2021-08-23
Neopagani d’Italia
Diminuiscono i cattolici e crescono gli aderenti a sette etniche e magiche con streghe e druidi. Negli Usa i culti sono quadruplicati negli ultimi anni. Da noi aderiscono soprattutto giovani.«L'angoscia profonda dell'uomo di oggi che ha rifiutato Dio». La responsabile dei centri Gris, Elena Melis: «Queste religioni "vendute" come pezzi antichi con l'aggiunta di un po' di modernità». Lo speciale comprende due articoli. «L'uomo non può vivere senza inginocchiarsi davanti a qualcosa», ammoniva Fëdor Dostoevskij: «Se l'uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti a un idolo». A 140 anni dalla sua morte, ci si dovrebbe decidere a riconoscere valore sociologico a questa frase del celebre scrittore russo. Per un motivo semplice: perché ne ha. Lo prova la forte crescita, specie nell'Occidente dove le grandi religioni organizzate - cattolicesimo in primis - sono in difficoltà, del neopaganesimo. Un termine da immaginare come contenitore dato che a esso sono collegate tutta una serie di antiche tradizioni etniche e magiche caratterizzate da due elementi.Il primo è quello messo in luce dai sociologi Stefania Palmisano e Nicola Pannofino, autori di un recente lavoro sul tema, Religione sotto spirito (Mondadori 2021), ossia la «la labilità di confini tra spiritualità e marketing, Oriente e Occidente, esoterismo e pratiche di benessere». I culti neopagani, sia chiaro, non sono riducibili solo a questo, ma di certo oggi beneficiano di una certa visione del mondo agile e fumosa al tempo stesso, «che concilia gli angeli con la reincarnazione, Osho con Gesù, e tende all'unificazione», per dirla con le parole di Palmisano e Pannofino rilasciate al settimanale Il Venerdì .Il secondo elemento caratterizzante del neopaganesimo è, appunto, il suo boom. Difficile, in effetti, negare l'odierno revival della wicca, del druidismo, dello sciamanesimo e di credenze più o meno ancestrali - e più o meno rivisitate - che alcuni sociologi classificano con l'acronimo Sbnr, che sta per spiritual but not religious. Solo negli Stati Uniti, e solo dal 2006 al 2011, si stima che i culti neopagani abbiano conosciuto una crescita del 10%, con picchi di oltre il 30% di avanzamento per realtà come il panteismo e credenze di stampo naturalistico. Se si considera un arco temporale più esteso soffermandosi su un singolo culto, i riscontri sono ancora più netti.Basti pensare che secondo il Trinity College, nel 1990, negli Stati Uniti le streghe wicca erano circa 8.000, non pochissime. Peccato però che nel 2008 risultassero 340.000 e, nel 2018, fossero addirittura quadruplicate. Con il risultato, secondo la Catholic news agency, che oggi questo culto interessa da 1 a 1,5 milioni di persone. Numeri impressionanti se si pensa che in totale i presbiteriani praticanti ammontano a 1,4 milioni. Non solo. Va precisato come negli Stati Uniti esistano persone avvicinatesi al mondo della stregoneria le quali, però, rigettano l'etichetta neopagana, perché la considerano limitante o perché, semplicemente, si riconoscono in una spiritualità individualista. Ciò significa che, per quanto i dati del Pew research center stimino in appena lo 0,4% la popolazione Usa aderente alla fede wicca, è possibile che le streghe e simpatizzanti possano essere anche più di 1,5 milioni. Anche in un Paese di tradizione cattolica come l'Italia il fenomeno va assumendo dimensioni sempre più significative; basti pensare che, se alla fine degli anni Novanta si parlava di qualche migliaio di adepti, statistiche più recenti portano quel numero, oggi, a oltre 200.000. Sbaglierebbe, però, chi prestasse troppa attenzione a tali numeri, sia perché sono inevitabilmente imprecisi, sia perché essi non considerano fino in fondo quel lato sommerso di persone che non sono neopagane e che, tuttavia, a tale realtà guardano con interesse, lasciandone traccia su Internet. Emblematiche le considerazioni della giornalista Charlotte Richardson Andrews, la quale, in un accurato articolo sulla rivista Dazed del febbraio 2019, notava come l'anno prima, su Instagram, l'hashtag #WitchesofInstagram fosse ricorso su 2,2 milioni di post, quello #Pagan addirittura in 2,6 milioni. Certo, molti saranno stati contenuti ironici e scherzosi, ma sarebbe sbagliato sottovalutare l'interesse, in particolare dei giovani, alla sfera neopagana. Allo stesso modo, sarebbe fuorviante immaginare il fenomeno come caratteristico di una specifica classe sociale. Ancora 20 anni fa, infatti, Brandon A. Hale, antropologo dell'università dell'Illinois, dopo una ricerca sul campo condotta anche intervistando svariati adepti, osservò che «alcuni neopagani lavoravano come fornai, altri in prestigiose università dove erano all'opera per mappare il genoma umano».Quel che appare plausibile è però un nesso, tornando a Dostoevskij, tra l'arretramento del cristianesimo e il revival neopagano. A suggerirlo, nel novembre 2018, era stato non un bollettino parrocchiale, bensì la laicissima rivista Newsweek, con un articolo a firma di Benjamin Fearnow. Beninteso: questo non autorizza a immaginare una sorta di travaso d'anime tra giovani che smettono di andare in chiesa e nuovi adepti ai culti neopagani, anche perché i più lasciano la pratica religiosa ma non cessano d'identificarsi almeno formalmente nel cristianesimo; tuttavia, è indiscutibile come i più esposti al fascino di certe credenze - caratterizzate dall'appeal del soprannaturale, ma spesso prive di implicazioni morali cogenti (di qui l'acronimo Sbnr) - siano i giovani e, nello specifico, proprio coloro che si lasciano alle spalle la formazione cristiana ricevuta.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/neopagani-ditalia-2654754085.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="langoscia-profonda-delluomo-di-oggi-che-ha-rifiutato-dio" data-post-id="2654754085" data-published-at="1629663805" data-use-pagination="False"> «L’angoscia profonda dell’uomo di oggi che ha rifiutato Dio» «La fragilità di ogni legame e la diffusa percezione dell'appartenenza come mancanza di libertà, creano certamente un clima quanto mai adatto al nomadismo spirituale, ma sono diversi gli elementi che concorrono a questo risultato». Così dice alla Verità Elena Melis, psicoterapeuta e responsabile nazionale della formazione degli operatori dei centri di ascolto del Gris, il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa che da anni fa formazione e consulenza sulle religioni, le sette e la fenomenologia a esse correlate. «Il ritorno di un certo neopaganesimo», dice, «è l'uomo che rifiuta Dio e prova a fare di sé stesso un dio e si fabbrica idoli per curare la sua angoscia esistenziale». Dottoressa, la tendenza del neopaganesimo, stregoni, sciamani e vampiri, è una realtà sempre più in espansione: che cosa sta succedendo? «L'ateismo, sia teorico sia pratico, produce l'effetto della ricerca di idoli. Così si ripescano dal passato esperienze religiose abbandonate e perdute e, per renderle più attraenti e commercializzabili, vi si applica una sorta di lifting: si toglie ciò che non piace all'uomo moderno e si mette quanto è in sintonia con il gusto di oggi. Lo si fa sia prendendo elementi di esperienze religiose diverse, sia aggiungendo elementi nuovi, sia anche inventandoli di sana pianta. Il risultato spesso è un prodotto venduto come un prezioso pezzo antico che altro non è che un pezzo da raccolta indifferenziata». In effetti, la religione oggi prevalente pare essere la cosidetta Sbnr, ovvero spiritual but not religious, spirituali ma non religiosi. «Tutto favorisce il nomadismo spirituale, anche il mito moderno dell'eterna giovinezza, o meglio dire, dell'eterna adolescenza. La ribellione al mondo degli adulti, la pretesa di onnipotenza e segreta voglia di protezione, la mancanza di definizione di sé e di una visione chiara del futuro, la tendenza a vivere solo nel presente. Siamo in un grande supermarket emotivo, spiritualità compresa». Faccia un esempio. «La reincarnazione è una delle credenze diffuse in occidente dal neospiritualismo. Si tratta però di un'idea di reincarnazione molto diversa da quella delle tradizioni religiose orientali da cui è stata