2021-09-14
Nuova tegola sul dossier Ferrarini
Mentre l’azienda è in concordato, l’avvocato della famiglia rischia il rinvio a giudizio per aggiotaggio. E Bruxelles indaga sull’intervento di Amco per aiuti di StatoNon c’è pace per il concordato Ferrarini, azienda leader nella produzione di prosciutto cotto in Italia alle prese con una crisi finanziaria ancora tutta da scrivere. Sembra quasi che ci sia una maledizione su questa operazione che va avanti ormai da tre anni e in cui l’ex governo di Giuseppe Conte, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, ha voluto intervenire schierando Amco, partecipata del Mef. Dopo le grane (anche giudiziarie) in Europa dell’Est e in Cina intorno al gruppo Pini (che insieme ad Amco compone la prima cordata), ora una scure rischia di abbattersi sul legale dei Ferrarini, ovvero il professore Sido Bonfatti. La scorsa settimana la Procura di Rimini ha chiesto per l’avvocato il rinvio a giudizio per aggiotaggio continuato in concorso, un reato che gli viene contestato quando era alla guida della Cassa di risparmio di Rimini (Carim) in amministrazione straordinaria, poi passata sotto i francesi Crédit agricole. Il gup si pronuncerà il prossimo 8 marzo. «Le contestazioni che abbiamo ricevuto sono totalmente infondate e in sede processuale lo dimostreremo ampiamente», ha spiegato Bonfatti nei giorni scorsi. A lato però di una vicenda come quella dell’istituto di credito riminese che poco ha a che vedere con la situazione del gruppo Ferrarini, resta sempre in piedi l’opportunità di Amco di appoggiare la cordata del re della bresaola, ovvero della famiglia Pini. In Via XX Settembre, sede del ministero dell’Economia, sono rincuorati dai risultati del primo semestre della controllata che un tempo si occupava solo di crediti deteriorati. Nel primo semestre 2021 l’utile netto consolidato ammonta a 36,5 milioni di euro, in forte aumento (+423% anno su anno) grazie alla crescita dimensionale del business. Anche il patrimonio netto aumenta dagli 1,8 miliardi a fine dello scorso anno ai 2,9 del 2021. Allo stesso tempo però le nuove attività di Amco hanno portato alla denuncia della controllata del Mef di fronte alla Commissione europea per aiuti di Stato: la società è accusata di interventi a condizioni non di mercato. Amco dovrebbe agire nel rispetto dei principi di parità di trattamento degli enti pubblici, dal momento che è stata definita dal Tar della Campania Napoli un ente pubblico. In sostanza, siccome quasi tutte le imprese in default hanno Amco come creditore, o la società guidata da Marina Natale interviene con nuova finanza in tutte (al che la Commissione Ue avrebbe forse qualcosa da ridire) o lo deve fare con criteri di imparzialità, essendo una amministrazione pubblica. Ai primi di settembre è stata intanto depositata al tribunale di Reggio Emilia la relazione di 421 pagine del commissario di Ferrarini Federico Spattini in vista dell’adunanza dei creditori fissata per il 21 ottobre. Il debito complessivo del concordato (che poi sono in totale tre nelle varie diramazioni del gruppo) è di 627 milioni di euro. Solo come spese per i commissari si parla di una cifra di 1 milione e 800.000 euro. Ma nella relazione Spattini sottolinea anche come «lo stadio vero e proprio di conclamata insolvenza è stato innescato da un intreccio di operazioni e garanzie tra le società del gruppo, che trae origine in operazioni anche personali che hanno riguardato la famiglia Ferrarini, sovrapponendo e confondendo tra di loro le sorti delle varie società operative, ma anche le sorti dei patrimoni personali». In particolare si fa riferimento ad «alcune operazioni che riguardano atti di compravendita immobiliare tra la società e alcuni dei membri della famiglia, e in particolare, ma non solo», annota Spattini, «la signora Lina Botti», vedova di Lauro Ferrarini. Tra queste spicca il passaggio tra il 2013 e il 2014 di 7,4 milioni di euro dalle casse dell’azienda a quelle di una società lussemburghese della famiglia Ferrarini (Elle-Effe) e i quasi 37 milioni versati a Lina Botti per l’acquisto di Villa Corbelli, sede del gruppo. Nel frattempo si aspetta entro la fine di settembre la presentazione della nuova proposta concordataria e, a seguire, anche di quella concorrente da parte di Intesa, Unicredit e Bonterre.