2022-07-29
Ospitiamo profughi, la Ue ci paga in vaccini
Rifugiati ucraini in arrivo a Roma (Ansa)
Arriva la «paghetta» dall’Europa per l’accoglienza dei rifugiati dall’Ucraina: 433 milioni di euro per Belgio, Lussemburgo e Italia. Da noi serviranno anche per le dosi di siero anti Covid. La Turchia si ricandida a ospitare i colloqui di pace tra Mosca e Kiev.Si chiama React-Eu il nuovo pacchetto di misure della Commissione europea a sostegno di Belgio, Italia e Lussemburgo per i loro sforzi in tema di accoglienza ai rifugiati dall’Ucraina. Il React-Eu prevede un finanziamento totale di 433 milioni dal Fondo di sostegno sociale europeo che in Belgio saranno interamente dedicati a sostenere l’occupazione in generale e l’inserimento lavorativo dei rifugiati ucraini, con particolare attenzione alle abilità digitali. Per quanto riguarda il Lussemburgo questi soldi andranno nel Fondo d’aiuto per i più poveri, per il potenziamento, per gli aiuti alimentari ai più bisognosi e permetterà alle famiglie più a rischio di non scivolare sotto la soglia di povertà, come diretta conseguenza della pandemia. E l’Italia? Secondo Italpress questi fondi verranno aggiunti a quelli già presenti nel programma «Capacità istituzionale e di governo» per compensare i 23.200 medici che hanno lavorato oltre l’orario consentito, per l’assunzione di nuovi professionisti nel settore e per l’acquisto di ulteriori dosi di vaccino.Il React-Eu nel 2021 ha già distribuito oltre 40 miliardi di euro agli Stati membri, oltre ai 3,5 miliardi di euro di anticipi per le tranche 2022 e 2023, inoltre nel programma europeo Fast-care, che estende il sostegno già fornito nell’ambito dell’azione di coesione per i rifugiati in Europa, si prevede un aumento dei pagamenti anticipati fino a 7 miliardi.Intanto la guerra continua e la macchina della diplomazia gira a pieno regime. Di ritorno dal suo tour in Egitto, Congo-Brazzaville e Uganda il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, si è recato a Tashkent (Uzbekistan) dove si sta svolgendo una riunione ministeriale dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai di cui fanno parte Cina, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. Qui ha di nuovo incontrato (si erano visti Indonesia per il G20) il suo omologo cinese Wang Yi ed è stata anche l’occasione per un siparietto quando Wang si è mostrato indeciso sul togliersi oppure no la mascherina: «Non aver paura, sei tra amici» gli ha detto Lavrov al quale il suo omologo cinese ha risposto: «Ci fidiamo l’uno dell’altro».Nel loro incontro secondo una nota del ministero degli Esteri di Mosca «hanno discusso della situazione in Ucraina, concordato di aumentare la cooperazione nel quadro di formati multilaterali e sono state prese in considerazione una serie di questioni di attualità nell’agenda regionale e internazionale, compresi i processi di integrazione nella regione dell’Asia centrale e la situazione in Afghanistan». Sempre sul fronte diplomatico la Turchia, galvanizzata dopo il successo ottenuto con la firma dell’accordo sul grano, ieri ha rilanciato una sua vecchia proposta: voler ospitare dei negoziati tra Mosca e Kiev e a questo proposito il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu durante una conferenza stampa congiunta con l’omologo georgiano Ilia Darchiashvili ha dichiarato: «Il ministero degli Esteri e di altre istituzioni sono disponibili a ospitare incontri nel nostro Paese per il negoziato sul cessate il fuoco tra Mosca e Kiev».Sempre a proposito di grano il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha affermato che il centro operativo che coordina l’esportazione dei cereali è pronto e per questo nelle prossime ore e nei prossimi giorni «inizieranno a partire le prime navi con il grano dai porti dell’Ucraina. Funzionari di Turchia, Russia, Ucraina e Onu lavorano giorno e notte per avviare il trasporto di grano con le navi in attesa nei porti ucraini nelle prossime ore e nei prossimi giorni». E le parole del viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko, che non più tardi di 48 ore fa ha dichiarato: «Se gli ostacoli alle esportazioni agricole della Russia non saranno prontamente rimossi l’accordo salta», vanno ascritte alla guerra delle parole? Magari sì, ma meglio non dare nulla per scontato.Una trattativa invece c’è ed è quella tra russi e americani in merito ad un possibile scambio di detenuti ma secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova «non ci sono ancora risultati». A questo proposito il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha dichiarato che «gli Usa hanno fatto una proposta alla Russia per liberare dei cittadini americani ritenuti detenuti ingiustamente in Russia». Tra loro c’è anche la star del basket Brittney Griner fermata e arrestata lo scorso 17 febbraio all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca perché trovata con delle cartucce per un vaporizzatore con dell’olio di hashish.Lei potrebbe essere scambiata con Viktor Bout, cittadino russo, uno dei più grandi trafficanti d’armi degli ultimi decenni, già condannato a 25 anni di carcere negli Stati Uniti per aver venduto gigantesche quantità di armi a terroristi e criminali di guerra. Le trattative riguardano anche la liberazione dell’ex marine americano Paul Whelan, arrestato in Russia nel 2018 con l’accusa di spionaggio. Dalla guerra delle parole a quella sul campo: ieri il distretto di Vyshgorod (regione di Kiev) è stato preso di mira da cinque attacchi aerei e secondo il capo dell’amministrazione militare regionale di Kiev Oleksiy Kuleba «tali azioni audaci dei russi dimostrando ancora una volta che invadono non solo le nostre terre, ma anche la nostra indipendenza e autenticità».In questi giorni si discute molto della controffensiva ucraina, vedi l’attacco al ponte principale di Kherson (zona occupata dai russi), un fatto che secondo il generale di Corpo d’armata Maurizio Boni non deve trarre d’inganno: «È inverosimile che l’Ucraina possa sostenere una controffensiva generale. I difensori hanno appena avvicendato alcune unità di manovra nel settore del Donbass e sono riusciti persino a realizzare una superiorità numerica sui russi in alcune porzioni del fronte. Ciò consente loro di contenere il prosieguo dell’offensiva russa nell’Ucraina orientale, ma l’attuale entità e capacità di combattimento dell’esercito di Kiev nel suo complesso non consentono di ribaltare gli esiti di quanto ottenuto sino ad ora da Mosca in tutti i settori del fronte».
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)