2024-01-03
Il nuovo assegno meglio del reddito: aiuti a 120.000 famiglie bisognose
Aumentano gli aventi diritto. 400.000 ex percettori non fanno domanda ma più occupati.Sono 400.000 gli italiani che hanno deciso di non richiedere il nuovo reddito di cittadinanza. Si tratta dunque di soggetti che hanno deciso di rinunciare all’aiuto statale per non rischiare controlli e dunque sanzioni legate ad una presentazione di un’autocertificazione falsa. Nel decreto Lavoro all’articolo 8 è infatti prevista una reclusione da due a sei anni per chi «al fine di ottenere indebitamente il beneficio economico rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute». Una sanzione che di certo non incoraggia i furbetti a tentare la sorte presentando domande poche attinenti alla realtà economica in cui vivono. Ma andiamo avanti con i numeri. L’assegno di inclusione, che riguarda tutti quei soggetti che non possono lavorare è stato incrementato con la riforma del reddito. Tra le nuove categorie sono stati infatti inseriti una serie di soggetti che presentano problematiche sia a livello fisico che mentale, si sono poi volute anche includere tutte le donne vittime di violenza: «È una misura di cui vado fiera e orgogliosa perché, come tutte le altre contenute nella Legge 85, mira ad aiutare chi è in difficoltà per accompagnarlo al lavoro in modo da far trovare il riscatto sociale e la dignità attraverso l’attività lavorativa», spiega il ministro del Lavoro, Marina Calderone. Per quanto riguarda i numeri si parla di circa 735.000 nuclei familiari che corrispondono all’incirca a 1,2 milioni di persone che percepivano anche il vecchio reddito e a questi vanno aggiunti altri 120.000 nuclei che riceveranno il nuovo assegno di inclusione e che prima non avevano diritto a nessun aiuto. Misura, quella dell’assegno di inclusione, che sta riscuotendo successo, visto che si sono registrati in soli 10 giorni, dall’apertura delle domande sul sito, 350.000 nuclei familiari. Parliamo dunque del 50% degli aventi diritto. A testimonianza che anche gli strumenti informatici messi in campo, almeno per il momento, stanno garantendo e gestendo in modo corretto il flusso di domande che stanno arrivando da parte dei cittadini. Altro dato interessante è l’aumento del numero degli occupati. Lo stesso Istat ha certificato nel suo ultimo bollettino di novembre come il numero degli occupati a ottobre 2023, supera quello dell’anno precedente, del 2% (+458.000 unità). A questo si aggiunge che risultano essere in aumento anche le persone che sono in cerca di lavoro (+0,3% pari a +6.000 unità) e una diminuzione degli inattivi (-0,9%, -116.000 unità). Ovviamente non si può affermare con certezza che i quasi 500.000 lavoratori in più siano tutti ex percettori del reddito di cittadinanza, ma si può sostenere che le modifiche al vecchio strumento di sussidio, in termini di sanzioni e controlli maggiori, possono aver dato una spinta, a chi ne ha le capacità, verso il mondo del lavoro. Va ricordato inoltre che il nuovo reddito si discosta dal vecchio sussidio soprattutto perché ha distinto tra chi può lavorare e chi no. Per quest’ultima categoria i requisiti in termini di Isee, valore del patrimonio immobiliare e mobiliare risultano essere i medesimi di prima. Questo a sottolineare che nel 2024 continueranno a percepire il sostegno tutti quei soggetti che ne hanno veramente bisogno. Se dunque alla fine del 2022 si contavano circa 1.200.000 nuclei percettori del reddito, per lo più unifamiliari, quest’anno si avranno numeri nettamente inferiori. Non si può però parlare di esodati del reddito visto che i veri esclusi saranno i furbetti, che negli anni scorsi hanno richiesto il sussidio senza averne reale bisogno, e chi ha finalmente trovato un lavoro. In sostanza, è stato interrotto un circuito vizioso che non era mirato a portare i disoccupati al lavoro, ma a garantire loro un mero sussidio. Dal 2024 il nuovo reddito sarà dunque focalizzato solo su quelle categorie di soggetti che veramente ne hanno bisogno.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Iil presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)