2022-05-26
Il traffico dei finti profughi
Sono ucraini, in gran parte badanti, in Italia da tempo e risultano clandestini. Ora escono dal Paese, vengono portati in Romania o Slovenia e rientrano facendosi dare il permesso di soggiorno. Con i benefici connessi. Reddito di cittadinanza (eterno) compreso.L’autobus si ferma, in orari notturni, nel parcheggio di un autogrill autostradale. Ad attendere c’è già un numero tale di straniere da permettere una partenza a pieno carico. Di solito la destinazione è uno dei Paesi dell’area Schengen: Polonia, Slovenia o Romania. Quest’ultima meta, risulta alla Verità, è quella preferita da chi organizza i viaggi per sfruttare fino in fondo l’emergenza del conflitto in Ucraina: l’obiettivo è ottenere un timbro per poi tornare in Italia e ottenere il permesso di protezione temporanea: un anno, prorogabile di sei mesi più altri sei, per un massimo di un altro anno. Molte cittadine ucraine, nella maggior parte dei casi badanti (ma ci sono anche tante colf e baby sitter), che erano in Italia da clandestine prima che scoppiasse il conflitto nel loro Paese, stanno affrontando questo percorso pur di mettere in regola la loro posizione. Al rientro in Italia si presentano in questura e compilano una dichiarazione di presenza. A quel punto la sanatoria per le clandestine ucraine è completata. Il rilascio del permesso temporaneo consente anche di svolgere attività lavorativa. Il gioco è fatto. Le ucraine tornano dagli anziani che accudivano, questa volta da regolari. Le partenze sembrano essere concentrate soprattutto nelle città in cui tradizionalmente c’è una presenza maggiore della comunità ucraina: Napoli, Caserta, Rimini e Firenze. Ma sembra che si contino molte partenze anche da città del Nord. E se non si riesce a riempire un bus, si affronta il viaggio anche con un’auto a noleggio. L’aspetto da chiarire, però, è cosa accade al momento dell’uscita dall’Italia. Perché non bisogna lasciare traccia. L’unico timbro utile è quello per rientrare. Per cercare di capire quanto è esteso il fenomeno, sono state contattate diverse questure e il Viminale. Prima del 24 febbraio, giorno in cui è iniziata l’invasione russa, in Italia erano residenti 248.000 ucraini. Il dato da prendere in considerazione è questo: le straniere non regolari impiegate come badanti o colf sono circa 200.000 e il 22% è di nazionalità ucraina. Si tratta quindi di circa 44.000 persone potenzialmente interessate a regolarizzare la propria posizione. E ovviamente la questione non è sfuggita a chi lavora all’Ufficio immigrazione della questura: «In alcuni casi le richieste di permessi arrivano da persone già note agli uffici perché erano state sottoposte a qualche controllo», spiega alla Verità un dirigente che si occupa di immigrazione. Scoprire il trucchetto è semplice: «Basta controllare da quanto tempo hanno un’utenza telefonica attiva in Italia». Dall’Ufficio espulsioni, invece, spiegano che «al momento gli ucraini sono gli unici di cui non ci stiamo occupando. Praticamente non sono espellibili per il solo fatto di essere ucraini». Ovviamente la questione non è rimandare indietro gli irregolari, ma capire chi sta speculando sulla loro regolarizzazione. Che, inoltre, sembra una sorta di condono. Visto che quasi 20.000 lavoratrici ucraine aspettano ancora il permesso di soggiorno dalla sanatoria dell’estate 2020. In molte vorrebbero uscire dall’Italia per raggiungere figli e parenti in fuga dalle bombe. La norma, però, prevede che non si possa lasciare l’Italia fino alla completa risoluzione della pratica. Altrimenti scatta il rigetto della richiesta di regolarizzazione. Un monitoraggio effettuato dalla campagna Ero straniero, promossa dai radicali nell’ottobre 2021, ha svelato che solo un terzo delle pratiche era stato ultimato dalle prefetture. Una questione che il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese sembra aver tenuto chiusa per molto tempo nell’ultimo cassetto della sua scrivania. La fonte dell’Ufficio espulsioni non si scompone quando chiediamo dei traffici per portare le ucraine dall’Italia al confine con la Romania: «Non mi sorprende affatto. Pur non potendovi fornire un riscontro pratico, di certo c’è che gli ucraini adesso non chiedono lo status di rifugiato. Dato che ottengono il permesso di soggiorno dimostrando di provenire dall’Ucraina o di aver ricevuto un visto dell’area Schengen». Dunque, le classiche richieste di protezione internazionale sono quasi completamente scomparse: «È una procedura più lunga», spiega la fonte, «e che prevede il ritiro del passaporto». Inoltre, «l’ottenimento dell’asilo», aggiunge il funzionario, «impedisce a chi lo consegue di far ritorno al proprio Paese. Questo per essere più diretti». E spiega: «Nella nuova normativa ad hoc per lo scoppio della guerra, molte problematiche sono state superate. E quindi certo non mi meraviglia che qualcuno organizzi viaggi a pagamento per ottenere questo timbro d’ingresso che, ripeto, vale un permesso di soggiorno biennale». Analizzando il fenomeno dei viaggi sotto il profilo legale, la fonte ha pochi dubbi: «Nonostante sia una fattispecie di reato, però, probabilmente questo stratagemma, di fatto, neanche servirebbe, considerando che se degli ucraini vengono trovati per strada senza documenti da una volante non sono espellibili». E ancora: «Non puoi essere rimandato in una zona di guerra, senza dimenticare che magari il giorno successivo un ucraino potrebbe espatriare e prendere il visto di un Paese dell’area Schengen, e a quel punto ottenere il permesso di soggiorno». Prima di concludere la fonte precisa: «Chi ha un timbro di ingresso successivo al 24 febbraio ottiene il permesso di soggiorno biennale in maniera automatica (108.069 richieste fino a ieri, ndr); coloro i quali vivevano in Italia da prima dell’invasione russa, anche se irregolari, vengono esortati a fare richiesta di protezione internazionale che, nella maggior parte dei casi, viene concessa da una commissione territoriale». Il caso più delicato, invece, «riguarda chi ha già presentato due richieste, ed entrambe sono state bocciate. Non ne possono fare una terza». E restano in un limbo. Con molta probabilità l’escamotage serve proprio a loro.