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2025-12-16
Narcotraffico, Inselvini: «È il momento di dire basta. Pugno di ferro contro chi semina degrado»
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(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia riguardo il traffico di stupefacenti durante la sessione plenaria di Strasburgo.
La sede della Bce a Francoforte (IStock)
Francoforte, dopo l’ingerenza sulle riserve auree, ora critica la manovra per i prelievi extra sugli istituti: «Pregiudicano l’erogazione del credito». Nuovo emendamento dell’esecutivo: 3,5 miliardi alle imprese.
La Bce torna a gamba tesa contro la legge di bilancio. Dopo il contenzioso con il governo sul tema delle riserve auree della Banca d’Italia, risolto con la riformulazione dell’emendamento di Fratelli d’Italia, ora nel mirino c’è il prelievo sulle banche.
La Banca centrale europea, nel suo parere «relativo alla tassazione delle istituzioni finanziarie», sottolinea che le misure a carico degli istituti potrebbero avere una serie di effetti negativi in termini, fra gli altri, di erogazione del credito, utili, patrimonio e liquidità. «Sebbene gli enti creditizi presentino ancora una buona solidità finanziaria e una prima valutazione dell’impatto del disegno di legge suggerisca che la situazione non cambierebbe dopo la sua adozione», si legge nel documento, «il previsto aumento della pressione fiscale potrebbe pregiudicare l’erogazione del credito all’economia».
Per la questione delle riserve auree, nel testo riformulato si fa riferimento al Trattato Ue e si precisa che «le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia, come iscritte nel proprio bilancio, appartengono al popolo italiano».
La manovra è entrata nella fase decisiva. Ieri è stato presentato un nuovo pacchetto del governo da 3,5 miliardi a favore delle imprese, che riguarda i temi delle Zes (le Zone economiche speciali), l’iperammortamento sugli investimenti delle imprese (passerà da uno a tre anni), industria 5.0, caro materiali e la riprogrammazione dei fondi destinati al Ponte sullo Stretto, dal 2025 al 2026.
Le coperture previste sono sulla previdenza complementare (obbligatorietà del silenzio assenso sull’adesione alla pensione integrativa) e le assicurazioni. Il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha precisato che «i fondi sono stati ricollocati perché i cantieri saranno aperti nei prossimi mesi anziché entro fine anno come auspicato». Il quadro della manovra è stato delineato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso di una riunione dell’ufficio di presidenza della commissione Bilancio a Palazzo Madama.
L’opposizione ha alzato le barricate accusando il governo di voler «riscrivere la manovra». «Tre miliardi a favore delle imprese sono briciole», ha commentato il presidente dei senatori del Pd, Francesco Boccia, mentre il M5s parla di «legge di bilancio da buttare».
Un emendamento, riformulato dal governo, interviene sui liberi professionisti (notai, avvocati, commercialisti, ingegneri, architetti) che lavorano per la pubblica amministrazione o devono ricevere compensi comunque finanziati con soldi pubblici, stabilendo che il pagamento delle parcelle venga bloccato se il professionista non è in regola col fisco o con il pagamento dei contributi.
La norma ha scatenato le proteste delle associazioni di settore, ma anche nella maggioranza si sono alzate voci di protesta. Fratelli d’Italia ha chiesto di attenuare la norma mentre la Lega ha presentato in commissione Bilancio del Senato un emendamento soppressivo del «filtro fiscale», sostenendo che la misura rischia di bloccare collaborazioni essenziali. Il governo sta valutando una correzione.
Rimane la tassa di 2 euro sui pacchi fino a 150 euro di valore spediti dai Paesi extra-Ue nonostante il Consiglio europeo abbia deciso, qualche giorno fa, di mettere, dal prossimo luglio, un dazio di 3 euro. Il settore della logistica e le associazioni dei consumatori hanno però sollevato forti critiche perché se entrambe le misure dovessero entrare in vigore senza coordinamento, su una singola spedizione potrebbero gravare due imposte distinte, con effetti sui prezzi finali.
Sarebbero saltati, per mancanza di coperture, la proroga di Opzione donna e un nuovo semestre di silenzio-assenso per dirottare il Tfr verso i fondi pensione. Roma capitale, invece, potrà contare su fondi certi perché un emendamento del governo la esclude dal meccanismo del fondo perequativo. Più soldi in arrivo anche per le Regioni a Statuto speciale e le Province autonome di Trento e Bolzano: 200 milioni nel biennio 2026-2027 e 50 milioni nel 2028.