estrapolata. In Oriente infatti la reincarnazione è vista come una dolorosa condanna che l'uomo deve subire affinché possa essere purificato e finalmente liberato da questa necessità. In Occidente invece la reincarnazione è stata presentata come la possibilità di vivere sempre nuove vite e fare sempre nuove e illimitate esperienze. In questa visione niente è definitivo e la persona può illudersi di avere sempre infinite possibilità di scelta per poter essere tutto ciò che vuole e cambiare sempre la propria sorte. È il sogno americano che tutto sia possibile, se non in questa, almeno in un'altra vita». Ma se a uno piace partecipare a un rito wicca o va in moschea o in una chiesa, che differenza fa? «Queste partecipazioni non sono per niente indifferenti, ma hanno effetti molto diversi sui partecipanti, sia sul piano psicologico, sia sul piano esistenziale. Il rito infatti rappresenta una particolare fede, ma non è (come invece accade in teatro) una semplice rappresentazione: è anche un'azione che si compie nei confronti e insieme con qualcun altro, anche se invisibile. Perciò se questo essere spirituale esiste veramente, allora gli effetti non possono essere gli stessi, perché gli spiriti in questione non sono gli stessi». Quindi, non tutto lo spirituale è per il benessere? «Le malattie dello spirito sono riconosciute, denunciate e curate da almeno 4.000 anni: l'ebraismo-cristianesimo è ben conscio che esiste spirito e spirito, spiriti e spiriti! Se la spiritualità non si riduce solo a una ricerca di sé stessi e del proprio benessere emotivo - cosa che sarebbe più corretto inquadrare come una sorta di psicoterapia - ma è relazione tra il nostro spirito e altri spiriti (angeli, demoni, spiriti di defunti) e con Dio, allora le conseguenze di questa relazione sul nostro spirito, ma non solo, possono essere sia positive sia negative». Forse lei parla così perché è cattolica? «No, è una riflessione valida comunque, è per lo meno da ingenui pensare che tutti gli spiriti siano positivi, e molti di quelli che lo hanno pensato si sono dovuti ricredere. In ogni caso rilevo che nel nostro clima culturale, dove appunto predomina una spiritualità à la carte, l'unica moda che sembra tenere è quella dell'Abc: anything but catholic, tutto fuorché cattolico». A proposito, la Conferenza episcopale spagnola recentemente ha diffuso un documento in cui si parla appunto di una diffusa «proposta neopagana» che mira a una società tutta emotiva e «sensitiva»… «Questo potrebbe essere solo il primo passo. La “proposta neopagana" è, sì, in sintonia con l'attuale società emotiva e sensitiva, ma, se predominerà, potrebbe avere come prodotto finale non la società liquida ma la società assolutista, e come ideologia vincente non il politeismo, ma il satanismo». Però, sembra che anche qualcuno che si definisce cattolico, e magari va a messa la domenica, non abbia problemi a credere nella reincarnazione o fare un giretto dal mago. «Anche nei cattolici constatiamo purtroppo spesso una grave carenza di formazione che li porta a non saper distinguere ciò che è conforme agli insegnamenti della Chiesa da ciò che non lo è: a confondere la preghiera con il rito magico, il culto dei defunti con lo spiritismo e a pagarne poi le nefaste conseguenze». Il cardinal Joseph Ratzinger ha sempre criticato la soluzione delle teorie pluralistiche per le quali una via di salvezza vale l'altra. Piuttosto proponeva la necessità di una critica delle religioni, capace di far emergere ciò che realmente corrisponde alla dignità umana nei culti e nella morale di queste realtà. Cosa significa? «Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e adesso papa Francesco hanno tutti condannato con forza la teoria che tutte le religioni sono uguali, interpretazione questa di origine chiaramente laicista, e hanno invece cercato i punti di collaborazione negli aspetti positivi presenti in esse: appunto in ciò che corrisponde alla dignità umana. Questo ecumenismo cattolico è in antitesi totale con quello “qualunquista"».
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