2024-08-17
«Nessun allarme per mpox in Europa. Riformiamo l’Oms»
Francesco Vaia (Imagoeconomica)
Il capo della Prevenzione al ministero Francesco Vaia: «In Italia la profilassi fu fatta nel 2022 a chi ne aveva bisogno. Ora basta monitorare».Il professor Francesco Vaia è direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. Era a capo dello Spallanzani quando, nel 2022, si iniziò a parlare di vaiolo delle scimmie e la struttura romana fu chiamata a occuparsene dalle autorità italiane. Lo abbiamo intervistato per il nuovo episodio di TV Verità, che sarà disponibile sulla nostra piattaforma online a partire da stamattina alle 10. Di seguito pubblichiamo un estratto della conversazione.Professore, cominciamo dal grande tormentone estivo: il vaiolo delle scimmie. Ci risiamo con l’emergenza sanitaria mondiale? Ce n’era bisogno?«C’è qualche collega che mi chiama il direttore della rassicurazione, allora vorrei rassicurare. Quello che accade nel mondo, per carità, ci interessa, ci deve interessare, ci deve riguardare... Però in questo caso stiamo parlando di una malattia che prevalentemente, localizzata in Africa, in modo particolare nel Congo. L’Oms ha una visione mondiale, quindi sta guardando cosa sta succedendo in Africa, ma io guardo dall’Italia».E dall’Italia che si vede?«Guardi, nel 2022 ero il direttore generale dello Spallanzani, abbiamo guidato benissimo la campagna contro il monkeypox, che si chiama così anche se le scimmiette, poverine, non c’entrano niente con questa malattia, che come sappiamo tutti è trasmessa prevalentemente dai roditori. Questa malattia si è diffusa prevalentemente in paesi poveri, dove ahimè anche l’Hiv è molto diffuso e quindi è alto il tasso di depressione immunitaria. In Italia secondo me non c’è alcun allarme secondo me: siamo pronti ad affrontare qualsiasi cosa. Abbiamo anche i vaccini per le persone che potrebbero averne bisogno».E quali sarebbero?«Sono quelle che possono essere più esposte: gli immunodepressi, le donne che vendono sesso e coloro che praticano il sesso non protetto con numerosi partner. Questa è la dimensione del caso, guardando dal versante italiano». Lei prima ha citato i suoi colleghi che, mi viene da dire, sono una parte del problema. Molti di loro sono subito corsi a dare ragione all’Oms, sembra non vedessero l’ora di tornare sotto i riflettori per una nuova emergenza. Eppure il Covid avrebbe dovuto insegnare almeno la prudenza. «Assolutamente sì. Per questo vorrei tornare su quel che accennavo prima a proposito del monkeypox. Ricordavo che due anni fa, dallo Spallanzani, abbiamo guidato la campagna contro il virus facendo quel che serviva. E quel che serve, oggi, non è alzare i toni o correre a somministrare o inoculare vaccini a tutti. Occorre piuttosto osservare. Due anni fa, senza drammatizzare, abbiamo fatto il nostro dovere. Non è successo nulla in Italia. Abbiamo fatto le campagne che andavano fatte da un punto di vista della prevenzione. Abbiamo attenzionato una serie di persone che potevano essere più esposte... Abbiamo fatto quello che serviva». Lo avete fatto senza particolari drammi. Eppure adesso si parla di un caso di monkeypox in Svezia ed esplode di nuovo l’ansia. «Non si può prendere un caso in Svezia e dire che c’è un allarme in Europa. Diverso è dire che dobbiamo stare attenti sempre e comunque, perché quello che accade in Africa o in Sud America in un mondo globalizzato ci interessa. Ma perché fare allarmismi? Dobbiamo fare prevenzione ma non allarmare». Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Oms, ha già invitato via social tutti i Paesi a rafforzare la sorveglianza, sta già utilizzando toni ansiogeni. Lo vogliamo dire che l’Oms è parte molto rilevante del problema?«Guardi, chiunque abbia un po’ di buonsenso non può non notare che l’Oms ha commesso un sacco di errori negli ultimi anni. C’è poi un altro tema, che in parte mi riguarda perché il presidente Giorgia Meloni, e di questo ancora la ringrazio, tempo fa mi aveva indicato come rappresentante del nostro Paese all’Oms. Secondo me in quel luogo la nostra voce autorevole manca. Non parlo tanto della mia voce: diciamo di una voce del nostro Paese all’interno. Se ci fosse, forse un po’ di cose cambierebbero».Di certo dovrebbe cambiare questa tendenza a terrorizzare le masse. «Il primo errore che fa Tedros è quello di non dire con chiarezza: abbiamo un problema circoscritto, e noi Stati membri osserviamo, con lucidità e tranquillità. Poi mi viene da ripensare al Covid, attorno al quale si sono combattute tante battaglie geopolitiche ed economiche, e io ho visto l’Oms schierata in queste battaglie. E questo è stato un gravissimo errore. L’Oms deve essere libera. Non deve dare assolutamente la sensazione di avere interessi particolari. Per come è oggi, l’Oms a mio giudizio va sicuramente rivista e strutturata, e sarebbe importante che il nostro Paese e il nostro governo si interessassero a fondo della questione». Un tempo l’Oms non aveva questa ossessione del controllo sanitario che in qualche modo è anche politico. «In effetti questo è abbastanza spaventoso, perché poi abbiamo visto che danni abbia prodotto con il Covid, anche e soprattutto per le persone comuni. Però io guardo a noi, all’Italia: dobbiamo avere una linea retta, dobbiamo essere coerenti. Rispetto all’Oms, abbiamo detto che siamo contrari alla predisposizione di un piano pandemico globale. Abbiamo detto che siamo contrari ai joint procurement europei, che impediranno le contrattazioni tra Stati e aziende sanitarie. Se noi come Paese abbiamo capito queste cose e abbiamo preso una posizione, forse un’azione un po’ più incisiva da parte nostra dentro l’Oms sarebbe necessaria. È necessaria. Dobbiamo occuparci con molta attenzione di questo organismo che è internazionale, ma che pretende di governare gli Stati. Questo è il vero problema. Perché se noi non siamo autorevoli, gli altri ci soverchiano. Abbiamo le capacità per non essere soverchiati: usiamole».
(Ansa)
Due persone arrestate, sequestrata droga e 57 persone denunciate per occupazione abusiva di immobile e una per porto abusivo di armi. Sono i risultati dei controlli scattati questa mattina allo Zen da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo l'omicidio di Paolo Taormina, il giovane ucciso davanti al pub gestito dalla famiglia da Gaetano Maranzano. Nel corso dei controlli sono stati multati anche alcuni esercizi commerciali per carenze strutturali e per irregolarità sulla Scia sanitaria e mancata autorizzazione all'installazione di telecamere, impiego di lavoratori in nero, mancata formazione, sospensione di attività imprenditoriale. Sono state identificate circa 700 persone, di cui 207 con precedenti ed altri 15 gia' sottoposti a misure di prevenzione.
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