piccolo. «Ho avuto incarichi da ministro plenipotenziario e ora sono inviato straordinario per la cultura, territorio, ambiente, turismo». Oltre 40 anni fa hai coniato questa espressione: «Turismo passaporto per la pace».«Ho costituito “Pianeta Europa”, organismo che si occupa dei giovani e dei viaggi, perché ritengo che i giovani non possano avere frontiere. Invito al viaggio, a studiare la cultura dei popoli. Il mondo va scoperto, ma poi tornate a casa».Come vedi cambiato l’atteggiamento degli italiani nei confronti del viaggiare? «Gli italiani stanno diventando sempre di più professionisti del viaggiare perché hanno capito che non bastano mare e sole, ma ci vuole la cultura. Quando ho raccontato Napoli, tutto sulla cultura, abbiamo fatto il 28% di share e dall’altra parte c’era Il Grande Fratello…».
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