
Il titolare del Lavoro prende tempo coi sindacati, però si torna a parlare di pensioni. Proroga del blocco dei licenziamenti, in scadenza il 31 marzo; proroga degli ammortizzatori sociali; massima disponibilità a organizzare vaccinazioni di massa sui posti di lavoro. Sono queste le richieste fatte ieri dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, in videoconferenza, al neo ministro del Lavoro - nonché vicesegretario del Pd - Andrea Orlando nel primo incontro dopo il giuramento (e prima della fiducia al governo di Mario Draghi). Da parte sua Orlando, che ha ereditato il dicastero della grillina Nunzia Catalfo, si è preso 15 giorni di tempo per decidere sulle emergenze, compresa una scadenza piuttosto vicina come quella dei licenziamenti, che rischia di diventare una bomba sociale: nel 2020 sono andati persi 444.000 posti di lavoro (e solo a dicembre si sono registrati 101.000 occupati in meno, di cui 99.000 donne). Come ha spiegato il leader della Cgil, Maurizio Landini, «il ministro ci riconvocherà entro la fine del mese per avanzare una prima proposta sugli ammortizzatori sociali, sulle politiche attive e per presentare un'agenda di lavoro per affrontare i temi posti nell'incontro odierno». Un meeting in cui è stata ribadita la necessità di «prorogare il blocco dei licenziamenti, dando continuità alla cassa Covid e incentivando anche i contratti di solidarietà e di espansione in alternativa ai licenziamenti», ha aggiunto Landini, che ha concluso: «Il decreto ristori deve inoltre coprire con le indennità tutte le forme di lavoro già tutelate dai precedenti dpcm e chi ne è rimasto escluso, prevedendo anche la proroga di Naspi e Discoll, tutto ciò includendo anche i settori maggiormente colpiti come turismo, servizi, spettacolo e cultura». «Nello stesso tempo occorre subito», secondo la segretaria Cisl, Annamaria Furlan, «avviare il confronto sul rilancio delle politiche attive del lavoro, oggi praticamente assenti nel nostro Paese, con l'obiettivo di costruire una sinergia tra i centri pubblici per l'impiego e le strutture private, in un rapporto nuovo tra territorio, scuola, università ed imprese». La Cisl ha inoltre chiesto «l'apertura di un confronto sulle pensioni ed in particolare sulla necessaria flessibilità in uscita, vista la scadenza a fine anno di quota 100», mentre ha sottolineato la contrarietà «al salario minimo per legge, che potrebbe significare un indebolimento della contrattazione ed una via facile per le imprese per diminuire i salari. Affrontiamo il vero tema, che è quello di estendere le coperture a quella parte di lavoratori oggi non coperti dalla contrattazione nazionale». E se per la Cgil è necessario anche rivedere e aggiornare i protocolli su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, alla luce dei cambiamenti che ci sono stati con pandemia e piano di vaccinazione, il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, proprio su questo tema ha detto: «Noi proponiamo, d'accordo con chi lo ha già fatto, di predisporre un piano di vaccinazione da somministrare all'interno dei luoghi di lavoro, coinvolgendo tutte le parti sociali, le aziende e i lavoratori». Un modo per accelerare i tempi e superare anche tutti i problemi delle costose e fallimentari «primule» del commissario Arcuri. Per Bombardieri altri temi urgenti sono «il lavoro al Sud e quello per i giovani e per le donne. Poi le politiche attive del lavoro, questione che va correlata anche al Recovery Fund. Occorre, infatti, chiedere all'Europa il rifinanziamento di un nuovo programma Sure per tutto il 2021. In questo quadro, la riforma degli ammortizzatori sociali va fatta a bocce ferme e non mentre è in corso l'emergenza, e va fatta nel rispetto del principio assicurativo, anche tenendo conto di logiche solidali». Dopo i sindacati, già fissato per domani l'incontro fra Orlando e Confindustria.
Nadia e Aimo Moroni
Prima puntata sulla vita di un gigante della cucina italiana, morto un mese fa a 91 anni. È da mamma Nunzia che apprende l’arte di riconoscere a occhio una gallina di qualità. Poi il lavoro a Milano, all’inizio come ambulante e successivamente come lavapiatti.
È mancato serenamente a 91 anni il mese scorso. Aimo Moroni si era ritirato oramai da un po’ di tempo dalla prima linea dei fornelli del locale da lui fondato nel 1962 con la sua Nadia, ovvero «Il luogo di Aimo e Nadia», ora affidato nelle salde mani della figlia Stefania e dei due bravi eredi Fabio Pisani e Alessandro Negrini, ma l’eredità che ha lasciato e la storia, per certi versi unica, del suo impegno e della passione dedicata a valorizzare la cucina italiana, i suoi prodotti e quel mondo di artigiani che, silenziosi, hanno sempre operato dietro le quinte, merita adeguato onore.
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».
C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.
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A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.
Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».