Il pacchetto presentato dal governo contiene anche misure che spaziano dalla giustizia tributaria all’introduzione di un nuovo gioco denominato «Win for Italia Team», dalle misure per le Forze di polizia per Milano-Cortina agli interventi nella città di Matera. Un sub-emendamento di Fratelli d’Italia contiene la proroga per il 2026 del credito d’imposta per design e ideazione estetica, innalzato dal 5 al 10%. Tra gli emendamenti ancora attesi ci sono quelli sugli enti locali e alcune norme sulla sicurezza sul lavoro.
C’è poi un ripensamento sui tagli al settore dell’informazione. Fratelli d’Italia ha chiesto di modificare la proposta del governo che, nella versione attuale della manovra, prevede una riduzione di 10 milioni di euro l’anno al finanziamento della Rai nel triennio 2026-2028. La stessa richiesta riguarda il comma che taglia di 20 milioni di euro annui i contributi a tv e radio locali, una misura che ha incontrato forti resistenze nella maggioranza.
Ora la manovra entra nell’iter dell’esame ad oltranza nella commissione Bilancio. Il calendario stabilito prevede convocazioni anche in seduta notturna fino a sabato 20 dicembre alle 9. Poi il testo dovrà essere approvato nell’aula di palazzo Madama e quindi passare all’esame della Camera che, tra Natale e San Silvestro, dovrà approvarlo senza modifiche, in modo da rispettare il termine del 31 dicembre.
È scontato che il governo farà ricorso al voto di fiducia per tagliare i tempi della discussione.
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(Arma dei Carabinieri)
In occasione del cinquantesimo anniversario della Convenzione di Washington (Cites), l’Arma ha celebrato «Cites: 50 anni di tutela della biodiversità globale», mezzo secolo di impegno nella tutela delle specie animali e vegetali minacciate di estinzione, con la presentazione ufficiale del Calendario Cites 2026.
Presso la Scuola Ufficiali Carabinieri l'evento è stato presentato da Licia Colò, alla presenza del Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e del Gen. C.A. Fabrizio Parrulli, Comandante del Cufaa(Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari Carabinieri). Nel corso dell’evento, anche il Segretario Generale della Convenzione delle Nazioni Unite Cites, Ivonne Higuero, ha rivolto un video-messaggio di saluto alla platea, elogiando l’impegno pluriennale profuso dai Carabinieri e dalle autorità italiane nel contrasto ai traffici di specie selvatiche protette.
La Convenzione Cites, ratificata dall’Italia con la legge n. 874 del 19 dicembre 1975, rappresenta oggi il più importante strumento internazionale per garantire un commercio sostenibile di oltre 40.000 specie di fauna e flora protette. Adottata dalle Nazioni Unite e ratificata da 185 Paesi, la Convenzione costituisce il pilastro normativo per impedire che mercati illegali, abusi e prelievi eccessivi compromettano la sopravvivenza delle specie più vulnerabili.
Il Calendario Cites 2026, realizzato dal Raggruppamento Carabinieri Cites del Comando Carabinieri per la Tutela della Biodiversità del Cufaa, ripercorre l’incessante lavoro svolto prima dal Corpo Forestale dello Stato e, dal 2017, dall’Arma dei Carabinieri attraverso i Nuclei Cites, nel contrasto ai traffici illegali e nella salvaguardia della biodiversità globale.
L’opera accompagna il pubblico in un viaggio attraverso 12 storie emblematiche, ognuna dedicata a una specie protetta che, grazie all’azione dei Carabinieri, ha trovato una nuova possibilità di vita. Tra queste, Edy e Bingo, due scimpanzé sottratti a gravi maltrattamenti in circhi e locali notturni; il leopardo rinvenuto in uno zoo privato illegale a Guspini (VS) e trasferito in una struttura idonea; Oscar, una rara tigre bianca recuperata da condizioni incompatibili con il benessere animale.
Il calendario racconta, inoltre, il ritorno alla libertà di centinaia di esemplari di Testudo graeca e Testudo hermanni, reimmessi nei loro habitat naturali dopo essere stati sequestrati ai traffici illegali, così come il delicato rimpatrio di numerose piante del genere Copiapoa nel deserto di Atacama, in Cile.
A chiudere il racconto, l’energia dei tursiopi, nuovamente liberi di nuotare in acque pulite e adeguate, testimonianza del successo delle attività di recupero e trasferimento operate dagli specialisti Cites.
