2024-12-27
Orchestraccia, Don Cash e Taranta. Il concerto rabberciato di Gualtieri
Il dem voleva un Capodanno per giovani al Circo Massimo. Peccato che chi sale sul palco attiri più le famiglie attempate.ha rabberciato un concerto alternativo, diciamo un po’ retrò. Il Tony, ormai divenuto martire nazionale - forse gli dedicheranno anche una statua marmorea equestre su un colle di Roma -, svolgerà il suo concerto con ingresso al prezzo politico di 10 euro al Palaeur, peraltro avendo raggiunto il tutto esaurito in poco meno di due giorni. Al concerto di Gualtieri, chi andrà, troverà la Pfm, Gabry Ponte dj e produttore noto a livello mondiale, l’Orchestraccia, la Taranta dell’Orchestra popolare, il rapper Don Cash, Maria Chiara Belardo e Mauro Zavadava Mandolesi, tre voci della radio Rds. Non proprio un concerto per attirare i giovani. Direi più per famiglie attempate. Sarebbe come se uno ti invita a cena per offrirti piatti esotici e poi ti trovi la coda alla vaccinara, la trippa e prima una bella carbonara. Non c’è male. Ma allora tanto valeva che il noto chitarrista, Gualtieri medesimo, si esibisse in un one man show stornellando canzoni romane e repertorio dei suoi tempi giovanili.Tony Effe è stato cacciato dal concerto per i suoi testi misogini e sessisti e, per solidarietà si sono sfilati anche Mahmood e Mara Sattei. Ora, che Tony Effe scriva roba che a me non piace e che i suoi testi siano traboccanti di misoginia e trattamento indegno delle donne forse Gualtieri non lo sapeva, ma lo sapevano anche i sanpietrini e le buche di Roma. Ognuno su questi testi può pensare ciò che vuole e un sindaco può decidere di non volerli nel concerto che la sua città, in questo caso la Capitale, offre. Ma lo deve fare prima, non dopo che li ha già invitati perché sennò si chiama censura, dovuta a un’organizzazione da parte del Comune che ha fatto acqua da tutti i pori. Ma chi cazzo li ha chiamati? Chi cazzo ha scritto il cartellone con i cantanti e poi lo ha diffuso alla stampa? Ma chi pensavano che fosse Tony Effe, una lettera dell’alfabeto col nome? Un ballerino? Uno che frequenta le sagre paesane e le feste della porchetta nella zona di Frascati? Non c’è uno in tutto il Comune che poteva essere incaricato di informarsi su quel che cantava e leggere i suoi testi per poi sottoporli al vaglio del sindaco? Al Comune di Roma al massimo arrivano a Nilla Pizzi?Io non sono un esperto di rapper, di trapper, ma spesso nella mia trasmissione sono stati ospiti e con loro esponenti di baby gang e maranza che a quella musica si abbeverano, si imbottiscono di quei testi, credono che quello che viene cantato da costoro sia il verbo da seguire. Certi testi, oltre alla misoginia e a parole sulla donna ributtanti sono presenti veri e propri incitamenti a comportamenti violenti, ma tutto questo lo si sa, lo sanno tutti, non può non saperlo la giunta della Capitale, il suo sindaco chitarrista, gli assessori, qualche dirigente che non viva sulla Luna, ma qui, tra di noi. Io penso che questo fenomeno debba destare qualche preoccupazione, soprattutto in certe periferie dove gli adolescenti e i ragazzi, già da giovanissimi ritengano non lecito, ma doveroso, portare con sé in tasca un coltello perché non si sa mai. Ci ho parlato a lungo e credo di aver capito un loro principio basilare: quello che ritengo giusto fare faccio, quello che ritengo possedere se non posso comprarlo lo rubo, i poliziotti, gli sbirri - come li chiamano loro - sono i nemici dai quali difendersi. Materiale esplosivo che andrebbe trattato con la cura di un artificiere. Ma questo è un altro discorso.Tornando a Gualtieri, invece che muoversi con la cura dell’artificiere ha gettato sul fuoco latte di benzina con l’effetto opposto di quello che, magari, chissà, voleva ottenere. Un casino. Prevedibile, evitabile, aggirabile con il semplice e indispensabile uso di un po’ di buonsenso. Io, a quel concerto, non ci sarei andato perché anzitutto non mi piace quella musica e in più non mi piacciono affatto neanche i testi e perché credo anche che quel modo di pensare non faccia neanche bene a nessuno. Ma queste sono mie idee. E non c’entrano nulla con chi organizza tutto per Tony Effe e compagni e poi, a un certo punto, si accorge che non va bene e annulla tutto non ottenendo nessun effetto se non negativo. Peggio di così non si poteva.
Nicolas Maduro e Hugo Chavez nel 2012. Maduro è stato ministro degli Esteri dal 2006 al 2013 (Ansa)
Un disegno che ricostruisce i 16 mulini in serie del sito industriale di Barbegal, nel Sud della Francia (Getty Images)
Situato a circa 8 km a nord di Arelate (odierna Arles), il sito archeologico di Barbegal ha riportato alla luce una fabbrica per la macinazione del grano che, secondo gli studiosi, era in grado di servire una popolazione di circa 25.000 persone. Ma la vera meraviglia è la tecnica applicata allo stabilimento, dove le macine erano mosse da 16 mulini ad acqua in serie. Il sito di Barbegal, costruito si ritiene attorno al 2° secolo dC, si trova ai piedi di una collina rocciosa piuttosto ripida, con un gradiente del 30% circa. Le grandi ruote erano disposte all’esterno degli edifici di fabbrica centrali, 8 per lato. Erano alimentate da due acquedotti che convergevano in un canale la cui portata era regolata da chiuse che permettevano di controllare il flusso idraulico.
Gli studi sui resti degli edifici, i cui muri perimetrali sono oggi ben visibili, hanno stabilito che l’impianto ha funzionato per almeno un secolo. La datazione è stata resa possibile dall’analisi dei resti delle ruote e dei canali di legno che portavano l’acqua alle pale. Anche questi ultimi erano stati perfettamente studiati, con la possibilità di regolarne l’inclinazione per ottimizzare la forza idraulica sulle ruote. La fabbrica era lunga 61 metri e larga 20, con una scala di passaggio tra un mulino e l’altro che la attraversava nel mezzo. Secondo le ipotesi a cui gli archeologi sono giunti studiando i resti dei mulini, il complesso di Barbegal avrebbe funzionato ciclicamente, con un’interruzione tra la fine dell’estate e l’autunno. Il fatto che questo periodo coincidesse con le partenze delle navi mercantili, ha fatto ritenere possibile che la produzione dei 16 mulini fosse dedicata alle derrate alimentari per i naviganti, che in quel periodo rifornivano le navi con scorte di pane a lunga conservazione per affrontare i lunghi mesi della navigazione commerciale.
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Viktor Orbán durante la visita a Roma dove ha incontrato Giorgia Meloni (Ansa)
Francesca Albanese (Ansa)