In un video il giuramento di fedeltà della Provincia della Libia al nuovo califfo dell'Isis che arriva alla vigilia del Ramadan. Il gruppo si è riorganizzato e continua ad attrarre combattenti. Una brutta notizia anche per l'Italia.In Libia dopo quasi un anno di parziale silenzio lo scorso 13 marzo è riapparso lo Stato islamico. Lo ha fatto con un video pubblicato dalle agenzie stampa di riferimento del gruppo jihadista nel quale è stata formalizzata la «Libya Wilayah», la Provincia della Stato islamico della Libia ma non solo, è stata formalizzata la «baya» l’atto di sottomissione al nuovo califfo che secondo quanto dichiarato dall’organizzazione terroristica sarebbe Abu Hasan al-Hashemi al-Qurashī. Ma chi si nasconde dietro questo nom de guerre? Due funzionari della sicurezza irachena che hanno parlato in forma anonima con l’agenzia stampa Reuters, hanno affermato che questi sarebbe - il condizionale è d’obbligo - Juma Awad al-Badrīal-Sāmarrāʾī, ovvero il fratello più anziano del primo califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi, al secolo Ibrāhīm Awed Ibrāhīm ʿAlī al-Badrī al-Sāmarrāʾī. Ma come è organizzato l’Isis in Libia e su quanti miliziani può contare? L’emiro della nuova provincia libica sarebbe un jihadista già noto al Pentagono: Abdul Bara al-Sahrawi che avrebbe anche il compito di far rientrare nel gruppo tutti quei combattenti che si sono dispersi tra al-Qaeda e le bande di predoni e di trafficanti che operano nella regione. Il segnale che qualcosa stesse accadendo era arrivato il 23 gennaio scorso quando l’Isis attaccò l’esercito libico a el-Gatrun, una località crocevia di tutti i traffici legali e illegali, che collegano la Libia al Niger e al Ciad. Le autorità libiche nel confermare l’accaduto dissero che negli scontri erano stati uccisi una ventina di miliziani dell’Isis. Con i numeri attuali non vi è alcuna prospettiva immediata che i jihadisti dell’Isis riconquistino nuovi territori in Libia ma oggi non è certo quello l’obbiettivo. Il gruppo ha bisogno di azioni spettacolari magari contro obbiettivi stranieri per aumentare l'instabilità della Libia ed attrarre nuovi combattenti. Nella Libia di oggi tutto può succedere e per l’Italia che in Libia non tocca più palla da tempo, il ritorno del’Isis è una pessima notizia.
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Nel 2024 le imprese italiane non sono riuscite a reperire 2,2 milioni di figure professionali con un’elevata attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità. Tra gli artigiani, su 235.000 addetti «verdi» da assumere più del 60% è risultato introvabile.
Sebastien Lecornu (Ansa)
Il premier succeduto a sé stesso nel giro di poche ore recluta ben 34 ministri: molti macronisti, non c’è Retailleau. I suoi repubblicani furiosi, lepenisti e sinistra radicale invocano subito la sfiducia. I socialisti abbozzano. L’ipotesi è che il governo veda sì e no il Natale.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Il leader ucraino andrà alla Casa Bianca da Trump, che alla Knesset ha detto di volersi concentrare sulla Russia: «Risolveremo la situazione». L’intelligence tedesca: Mosca attaccherà la Nato. E Berlino valuta un’ulteriore esenzione sul debito per il riarmo.
Roberto Vannacci (Ansa)
- Il Carroccio cinque anni fa si era attestato al 22% mentre in questa tornata, pur schierando il generale, il passo indietro è stato molto evidente. Nel centrodestra serpeggiano critiche: «Qui, se ti presenti con retoriche estreme, non ti ascoltano».
- Zaia avvisa FdI: «Sono un problema? Allora vedrò di renderlo reale».