2019-03-25
«Niente unisce il M5s alle sceneggiate di questa sinistra»
Il sottosegretario Carlo Sibilia: «La Lega può fare molto di più con noi che con Berlusconi. Alle europee il nostro obiettivo base è il 21% del 2014».Carlo Sibilia è da anni un'anima militante, un pasdaran M5s. Da giugno scorso è sottosegretario all'Interno.Come si trova - diciamo - tra lotta e governo?«Indubbiamente è un momento particolare. Il punto di un lungo percorso: prima il blog di Grillo, poi i gazebo in piazza a raccogliere firme, poi il parlamentare d'opposizione, ora il governo. Direi una bugia se dicessi di trovarmi male: a maggior ragione, cerco di dare il massimo».Le fa effetto entrare tutti i giorni al Viminale, uno dei palazzi del potere?«Come tutte le cose, all'inizio è complicato. Qui si è di passaggio, occorre capire che c'è una macchina che va avanti con o senza di te…».Calcisticamente parlando, ha la sensazione di toccare palla o le pare che ci sia una rete burocratica allenata a bypassare i politici che pro tempore si alternano?«Il Viminale ha una struttura burocratica importantissima: qui c'è la politica di sicurezza, le prefetture, si organizzano le elezioni anche in assenza di governo… È evidente che la macchina abbia grandi capacità e anche indipendenza. Ma devo dire che se c'è il giusto approccio politico e una posizione univoca, la burocrazia si mette a disposizione».Ha letto la battuta di Grillo? «Forse non eravamo preparati per il governo, forse non eravamo all'altezza».«Le battute di Beppe aprono un mondo… Ma dico: chi è pronto per andare al governo? Chi è pronto per fare il padre? Qui c'è un movimento che non era mai stato al governo. Occorre essere franchi: Di Maio mica è nato vicepremier, come Conte mica è nato premier… Siamo tutti dentro una situazione politica inedita per il Paese, ma ognuno di noi sta dando il massimo».Allontaniamoci dall'attualità. Qual è la missione M5s dei prossimi 2-3 anni? «Io penso che saremo più forti nel futuro, perché si affievolirà sempre di più la dicotomia tra destra e sinistra. Già oggi è complicato usare quello schema. Pensi alla Lega: può fare molte più cose con noi al governo di quante ne facesse con il vecchio centrodestra. Certo, noi però dobbiamo lavorare di più sul territorio. Sa cosa dicono i commessi del Senato?».Ne dicono tante…«Dicono: “Se vuoi tornare, non devi venire". Una battuta per dire quanto sia importante il rapporto con il territorio». Come mai i sondaggi non vanno bene? Tra elezioni (Abruzzo, Sardegna) e sondaggi, viaggiate 10-12 punti sotto le politiche. «Nonostante che elettoralmente mi aspettassi di più, devo dire che a me importano i fatti. Per anni avevamo detto: reddito di cittadinanza e superamento della Fornero. E ora ci siamo. Poi è chiaro che, da un anno all'altro, le sensibilità del Paese possano muoversi più o meno favorevolmente. Ma alla lunga quel superamento di destra e sinistra che dicevo farà sì che il buonsenso vinca. E noi siamo la forza del buonsenso». Il governo dura dopo le Europee? «Il governo non deve temere il risultato delle Europee. Questa compagine non ha alternativa. Noi non abbiamo nessun legame con questa sinistra: con la nuova segreteria del Pd per noi non cambia nulla. E come dicevo prima, la Lega non ha nessuna chance di raggiungere i risultati che sta ottenendo, se torna nelle braccia di Berlusconi».Che succede se il 26 maggio vi ritrovate a 13-14 punti di distanza da Salvini? «È un'eventualità che non considero. Con il reddito di cittadinanza, la gente comincerà a vedere l'impatto sulla propria vita delle nostre misure. E non mi riferisco alla somma di denaro, ma proprio al fatto che tutti vedranno realizzato un tema posto per anni. Sarà un successo in termini di credibilità». Ok, ma io ho il dovere di proporle quell'eventualità…«Già al momento della nascita del governo, mica abbiamo usato il manuale Cencelli: noi il 33, loro il 17, e così via… Continueremo col contratto di governo. Là c'è la sintesi di ciò che le due forze politiche devono portare a termine». Qual è l'asticella elettorale al di sopra della quale considererebbe un successo il vostro risultato alle Europee? «Non do numeri. Dico che la base è ciò che ottenemmo alle Europee di 5 anni fa (il M5s ottenne il 21,16%, ndr). Poi le Europee sono Europee: conta la visione che si ha dell'Europa, più che il governo nazionale».Lei è sottosegretario agli Interni. Sta nello stesso edificio di Salvini. (Sorride) «Veramente nell'edificio ci sto più io fisicamente di Salvini…».Forse allora Salvini segue il consiglio dei commessi del Senato…«È evidente che scherzavo: è chiaro che un leader politico, come del resto Di Maio, ha anche altri doveri. Comunque qui siamo quattro sottosegretari, e il lavoro è molto. So che non tutte le battaglie scaldano il cuore: risolvere la questione dei segretari comunali non va in prima pagina, però è importante anche quello…».Ma Salvini vi sta cannibalizzando?