Ogni storia rappresenta un simbolo del trionfo della legalità sulla sofferenza, sull’abuso e sul profitto illecito, e riflette l’impegno quotidiano dei Carabinieri nel difendere ecosistemi, specie rare e patrimoni naturali che appartengono all’intera umanità.
Nel corso dell’evento, sempre all’interno della Scuola Ufficiali Carabinieri, è stata allestita una mostra fotografica a cura del fotografo Marco Lanza, dal titolo: “Vite spezzate: dal contrasto al commercio illegale in Italia, i reperti confiscati del deposito centrale dei Carabinieri Cites”, con scatti realizzati nel Deposito di Magliano dei Marsi (AQ), gestito dal Raggruppamento Carabinieri Cites, dove viene custodita gran parte dei reperti confiscati durante le attività di contrasto al traffico illecito di animali e piante in via d’estinzione. Ogni fotografia riporta animali diventati oggetti tra oggetti, volutamente inseriti dall’autore in un contesto scarno ed essenziale, che quasi fanno percepire incredulità nel trovarsi in un luogo come questo; animali che interrogano l’osservatore mentre sembra vogliano uscire e riconquistare il proprio ruolo in natura.
Il cinquantesimo anniversario della Cites e il nuovo Calendario 2026 sono dunque l’occasione per riaffermare il valore della cooperazione internazionale e il ruolo determinante dell’Italia – e dell’Arma dei Carabinieri – nel contrasto alla criminalità ambientale e nella protezione della biodiversità mondiale.
Sul Calendario è riportata anche una personale dichiarazione del Gen. C.A. Salvatore Luongo, Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri: «L’anniversario per i 50 anni dell’Atto di ratifica in Italia della Convenzione di Washington rappresenta un’occasione di riflessione sull’importanza della salvaguardia della biodiversità su scala planetaria e sulla necessità di affrontare sempre più efficacemente la criminalità che lucra senza alcuno scrupolo sullo sfruttamento della fauna e flora minacciate di estinzione. Conservazione attiva, educazione alla legalità, prevenzione e contrasto sono le direttrici che vedono l’Arma dei Carabinieri, nel suo insieme e con i propri assetti di specialità del Cufaa, sempre più impegnata per dare piena attuazione ai principi fondamentali della Carta Costituzionale su tutto il territorio nazionale e negli scenari di cooperazione internazionale».
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Guido Carlino (Imagoeconomica)
Con un ritardo di cinque anni dall’emergenza, Guido Carlino dichiara: «Nessun controllo, ora indaghiamo». Malan: «Osservate tutte le spese, tranne quelle di Arcuri e i suoi».
La Corte dei Conti sta ancora indagando sulla gestione dell’emergenza Covid. Compresi gli acquisti e gli sdoganamenti delle mascherine. A rivelarlo nero su bianco un documento che il presiedente della Corte, Guido Carlino, ha depositato (e letto) ieri in occasione della sua audizione in Commissione Covid. «Nei limitati ambiti entro i quali il presidio della Corte dei Conti è stato sostanzialmente circoscritto», si legge nel documento, «ovvero al solo controllo successivo al termine della gestione commissariale, è stata programmata una indagine dalla competente Sezione centrale di controllo, con deliberazione n. 60/2024/G, avente ad oggetto la gestione delle risorse finanziarie assegnate al commissario, nonché i risultati conseguiti per effetto delle attività svolte fino al termine dello stato d’emergenza e che risulta tuttora in corso».
È mancato quindi, grazie al «salvacondotto» approvato dal governo Conte nel 2020, quel controllo preventivo che ha portato i magistrati contabili a bocciare il progetto per la realizzazione del Ponte di Messina. Un paradosso in parte comprensibile, visto che l’emergenza per definizione richiede una certa flessibilità, ma che da quello che è emerso nel corso dell’audizione non viene applicata ad altre strutture commissariali che gestiscono emergenze. Come quella che gestisce la ricostruzione post terremoto del Centro Italia e quella che ha in carico le alluvioni dell’Emilia-Romagna.
In particolare, si legge ancora nel documento, «il perimetro stesso del controllo è stato delimitato attraverso la sottrazione al sindacato preventivo dei contratti relativi all’acquisto di dispositivi e, più in generale, di ogni altro atto negoziale posto in essere dal dipartimento della Protezione civile della presidenza del consiglio dei ministri e dai soggetti attuatori, in quanto conseguente all’urgente necessità di far fronte all’emergenza. A ciò si è accompagnata la limitazione della responsabilità amministrativo-contabile per tali atti “ai soli casi in cui sia stato accertato il dolo del funzionario o dell’agente che li ha posti in essere o che vi ha dato esecuzione”». «Ne è derivata», è la lapidaria conclusione, «una significativa compressione delle funzioni di controllo e di quelle giurisdizionali che ha coinvolto anche l’attività del commissario straordinario».
