2025-11-13
Ex legali di Sempio sentiti a Brescia. Oggi è il turno di Massimo Lovati
L’avvocato in Procura come «persona informata» nell’ambito dell’inchiesta su Venditti.A Brescia gli investigatori stanno cercando di ricostruire il percorso dei soldi che, secondo l’ipotesi della Procura, sarebbero serviti per oliare ingranaggi e comprare l’archiviazione dell’inchiesta del 2017 su Andrea Sempio, l’amico di Marco Poggi finito nel mirino per l’omicidio di Chiara e ora di nuovo indagato. Il sospetto è pesante: quei flussi di denaro, versati, prelevati e ridistribuiti in contanti dai Sempio, sarebbero stati impiegati per ottenere atti riservati dell’indagine, notizie utili per l’interrogatorio e anche l’archiviazione.E, così, ieri, per quattro ore di fila, sono stati sentiti a sommarie informazioni dalla pm bresciana, Claudia Moregola, gli avvocati Federico Soldani e Simone Grassi. Mentre oggi verrà ascoltato Massimo Lovati, che ora ha addirittura dato incarico a un portavoce e che per non aver avvisato il suo difensore, l’avvocato Massimo Gallo, si è beccato le invettive di quest’ultimo: «Non sono qui a fare il pupazzo». Gallo ha, però, anche specificato di essere stato nominato da Lovati solo per la querela per diffamazione che lo vede indagato per le frasi pronunciate sui colleghi dello studio legale Giarda (ex difensori di Alberto Stasi) e che né Lovati né la Procura di Brescia erano tenuti a dargli notizia dell’invito a comparire. Il fascicolo è quello in cui l’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è indagato in concorso con Giuseppe, il papà di Sempio, per l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. I tre legali sono chiamati a chiarire quanto della girandola di denaro movimentata dai Sempio sia arrivata a loro.Lovati ha dichiarato più volte in tv che era il collega Soldani a consegnargli il contante per il suo onorario. Grassi, invece, ha dichiarato al Tg1 che sia lui, sia Soldani, avrebbero lavorato «pro bono». Un passaggio che non è sfuggito agli investigatori. E siccome la mamma di Sempio, Daniela Ferrari, aveva messo a verbale che gli avvocati «dicevano che (i soldi, ndr) servivano per avere le carte», gli inquirenti si sono determinati a convocare i difensori. C’è poi un’informativa che, come ha ricostruito La Verità, ha individuato nell’avvocato Soldani la persona che avrebbe «intrattenuto […] i rapporti con Sapone (Silvio, ex comandante dell’aliquota dei carabinieri di Pavia, ndr)» e si sarebbe fatto «consegnare il contante per prendere le carte». Una ricostruzione che porta in scena Sapone. Il quale, a verbale, ha dichiarato: «Io non ho mai parlato con Sempio. Non conosco nessuno della famiglia».Per i carabinieri, «le dichiarazioni del luogotenente vengono smentite» da alcuni «dati oggettivi». Nel telefono di Sempio, infatti, è emerso che era «rubricata un’utenza telefonica sotto il nome di Sapone». Dall’analisi dei tabulati telefonici, inoltre, «emerge», scrivono gli investigatori, «che in data 21 gennaio 2017 dalle ore 10.33 alle ore 12.46 l’utenza di Sapone prova a contattare per quattro volte l’utenza di Sempio». «Queste evidenze oggettive», segnalano gli investigatori, «non solo dimostrano che il contatto tra Sapone e Sempio c’era stato, ma che Sapone nel corso della sua escussione testimoniale l’ha oggettivamente taciuto».
Jeffrey Epstein e Donald Trump (Ansa)
L'ad di SIMEST Regina Corradini D'Arienzo
La società del Gruppo Cdp rafforza il proprio impegno sui temi Esg e conferma anche la certificazione sulla parità di genere per il 2025.
SIMEST, la società del Gruppo Cassa depositi e prestiti che sostiene l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha ottenuto l’attestazione internazionale Human Resource Management Diversity and Inclusion – ISO 30415, riconoscimento che certifica l’impegno dell’azienda nella promozione di un ambiente di lavoro fondato sui principi di diversità, equità e inclusione.
Il riconoscimento, rilasciato da Bureau Veritas Italia, arriva al termine di un percorso volto a integrare i valori DE&I nei processi aziendali e nella cultura organizzativa. La valutazione ha riguardato l’intera gestione delle risorse umane — dal reclutamento alla formazione — includendo aspetti come benessere, accessibilità, pari opportunità e trasparenza nei percorsi di crescita. Sono stati inoltre esaminati altri ambiti, tra cui la gestione degli acquisti, l’erogazione dei servizi e la relazione con gli stakeholder.
L’attestazione ISO 30415 rappresenta un passo ulteriore nel percorso di sostenibilità e responsabilità sociale di SIMEST, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite, in particolare quelli relativi alla parità di genere e alla promozione di condizioni di lavoro eque e dignitose.
A questo traguardo si affianca la conferma, anche per il 2025, della certificazione UNI/PdR 125:2022, che attesta l’efficacia delle politiche aziendali in tema di parità di genere, con riferimento a governance, crescita professionale, equilibrio vita-lavoro e tutela della genitorialità.
Valeria Borrelli, direttrice Persone e organizzazione di SIMEST, ha dichiarato: «Crediamo fortemente che le persone siano la nostra più grande risorsa e che la pluralità di esperienze e competenze sia la chiave per generare valore e innovazione. Questi riconoscimenti confermano l’impegno quotidiano della nostra comunità aziendale nel promuovere un ambiente inclusivo, rispettoso e aperto alle diversità. Ma il nostro percorso non si ferma: continueremo a coltivare una cultura fondata sull’ascolto e sull’apertura, affinché ciascuno possa contribuire alla crescita dell’organizzazione con la propria unicità».
Con questo risultato, SIMEST consolida il proprio posizionamento tra le aziende italiane più attive sui temi Esg, confermando una strategia orientata a una cultura del lavoro sostenibile, equa e inclusiva.
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