Praticare sport, che sia a livello amatoriale o agonistico, aumenta la longevità. A dimostrarlo scientificamente nel corso degli ultimi anni sono stati più studi, come quelli condotti per esempio dall’American Medical Association, dalla Sydney Medical School o dal Copenaghen City Heart. Quest’ultimo, in particolare, dopo aver monitorato un campione di 8.600 individui dal 1991 al 2017, prendendo in esame stato di salute, abitudini e stile di vita, ha rivelato che chi svolge una regolare e continuata attività fisica ne guadagna in aspettativa e qualità di vita. Secondo la ricerca danese tra gli sport che aumentano la longevità ci sono il tennis con una durata media della vita maggiore di 9,7 anni rispetto a chi invece è più sedentario, il badminton (+6,2 anni), il calcio (+4,7 anni), il ciclismo (+3,7 anni), il nuoto (+3,4 anni) e il jogging (+3,2 anni).
Ed è proprio il mondo dello sport ad alti livelli a fornire diversi esempi di atleti che, grazie a una cura maniacale del corpo, all’attenzione alimentare e a metodi di preparazione sempre più scientifici, hanno potuto allungare le proprie carriere oltre limiti inimmaginabili fino a qualche decennio fa, quando uno sportivo ancora competitivo a 40 anni rappresentava un’eccezione. Partendo appunto dal tennis, non si possono non citare i Big Three, ossia i tre grandi che hanno dominato il palcoscenico mondiale per un ventennio vincendo 66 degli 84 titoli del Grande Slam. Il riferimento è ovviamente a Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic, con lo svizzero e lo spagnolo che hanno deciso di appendere la racchetta al chiodo rispettivamente a 41 e 38 anni, e il serbo che a 37 anni (ne compirà 38 il prossimo 22 maggio) non solo è il tennista più vincente della storia con 24 titoli del Grande Slam, ma continua a dire la sua in una disciplina dove la predominanza fisica fa spesso la differenza.
Anche nel calcio la lista può essere davvero lunga. Il Real Madrid nelle ultime stagioni ha salutato diversi campioni considerati a fine ciclo, da Benzema a Marcelo, fino a Toni Kroos che ha deciso di smettere a 34 anni. Tutti tranne Luka Modric. Il fuoriclasse croato, Pallone d’oro nel 2018, il prossimo 9 settembre spegnerà 40 candeline ed è tutt’oggi, seppur scientemente centellinato dal suo allenatore Carlo Ancelotti, centrale sia nei Blancos che nella sua nazionale, di cui detiene il primato di presenze. E a proposito di Real Madrid, come non citare Cristiano Ronaldo: il portoghese è entrato nel club dei 40 lo scorso 5 febbraio e, anche se da due anni ha scelto di abbandonare il calcio che conta andando a giocare in Arabia Saudita, continua a battere record su record individuali.
Restando nel mondo del pallone, chi ha fatto della longevità un vero e proprio manifesto è il giapponese Kazuyoshi Miura, passato nel 1994-95 anche dall’Italia vestendo la maglia del Genoa, che a 58 anni gioca nella quarta divisione nipponica, è il giocatore più anziano in attività nella storia del calcio professionistico e di smettere non ne ha la minima intenzione: «Voglio giocare fino a 80 anni. Quando vedrò che non ce la farò più, smetterò». Il suo segreto? Sveglia ogni giorno alle 5 del mattino, dieta ferrea povera di grassi a base di proteine che prevede principalmente carne e insalata, bagni nel ghiaccio e un controllo quasi ossessivo del peso corporeo che lui stesso ha ammesso di monitorare fino a cinque volte al giorno.
E che dire invece di LeBron James. Il King del basket, grazie a una dieta personalizzata e a un programma di allenamento basato su un approccio scientifico, è uno degli esempi più efficaci di come un atleta riesca ad abbinare talento, disciplina, mentalità e cura di ogni dettaglio per restare competitivo ad altissimi livelli come quelli richiesti dall’Nba: «Quando si arriverà al punto in cui non avrò voglia di presentarmi all’arena cinque ore prima, non avrò voglia di allenarmi o non avrò voglia di studiare lo scouting report, ecco, se si arriva a quel punto, saprò che è finita» ha detto recentemente l’asso dei Lakers che ha compiuto 40 anni lo scorso 30 dicembre.