Sta di fatto che gli approfondimenti svolti dai magistrati contabili sembrano essere importanti: «Ad oggi, particolarmente intensa è stata l’istruttoria svolta nei confronti della presidenza del consiglio dei ministri, del dipartimento della Protezione civile, del ministero della Salute, del ministero dell’Economia e delle finanze nonché dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, con riferimento ai flussi finanziari, ai costi della struttura commissariale, alle procedure negoziali, alle eventuali criticità gestionali rilevate e alle conseguenti azioni correttive, agli eventuali contenziosi, nonché alle attività di monitoraggio poste in essere, anche a seguito della chiusura dello stato di emergenza.
Oggetto di approfondimento è stato altresì lo sdoganamento dei dispositivi di protezione individuale e dei beni mobili di qualsiasi genere occorrenti per fronteggiare l’emergenza pandemica». I risultati delle attività in corso però sono ancora top secret: «Della conclusione dell’indagine si darà atto al momento della sua approvazione e pubblicazione».
Per Carlino l’argomento delle emergenze è delicato: «Non può tuttavia non richiamarsi sin d’ora la rilevanza di una particolare attenzione alle modalità di gestione attraverso strutture commissariali, alla luce di quanto è stato osservato dalla Corte dei Conti rispetto a fattispecie analoghe. È evidente che situazioni emergenziali impongono risposte rapide, capaci di superare l’ordinario assetto delle competenze e le regole che governano il normale svolgimento dell’azione amministrativa».
Una riflessione che ha portato la capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid, Alice Buonguerrieri a chiedere a Carlino: «Esistono delle limitazioni ad oggi di controlli preventivi concomitanti pari a quelle che abbiamo letto nel Cura Italia per la struttura commissariale, anche su altre strutture emergenziali?». La risposta del magistrato contabile è netta: «Per quanto riguarda i controlli concomitanti, non abbiamo avuto altre limitazioni nelle attività di controllo. L’unica limitazione avuta è quella che riguarda i controlli sulle gestioni del Pnrr e del piano nazionale complementare».
Più diplomatica, ma altrettanto chiara, la risposta alla domanda della parlamentare di Fdi che chiedeva se quello messo in piedi da Giuseppe Conte fosse un modello da replicare. «Io ritengo», spiega Carlino, «che l’obiettivo non solo della Corte dei Conti ma del legislatore debba essere quello di garantire il buon andamento dell’azione amministrativa allora il buon andamento dell’azione amministrativa va garantito attraverso l’introduzione, attraverso il mantenimento di controlli seri, efficaci, esterni quali sono i controlli svolti dalla Corte dei Conti, siano essi controlli preventivi di legittimità, ovvero i controlli successivi».
Ma non basta. Nel documento c’è anche una frase che mette in discussione il modello sanitario sviluppato nel corso degli anni dai governi precedenti, in larga misura a trazione progressista, con un esplicito riferimento ai tagli, più volte minimizzati dagli esponenti del centrosinistra: «Dagli esami svolti dalla Corte è emerso come il biennio dell’emergenza pandemica abbia evidenziato criticità strutturali, quali le carenze nella rete dei servizi territoriali e il sottodimensionamento delle risorse umane, particolarmente incise dalle misure di contenimento della spesa operate nel decennio precedente».
L’audizione della toga ha portato a una dura presa di posizione di Fratelli d’Italia. «Il presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino, ha confermato in commissione Covid che, durante la prima fase della pandemia, si è consumato un fatto gravissimo: soltanto la struttura commissariale guidata da Domenico Arcuri ha goduto, grazie alle norme del governo Conte, di un annullamento dei controlli da parte della Corte dei Conti. Nessun controllo, né preventivo né concomitante». A dirlo sono i capigruppo FdI a Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan. «Questo fatto», prosegue la nota, «è stato aggravato da uno scudo penale, previsto dallo stesso esecutivo, che ha determinato una vera e propria immunità totale, poiché danni erariali ingenti venivano archiviati restando dunque impuniti». «Tutte le spese», concludono i due esponenti di Fdi, «erano giustamente attenzionate, tranne quelle di Arcuri e della sua struttura. I risultati di questo trattamento di favore, li abbiamo visiti: sperperi, mascherine inidonee cinesi e mediatori occulti amici».
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