
erano alte ma il risultato ha superato ogni rosea previsione: con questa commedia diretta da Gennaro Nunziante e distribuita da Medusa, Zalone ha superato sé stesso conquistando il 78,8% della platea complessiva (680.000 persone nelle sale): nel 2016 Quo Vado, uscito il primo gennaio, aveva raggiunto il 65,6%, mentre nel 2020, con Tolo Tolo, uscito sempre il primo gennaio, si era assicurato il 75,7%. Il successo di Buen Camino è stato omogeneo su tutto il territorio nazionale e ha trainato l’intero comparto: era da 14 anni che, nel giorno di Natale, il mercato cinematografico non superava i 7 milioni di euro d’incasso.
Commedia divertente, leggera, prodotta da Indiana production con Medusa, in collaborazione con Mzl e Netflix, Buen Camino è la storia di un cafonissimo quanto ignorante miliardario, un produttore brianzolo di divani, che proprio mentre sta preparando la festa per il suo 50° compleanno scopre che la sua unica figlia, battezzata Cristal in onore del famoso champagne, si è dileguata. La ribellione al lusso sfrenato in cui vive il padre si concretizza nel Cammino di Santiago de Compostela: Zalone lo scopre e si mette all’inseguimento della figlia adolescente, tra ostelli spartani e sentieri polverosi. In sala fragorose risate per le gag a raffica e le battute, anche politicamente scorrette, come quella sul nuovo compagno della ex moglie, un regista palestinese, «l’unico che occupa dei territori a Gaza, gaza mia», e quella sull’ostello: «Mi sembra di stare in un film, Schindler’s List». Battute che hanno fatto indignare i soliti benpensanti, ma Zalone non si scompone: «Invece di lamentarsi del politicamente corretto», ha detto in conferenza stampa pochi giorni prima dell’uscita del film, «bisogna essere intelligentemente scorretti, io non avverto questo problema».
In un solo giorno, Buen Camino ha già raggiunto la settima posizione della classifica degli incassi dei film italiani usciti nel corso dell’ultimo anno: al primo posto c’è Follemente, commedia diretta da Paolo Genovese uscita nello scorso febbraio, che dopo dieci mesi nelle sale ha raggiunto quota 18 milioni di incassi; seguono Diamanti di Ferzan Özpetek nelle sale già da un anno; Io sono la fine del mondo di Angelo Duro , anche lui uscito un anno fa e diretto dallo stesso Nunziante; Io e te dobbiamo parlare, scritto, diretto e interpretato da Alessandro Siani, uscito a dicembre 2024; Oi vita mia di Pio e Amedeo, uscito lo scorso novembre, e La vita va così, diretto da Riccardo Milani, uscito a ottobre 2025.
Facendo qualche semplice calcolo sugli incassi che la commedia di Zalone potrà realizzare da oggi all’inizio di gennaio, è facile prevedere che Buen Camino schizzerà in vetta alla classifica dopo meno di due settimane di programmazione. In ogni caso, questa classifica fa comprendere in maniera cristallina che gli italiani al cinema vogliono divertirsi e rilassarsi: Checco Zalone, Angelo Duro, Pio e Amedeo e Alessandro Siani sono comici puri, ognuno con il suo stile ma tutti lontanissimi dal cinema che piace agli intellettuali, ai benpensanti, in sostanza quello a base di indigeribili mattoni drammatici costellati di messaggi politico-culturali. Non può non tornarci in mente la leggendaria, eroica ribellione del ragionier Ugo Fantozzi quando, obbligato con i suoi colleghi a partecipare all’ennesima proiezione della Corazzata Potëmkin al cineforum del professor Guidobaldo Maria Riccardelli, mentre in tv c’è Inghilterra-Italia di Coppa del Mondo, sale sul palco e esclama: «La Corazzata Potëmkin è una cag... pazzesca!», ricevendo i famosi 92 minuti di applausi.
Del resto, fino a qualche anno fa, i cinema a Natale si gremivano di spettatori che non vedevano l’ora di assistere all’annuale cinepanettone prodotto dalla Filmauro di Aurelione De Laurentiis, diretto per lo più da Neri Parenti e interpretati dalla coppia Massimo Boldi-Christian De Sica, con battute molto «politicamente scorrette», che forse oggi non potrebbero essere inserite, ma che facevano e fanno ancora ridere di gusto.






