2018-07-05
Non solo Juve: Ronaldo può fare la fortuna del calcio italiano
Biglietti, pay tv, attenzione mediatica globale: la Serie A con Cr7 tornerebbe fra i campionati top. E in Borsa qualcuno brinda già.Il 10% in più, solo per una voce che diventa una suggestione. È la percentuale del titolo Juventus (l'equivalente teorico di 40 milioni) alla notizia che Cristiano Ronaldo sa in quale parte dell'emisfero è ubicata Torino e su quale aereo potrebbe salire per arrivarci. È lo stesso meccanismo dello spread, utilizzato da Angela Merkel per dichiarare guerra a chi non la pensa come lei. Basta uno starnuto e quello raddoppia. Ma questa volta la faccenda è seria perché sotto l'onda del Po c'è reale fermento: la Signora in bianco e nero sta davvero provando a ingaggiare il calciatore più forte del mondo. Archiviate come leggende metropolitane lo sgub che una bellissima emissaria di CR7 starebbe cercando casa in collina con tre piscine (qualcuno scherzando ha pubblicato la facciata del Museo Egizio) e che per sabato a Caselle è stata richiesta la presenza di 50 poliziotti in più per un arrivo misterioso, ci sono motivi per dare alla storia dell'estate contorni di sostanziale credibilità. E per essere contenti se il trasferimento dell'anno dovesse avvenire. Per il calcio italiano, oggi tristemente all'anno zero (orfano perfino del mondiale più divertente e folle), sarebbe un ritorno a riveder le stelle, sarebbe un rilancio in grande stile, sarebbe il segnale di un'inversione di tendenza rispetto alla mediocrità imperante. Sarebbe una botta di vita uguale solo a quella determinata dall'arrivo di Diego Armando Maradona al Napoli di Corrado Ferlaino e dell'altro Ronaldo, il Fenomeno vero, all'Inter di Massimo Moratti. Tutti dovrebbero auspicare che la missione impossibile della Juventus riesca. Innanzitutto le rivali, al di là di ogni meschina gastrite, perché provare ad affondare la Bismarck resta il sogno di ogni ammiraglio. Sai la soddisfazione, da Bergamo a Frosinone. E perché allo stadio Bentegodi di Verona, per la partita contro il Chievo, a vedere Cristiano Ronaldo non ci sarebbero soltanto i soliti 8.000 volenterosi tifosi della curva, ma il mondo. Anche i giapponesi che al mattino fotografavano il balcone di Giulietta. Un cambio di passo di un intero sistema, un pungolo anche per i diritti tv. Ci aveva impressionato la frase di un emissario di Media Pro nelle settimane della battaglia per le esclusive: «Mostrare la Serie A con lo sfondo degli spalti vuoti degli stadi non è mai un affare. Né per i club, né per gli sponsor». Ecco, non sarebbero più deserti. Quel fermento e quell'entusiasmo determinati dallo sbarco dell'Alieno portoghese, potrebbero indurre colossi come i cinesi di Suning o i potenziali compratori del Milan a seguire l'esempio, a ruggire a ragion veduta. Così a Roma, dove un tempo che oggi sembra dei centurioni arrivò un certo Paulo Roberto Falcao. Tutto ciò avrebbe come obiettivo primario il rilancio del pallone italiano, che anche dopo la stagione delle rivoluzioni mostra un'infinita povertà negli uomini e nelle idee. La Juventus ci sta provando. Il primo, serio affondo è avvenuto dieci giorni fa quando per un intero pomeriggio Jorge Mendes (procuratore di Joao Cancelo, ma soprattutto manager dell'Alieno) è stato attorniato dalle amorevoli attenzioni del presidente Andrea Agnelli e dell'ad Beppe Marotta nel verde del resort stellato del Parco della Mandria. Obiettivo: capire se fosse possibile un'offerta. La risposta è stata affermativa per tre motivi. 1 Ronaldo vuole andarsene da Madrid poiché è in rotta con Florentino Perez (si aspettava l'aumento punto), ritiene di essere stato trattato a pesci in faccia dal Fisco spagnolo e non sostenuto dal club nel processo per evasione fiscale. 2 Ronaldo non ha dimenticato l'ovazione dello Juventus Stadium il giorno del gol in rovesciata in Champions. 3 A parità di offerta, Ronaldo non tornerebbe a Manchester e non andrebbe al Psg, ritenuto un club ancora senza blasone. «A parità di condizioni» significa trovare 120 milioni per il Real Madrid (la clausola di 1 miliardo vale solo per il Barcellona) e 240 lordi in 4 anni per sua maestà CR7. Trenta milioni netti all'anno. Per lui, che ne ha 33, sarebbe l'ultimo grande contratto in carriera. Per arrivare alla firma è disponibile a intervenire (per la prima volta) anche la cassaforte di famiglia Exor. Questo perché Ronaldo è un testimonial planetario e potrebbe far aumentare la vendita di Jeep della Fca dal Minnesota al Transvaal solo mettendosi al volante. Chi sta lavorando dietro le quinte per formalizzare la proposta, attesa a Madrid entro la fine della settimana, ha semplicemente sottolineato: «Non stiamo parlando di un calciatore e con un calciatore. Stiamo ragionando con un'impresa individuale che ha un fatturato annuo di 280 milioni di euro». Per comprare CR7 la Juventus dovrà cedere Gonzalo Higuain (già in preventivo) e probabilmente uno fra Paulo Dybala e Miralem Pjanic. Più il primo del secondo, perché per innescare l'Alieno un regista serve più di un rifinitore, soprattutto se dovesse arrivare Aleksandr Golovin. Per pagare l'ingaggio servirebbe una sponsorizzazione doppia rispetto a quella attuale, di 17 milioni, da parte di Exor. Ma arrivare a 34 milioni creerebbe un problema con l'Uefa, poiché il fair play finanziario impone all'azionista di intervenire solo in caso di aumento di capitale, a meno di un significativo valore aggiunto di mercato. E oggi non c'è valore più aggiunto (nel marketing mondiale del pallone) del fuoriclasse portoghese. Starà agli avvocati sostenerlo.Mentre le tifoserie rivali preparano stizzite e divertenti contromisure (foto di Cristiano con la faccia del cantante Malgioglio, tweet immaginifico come questo «Se va alla Juventus significa che vuo, provare l'è brezza di perdere la Champions»), il problema vero sta dalle parti dello stadio Bernabeu, dove il presidente Perez non ha intenzione di trattare con nessuno senza prima avere a disposizione un sostituto da proporre ai tifosi dei blancos. Questo per non correre il rischio che i malumori di oggi si trasformino in una rivolta di piazza. I nomi sono due: Harry Kane, devastante centravanti dell'Inghilterra, e Kylian Mbappè, fenomeno francese. Entrambi ai mondiali, entrambi inavvicinabili ancora per dieci giorni. Senza uno di loro a Madrid, non se ne fa niente. Ma la faccenda è vera ed è bollente, come l'asfalto torinese sul quale ha posato i poveri piedi da due giorni l'inviato della rete El Chiringuito Tv. È lì che descrive scorci e intervista turisti da 48 ore, ma il popolo madridista va dissetato almeno con il colore. Nel frattempo sono usciti i costi degli abbonamenti 2018 della Juventus, con un aumento secco del 30% e senza neppure uno slogan. I sostenitori bianconeri erano già sul piede di guerra. Hanno piantato una frenata quando hanno intuito che il testimonial di punta potrebbe non essere Emre Can.