2025-03-31
Nozze combinate a 16 anni: familiari indagati
Denunciati i genitori e il fratello. La minore, residente in Puglia, era segregata in casa.Segregata in casa e privata della libertà per aver rifiutato un matrimonio combinato e un futuro in Pakistan. Ha vissuto un anno da incubo la sedicenne di origine pakistana residente vicino a Lecce che non ha accettato le nozze architettate dalla famiglia con un cugino residente in Pakistan che, probabilmente, lei neppure conosceva. Nozze che prevedevano il rientro della giovane nel Paese d’origine. La ragazza, che si opponeva fermamente anche perché a scuola aveva allacciato un’affettuosa amicizia e si incontrava con un ragazzo, ha trovato invece la forza di denunciare i suoi genitori e il fratello maggiore dopo aver vissuto per un anno, da settembre 2022 allo stesso mese dell’anno successivo, un inferno a causa della reazione dei familiari al suo rifiuto: maltrattamenti, isolamento, il divieto di andare a scuola, di uscire e di contattare il suo fidanzatino, oltre alla continua violenza psicologica che mirava a piegarne la volontà fino al consenso alle nozze. La minorenne però è riuscita a trovare una via di fuga e, approfittando di un raro momento di libertà, ha confidato il suo dramma a un’insegnante che aveva notato segni di infelicità e sconforto nell’alunna. La professoressa ha immediatamente allertato le autorità ed è scattata un’inchiesta da parte della Procura dei minori e della Procura ordinaria di Lecce che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati dei genitori e del fratello maggiore. Le ipotesi di reato sono maltrattamenti in famiglia aggravati e tentata induzione al matrimonio. Nel frattempo la ragazza, dopo essere stata ascoltata in modalità protetta nel corso dell’incidente probatorio, è stata trasferita su provvedimento della Procura minorile in una comunità dal Salento. Seppur con un epilogo diverso, la vicenda vissuta dalla minorenne in provincia di Lecce ricorda invece la drammatica storia di Saman Abbas, la diciottenne pakistana uccisa dai suoi familiari nel 2021 a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dopo aver rifiutato le nozze combinate con il cugino. «Non siamo stati noi genitori a uccidere nostra figlia, né ho permesso ad altri di farlo», ha dichiarato il padre Shabbar Abbas, in Corte d’appello nell’ultima udienza del processo per l’omicidio di Saman. Tre anni fa, invece, sempre in Salento, una bambina di 12 anni era stata promessa in sposa dalla madre, un’italiana originaria della zona. La donna pretendeva che la figlia si unisse in matrimonio al fratello del suo nuovo compagno, un pakistano con cui si era sposata nel Paese di origine di lui. Ma il padre della ragazzina, anche lui salentino e che lavorava in Germania, ha denunciato quanto stava avvenendo e la Procura dei minorenni di Lecce si è rivolta al Tribunale, che ha sospeso la potestà genitoriale della madre e ha affidato la bambina al padre e ai nonni. «La pratica dei matrimoni combinati, che avviene soprattutto in India e in Pakistan, nulla ha a che vedere con la fede islamica. Per l’islam è peccato» disse allora Saifeddine Maaroufi, imam della moschea di Lecce.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)