«Ritengo di no. Certo, il tema della sicurezza è importante: ha determinato il successo della Lega, e anche noi dovremo farvi più attenzione. Io mi trovo bene a lavorare su questo tema. La lotta alla criminalità organizzata è nel dna del nostro Movimento. Ma non c'è solo la sicurezza: il tema principale per il Paese è il lavoro, e su quello come M5s stiamo facendo tantissimo. Sa che le dico?».Dica.«Che è la sinistra ad alimentare alcune percezioni mediatiche. La sceneggiata continua delle Ong alla lunga favorisce Salvini, fa il suo gioco. Per la sinistra, alimentare la destra è questione di sopravvivenza».Come vive il disagio di alcuni suoi colleghi per il voto con cui avete salvato Salvini dal processo? «Io stesso ci ho ragionato molto, credo nel principio “nessuna immunità". E infatti appena hanno arrestato uno dei nostri, lo abbiamo cacciato. Ma qui il tema era diverso. La domanda era: “Il ministro ha agito o no per un preminente interesse pubblico?". E dopo che Conte, Di Maio e Toninelli si erano espressi, se un parlamentare avesse votato in modo diverso, di fatto avrebbe votato contro il governo. A mio avviso, chi la pensa così, avrebbe dovuto uscire dal movimento e dimettersi da parlamentare». Il caso di De Vito arrestato a Roma, e poi la notizia dell'indagine sull'assessore Frongia. Non siete stati frettolosi a liquidare la prima storia come una singola «mela marcia», come ha detto Di Maio? «Quello che abbiamo deciso, cioè l'espulsione immediata, era l'unica cosa da fare per noi. Noi non mentiamo agli elettori: non abbiamo mai detto che, se uno viene eletto, diventa Santa Maria Goretti. Il punto è la risposta politica che dai quando sorge il problema: noi diciamo “fuori i corrotti". E decisioni così servono proprio a ribaltare la partita. Diversamente da altre compagini politiche, abbiamo difeso i nostri valori, non le persone». Ma non c'è un problema di vostra fragilità, per cui è facile per figure come Lanzalone avvicinarvi e «scalarvi»? «Non è né meno facile né più facile che avvicinare chiunque altro, a mio parere. Ci sono persone che hanno questo tipo di bassezze morali. Le sirene ci sono sempre. Se tu rispondi e ti beccano, però, devi andare fuori». Ma se si aggravasse la situazione della giunta di Roma?«Se i fatti sono di questa gravità, non possono mai esserci sconti: ti do una mazzetta e tu mi aggiusti la delibera… No, davanti a cose così non può esserci nessuno sconto nemmeno in futuro».Non avete esagerato a descrivervi solo come quelli «onesti», come se foste un'antropologia diversa? «Forse la cosa è stata percepita male. Mica pretendiamo di essere geneticamente diversi. Semmai, ciò che la gente ha capito è che abbiamo princìpi solidi. Questo fa tutta la differenza del mondo. Quando mi confronto con i miei amici, mi dicono: “Ho la sensazione che voi non stiate rubando nulla"». Voi al governo dite - ed è vero - che siete lì solo da 8-9 mesi. Ma la Raggi è lì da quasi 3 anni, e Roma è in una condizione di devastazione, dalle strade ai bus ai rifiuti. Non sarà facile dire che è solo colpa di quelli di prima.«Infatti io non lo dico, e tendo sempre a ridurre lo spazio degli alibi. So bene che anche 5 anni non saranno sufficienti per mettere a posto i buchi di bilancio di Roma. Ma quello che conta è che ogni 5 anni il cittadino possa esprimersi con un voto. Però mi faccia dire che non vedo grandi statisti tra chi l'ha governata prima…».Mi creda: situazione fuori controllo, città allo sbando.«I romani, esattamente come hanno fatto tre anni fa facendo vincere noi, decideranno con il voto a suo tempo. Sono convinto che i cittadini non sbaglino a votare: il giorno del nuovo voto amministrativo a Roma capiremo se il lavoro della giunta M5s sarà piaciuto o no. Tutti dobbiamo essere consapevoli della grande opportunità e privilegio che abbiamo nel poter governare».Alcuni media la attaccano come complottista. Le rimproverano il famoso tweet che metteva in dubbio lo sbarco sulla Luna.«Dopo 6 anni, si parla di me più per questo che per tutto il lavoro parlamentare svolto. Sorridendo, dico che quasi quasi mi fa gioco. Ma sommessamente consiglierei di superare questa cosa…».Ma siamo tranquilli su quello sbarco o restiamo col dubbio? (Sorride) «Diciamo che è una leggenda che mi piace alimentare».Controprova: ripeto a fine intervista la domanda di Grillo. Siete arrivati pronti alla prova del governo? Mi risponde come prima?«Sì, uguale a prima. Non ho cambiato idea in pochi minuti. Però lo so che c'è tanto lavoro da fare, lo so bene… Di sicuro la motivazione è al massimo».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson