2024-11-10
L’Olanda indaga sugli avvisi ignorati: «Il Mossad aveva dato l’allarme»
Mentre Amsterdam vieta le manifestazioni, i media di Gerusalemme accusano: il pericolo è stato sottovalutato. Il premier rinuncia alla Cop di Baku, Geert Wilders rassicura il ministro israeliano. Domani cdm sull’antisemitismo.Il premier olandese, Dick Schoof, non andrà a Baku per la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2024 (Cop29), per tentare di gestire il caso dell’assalto ai tifosi israeliani avvenuto a Amsterdam nella notte tra giovedì e venerdì. «A causa del forte impatto sociale degli eventi di giovedì scorso ad Amsterdam, resterò nei Paesi Bassi. Lunedì, in sede di Consiglio dei ministri, discuteremo degli eventi di Amsterdam e martedì, nel Sottoconsiglio (una riunione separata del cdm olandese, ndr), sarà all’ordine del giorno la lotta all’antisemitismo. Inoltre, martedì avrò colloqui con diverse organizzazioni ebraiche e della società civile sull’approccio all’antisemitismo e sui disordini e le preoccupazioni», ha scritto Schoof su X.Il governo olandese, travolto dalle polemiche, sta indagando se e in che modo i segnali d’allarme evidenziati da Israele nei giorni precedenti alla partita siano stati ignorati e per quale motivo le bande arabe e musulmane locali abbiano potuto scagliarsi praticamente indisturbate contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv. Il ministro della Giustizia, David van Weel, in una lettera al Parlamento, ha affermato che «è ancora in corso un’indagine sui possibili segnali di allarme provenienti da Israele. Il pubblico ministero ha dichiarato che intende applicare la giustizia accelerata il più possibile e identificare ogni sospettato è la priorità assoluta». La sua lettera è arrivata dopo l’incontro con il neo ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, che si è recato ad Amsterdam dopo gli attacchi per supervisionare il volo di soccorso che ha riportato a casa i tifosi israeliani. Sa’ar ha incontrato anche Geert Wilders, a capo del più grande partito del governo olandese, acerrimo nemico dell’islam e che per questo vive blindato nel suo Paese. Wilders ha affermato di aver assicurato a Sa’ar «del nostro interesse comune nello sconfiggere l’antisemitismo e l’odio verso gli ebrei e che i valori islamici radicali non hanno posto in una società libera».Sono molti i misteri che avvolgono quanto avvenuto ad Amsterdam giovedì sera. Ad esempio, perché la polizia ha dichiarato che solo quattro delle 63 persone inizialmente arrestate sono ancora in custodia? E perché non è stato fatto come in Turchia? Il 28 novembre, il Maccabi Tel Aviv avrebbe dovuto affrontare a Istanbul la squadra di calcio turca del Besiktas per il torneo di Europa League, ma lunedì scorso il club turco ha annunciato che «la partita si giocherà in un Paese neutrale, e che resta ancora da definire insieme alla Uefa quale sarà esattamente quella sede alternativa». La decisione è stata presa perché si ritiene che l’evento sia ad alto rischio «nel contesto della crescente tensione tra Turchia e Israele, esacerbata dall’inizio del conflitto a Gaza il 7 ottobre». Evidentemente l’Organizzazione di intelligence nazionale, consapevole del rischio, ha fatto mettere in moto la macchina per spostare la partita. Perché l’Olanda non ha fatto lo stesso? Più passano le ore e più si complica la posizione delle autorità olandesi, tanto che venerdì sera un alto funzionario del Mossad ha dichiarato che i servizi di sicurezza israeliani «avevano individuato un focolaio sui social media olandesi prima della partita con inviti da parte di gruppi filopalestinesi a tenere una protesta violenta vicino allo stadio». Per questo motivo il Mossad «ha inoltrato un avviso ai servizi di sicurezza nei Paesi Bassi con la richiesta di rafforzare immediatamente e in modo significativo la sicurezza per gli israeliani nell’area dello stadio e in tutta la città, con particolare attenzione agli hotel in cui era noto che soggiornavano i tifosi», aveva affermato il funzionario. Il funzionario ha poi osservato che gli attacchi, che ha detto «si sono diffusi a macchia d’olio», sono stati apparentemente organizzati da elementi islamici nei Paesi Bassi, e non dall’Iran, responsabile di fomentare violenti attacchi contro obiettivi israeliani in altre parti d’Europa, in particolare in Svezia e in Danimarca. Secondo i media israeliani, in particolare il notiziario Channel 12, altri ministeri israeliani avevano identificato minacce in anticipo. Tra questi, il ministero degli Affari della Diaspora, che monitora l’antisemitismo a livello globale, aveva redatto mercoledì un documento di avvertimento sottolineando «il rischio molto elevato di tali attacchi». La «caccia all’ebreo» scatenata da simpatizzanti filo Hamas, giovedì sera, ha portato le autorità locali a proibire per tre giorni ogni manifestazione pubblica in tutto il territorio della città di Amsterdam. Un provvedimento che non si vedeva da molti anni e che nulla ha a che fare con la cultura di tolleranza e di società aperta che caratterizza l’Olanda e Amsterdam in particolare. Ma d’altronde, quando permetti che il 10% della popolazione della tua città sia araba musulmana (e aumenterà), non ti resta che raccogliere i cocci del vaso che si è rotto. È un monito anche per l’Italia e per i fautori del «dentro tutti».
La nave Mediterranea nel porto di Trapani (Ansa)