Le battute da caserma dell’ex capo dei giudici
Lo screenshot circola ormai da un paio di giorni nelle chat del magistrati. Ed era facile immaginare che, per la portata del commento, prima o poi da quelle chat dovesse saltarne fuori. Sotto un articolo del quotidiano online Today, intitolato «Ronaldo e Giorgina cercano personale, stipendio da 6.000 euro, quali sono le mansioni» e pubblicato il 2 gennaio sulla pagina Facebook della testata (quasi 3 milioni di follower, quindi non un circuito ristretto), scatenando oltre 500 opinioni di utenti, è comparso un commento dai toni pesantemente sessisti: «Ma il personale deve anche mettere incinta Giorgina? E se sì, quante altre volte ancora?».
Se fosse stato il post di un hater o anche di un qualsiasi cittadino con molta probabilità sarebbe passato inosservato. Ma il nome di Luca Poniz, ex numero uno dell’Anm ed esponente di Magistratura democratica, accanto a quelle parole, lo ha trasformato in uno screenshot virale. Con tanto di like di quanti ne condividevano probabilmente il pensiero.
Contattato telefonicamente dalla Verità, Poniz ha liquidato la questione spiegando di non essere stato lui e di non essere a conoscenza di quel commento: «Impossibile», afferma subito. E dopo aver ascoltato la lettura del titolo del giornale online e anche del commento a lui attribuito, ha inanellato una lunga serie di «no». Per concludere con un «non so di cosa sta parlando». Impossibile cercare di approfondire. Neppure dopo la scomparsa del commento dalla pagina social di Today, che ovviamente ha alimentato il giallo. La foto del profilo usato per commentare l’articolo coincide con quella dell’user di Poniz, che si presenta subito come l’utenza di un giurista: due foto della bilancia a due piatti, l’immagine di una toga (con like di Mimmo Truppa, toga bolognese di Md, di Eugenio Albamonte, segretario di Area ed ex presidente dell’Anm, di Jole Milanesi, ex consigliere della Corte di Cassazione in pensione e del professore di diritto penale Marco Pellissero), magistrati e criminologi tra gli amici (tra i quali il pm genovese della Direzione distrettuale antimafia Anna Canepa, ex segretario di Md ed ex vicepresidente dell’Anm). E se non è stato il magistrato a commentare sotto quell’articolo di Today (come lui stesso ha confermato) ci sono solo due alternative: il suo profilo è stato hackerato, oppure qualcuno si è divertito a fare un collage e a creare ad arte uno screenshot per far divertire le toghe alle spalle di Poniz. Che alla ulteriore domanda sugli hacker, inviata sulla sua utenza Whatsapp, però, non ha risposto. Nonostante la doppia spunta blu abbia certificato la ricezione e anche la lettura. Di certo, se di taroccamento si tratta, l’autore ha cercato di usare (esasperandolo), oltre alla foto del profilo, pure lo slang social del collega, che all’indomani della nomina di Carlo Nordio a via Arenula, in modo poco elegante aveva commentato un post di Davide Steccanella, avvocato milanese molto conosciuto e stimato. Steccanella, noto anche per le sue posizioni politiche di estrema sinistra e per essere il difensore dell’ex terrorista rosso Cesare Battisti, un po’ a sorpresa, aveva definito il neo ministro della Giustizia Nordio, «sulla carta, il miglior ministro della Giustizia degli ultimi trent’anni», dal momento che, «pur essendo stato per anni pm, non crede (caso più unico che raro) che la galera sia l’unico rimedio ai mali del mondo».
Poniz, forse dimentico di aver fatto il presidente dell’Anm in quota Md ai tempi della crisi dell’hotel Champagne e di essere su una bacheca di Facebook molto seguita (soprattutto nell’ambiente giudiziario milanese), se ne è uscito con un «ma chi è il tuo pusher?». E quando Steccanella, per evitare di innescare una lotta sulla propria bacheca, ha tentato di ammorbidire i toni con un «Dai su», Poniz ha rincarato la dose: «Dai su lo dico io». Poi ha aggiunto sprezzante: «Dovresti informarti prima di fare certe uscite. E vedo che raramente lo fai».
Steccanella a quel punto deve aver contato fino a dieci prima di rispondere così: «Allora, non è che se qualcuno dissente dalla tua (legittima) opinione ciò significa che è disinformato. Almeno io non ragiono così». Ma Poniz è andato avanti deciso. E anche nella successiva risposta ha usato nei confronti dell’avvocato parole piuttosto pesanti: «Nel caso di specie lo sei eccome. Non sei informato sul profilo del ministro, che certo non si desume da quello che scrive nei fondi per il Gazzettino. Poi ognuno giudica da quello e come ritiene. Resto però sbalordito». Nel caso del commento sulle mansioni per i dipendenti ricercati da Giorgina e Ronaldo, invece, devono essere rimasti sbalorditi i colleghi che si sono ritrovati nelle chat lo screenshot dal commento sessista con la foto profilo dell’ex numero uno dell’Anm.