2024-12-25
Domani è il giorno della seconda stagione di «Squid Game»
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Un regalo di Natale, con il ritardo chic che il consumarsi delle feste impone. Netflix, che all'indomani del Covid-19 ha dato sfogo a un immaginario televisivo che mai prima si era visto, ha deciso di rilasciare online, alle nove del mattino di giovedì 26 dicembre, la seconda stagione di Squid Game.Nulla di diverso dalla prima: a cambiare, nel sequel del cult coreano, sono unicamente i personaggi. Tutti, meno uno. Il giocatore 456, Gi-hun, è l'unico superstite del primo Squid Game, il gran vincitore del gioco malato che alla vita ha accordato il valore di un montepremi. Gi-hun torna, la gara riprende. E riprende, insieme, la lunga sfilata degli orrori. Squid Game, serie televisiva coreana, ha rimasticato le antiche lotte dei gladiatori e le ha condite con quel po' di storia che gli Hunger Games avevano già fatto. Poi, ci ha messo in mezzo la Corea, la disciplina, la rigidità a tratti brutale che il mondo asiatico sempre suscita. Gli Squid Game sono dei giochi ingannevoli. Ed è solo a cose fatte, ad iscrizione avvenuta, che i concorrenti capiscono cosa sia, veramente, la gara. Non una corsa ad una vita migliore, ma una lotta per la sopravvivenza, viziata - per giunta - dalla consapevolezza di come ogni morte porti con sè una crescita del montepremi finale. Lo show, in cui i concorrenti non hanno nomi ma numeri ad identificarli, prevede che i perdenti vengano ammazzati. E, man mano che la gara procede, i protagonisti muoiono. Da regolamento, però, niente è per caso. Ogni assassinio si riverbera sul premio in denaro, aumentandolo esponenzialmente. I disperati corrono, dunque, sperando siano gli altri a cadere. Questi altri pieni di guai, con problemi e traumi che la promessa di una vincita cospicua (45,6 miliardi di won) avrebbe dovuto rendere più lievi.Sono, nella prima come nella seconda stagione, dei derelitti a partecipare agli Squid Games. Oltre a Gi-hun, ci sono ex militari, persone che hanno investito i risparmi di una vita nelle criptovalute, vedendoli bruciare senza possibilità di rimedio. C'è un padre che spera, vincendo, di potersi assicurare una cifra sufficiente a pagare le cure per il cancro alla famiglia. C'è una madre che vorrebbe sanare i debiti del figlio e c'è quel suo figlio disgraziato, caduto preda della ludopatia. C'è, pure, una donna transgender, che preferisce la possibilità della morte all'idea di vivere la sua intera esistenza senza i mezzi economici per comprarsi la transizione di genere.Chi partecipa agli Squid Game ha le ragioni più varie per rischiare la vita. Cosa, questa, che gli sceneggiatori hanno cercato e voluto. Perché, come sempre accade nella cinematografia asiatica, ogni dettaglio della narrazione è studiato per intrattenere, sì, ma soprattutto per muovere a riflessione chi si trovi a guardare. Lo show, che nel 2021 ha esordito con il botto, superando gli 1,65 miliardi di ore di visualizzazione nei suoi primi ventotto giorni online, è, in verità, una critica feroce, basata sull'analisi delle disuguaglianze sociali, sull'immobilismo fra classi, sull'assurda competizione che il capitalismo induce.