2021-09-26
Ospedali, allarme delle Regioni. «Rischiamo di chiudere reparti»
Si fa presto a dire sospendiamoli e leviamogli lo stipendio che poi, vedrete, verranno a più miti consigli. Sì, si fa presto a fare un decreto, ma poi, dopo aver approvato e mostrato il braccio violento della legge al cittadino che non intende adeguarsi, bisogna anche affrontarne le conseguenze. E gli effetti dei provvedimenti decisi dal governo, con l'estensione dell'obbligo del green pass a 23 milioni di lavoratori, sono quelli che ora vi descriviamo e che, nei prossimi giorni, gli italiani toccheranno con mano. Lasciamo perdere la scuola, dove ci sono insegnanti che si sono fatti il tampone 48 ore prima e che vedono scadere il loro certificato verde a metà lezione e sono accompagnati fuori dall'aula manco avessero rubato le matite al preside. Tralasciamo anche quegli impiegati a cui è negato l'ingresso in azienda nonostante abbiano certificati che sconsigliano di sottoporsi alla vaccinazione o green pass cartacei che non sono accettati dal datore di lavoro. Concentriamoci invece su ciò che sta accadendo negli ospedali, in quanto la salute interessa tutti. Fino a pochi giorni fa le aziende ospedaliere avevano temporeggiato nella speranza che la situazione si chiarisse o si alleggerisse. Invece niente di ciò che si auspicavano è successo e così ora, in ossequio alle disposizioni del ministero della Salute, le direzioni sanitarie sono costrette ad agire, cioè a sospendere medici e infermieri che non risultino vaccinati. Giovedì il ministero guidato da Roberto Speranza ha inviato una circolare all'Ordine dei medici che non ammette esitazioni: «La vaccinazione anti Covid degli operatori sanitari è un requisito imprescindibile per svolgere l'attività professionale». Dunque, i medici di base che non si siano sottoposti a prima e seconda dose vanno sospesi, cioè non possono più esercitare e dunque visitare, prescrivere medicinali, auscultare i pazienti eccetera. Allo stesso tempo, vanno sospesi dalla professione anche i dottori che operano all'interno degli ospedali e di conseguenza pure gli infermieri e tutto il personale che ruota intorno ai pazienti. In Veneto, per esempio, sono già stati lasciati a casa 450 medici e assistenti, ma per altri 3.550 potrebbe a breve scattare la stessa misura. Risultato, in poche settimane le corsie potrebbero svuotarsi, private di personale indispensabile per assistere i ricoverati. A Padova, Alessio Scatto, anestesista simbolo della lotta al Covid durante la prima ondata della pandemia, è già stato sospeso in quanto privo di green pass, ma in Italia potrebbe presto toccare ad altri 45.753 medici e infermieri. Già prima del Covid, il servizio sanitario lamentava una carenza di personale, immaginatevi ora, dopo un anno e mezzo di pandemia e migliaia di operatori costretti a rimanere a casa dalle nuove regole. Solo per restare al Veneto, significherebbe privarsi di almeno il 3 per cento dei dipendenti, una quota di personale che tra turni, ferie e malattie non può certo considerarsi irrilevante, soprattutto in un periodo di emergenza. Senza contare che a questi numeri vanno aggiunti gli operatori che lavorano nelle Residenze sanitarie per anziani, nelle cui fila i non vaccinati pare non siano pochi. Risultato, il governatore del Friuli, Massimiliano Fedriga, a nome degli altri presidenti di Regione, ha preso carta e penna e ha scritto al ministro della Salute, Speranza, mettendolo in guardia dai gravi pericoli di carenza del personale. Qui si rischia di dover chiudere interi reparti ospedalieri. Non solo: siccome a finire in quarantena, privati del lavoro e dello stipendio, sono anche i medici di base non vaccinati, gli assistiti senza più assistenza si riverseranno sui presidi ospedalieri, ovvero sui pronto soccorso, con le immaginabili conseguenze. Insomma, si fa presto a dire: o vi vaccinate o vi leviamo il lavoro e pure la busta paga. Ma poi bisogna essere pronti a patirne le conseguenze. O meglio, a non farle patire ai pazienti i quali, ricoverati in ospedale o semplicemente bisognosi di assistenza domiciliare, rischiano di essere abbandonati a loro stessi, senza sapere a chi rivolgersi in caso di bisogno. Altrimenti si rischia l'interruzione di pubblico servizio, che in materia sanitaria è un brutto segnale per un Paese che ha nella sua Costituzione l'assistenza sanitaria garantita a tutti i cittadini. Vedendo alcune manifestazioni pubbliche a cui presenziavano gli operatori sanitari, ma anche leggendo alcune conversazioni che circolano nelle chat, ossia nei gruppi online degli operatori sanitari, non avevamo dubbi che sarebbe finita così, con un decreto di difficile applicazione. Soprattutto non avevamo la minima incertezza che, usando il pugno di ferro invece della strategia del convincimento, ci saremmo trovati a questo punto. Come dimostra l'andamento della campagna vaccinale, invece di spingere le persone a prenotarsi per ricevere il siero anti Covid, l'obbligo sta scoraggiando le persone. Dunque, il raggiungimento della percentuale di italiani immunizzati fissata dal commissario straordinario Francesco Paolo Figliuolo, invece di avvicinarsi si sta allontanando. In base alle previsioni di un mese fa, l'80 per cento di vaccinati avrebbe dovuto essere raggiunto il 22 settembre, ma poi la data si è progressivamente spostata, prima alla fine di settembre ora ai primi di ottobre: di questo passo non sappiamo. Insomma, il pugno di ferro si è trasformato in un pugno in faccia ai talebani dell'iniezione. Un rischio che avevamo spiegato e rispiegato, ma che a un ripetente (negli errori) come Speranza a quanto pare non è entrato in zucca.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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