2018-09-26
Solo Basilicata e Abruzzo rispettano i Lea. Calabria maglia nera Appena il 2,1% delle famiglie può permettersi polizze sanitarie.L'Italia della salute è sempre più divisa in due: la spesa pubblica è stabile, aumentano l'impegno diretto delle famiglie e il ricorso a fondi e assicurazioni private e le differenze tra Nord e Sud sono sempre più marcate. Dai dati del quaderno della fondazione Farmafactoring, I conti della sanità: consuntivi del 2017 e prospettive future, emerge infatti il peggioramento dei servizi offerti dalla sanità pubblica in diverse regioni meridionali, aree che vedono anche una più bassa diffusione di servizi privati come le polizze sanitarie.Lo scorso anno, rivela il rapporto, la spesa sanitaria pubblica complessiva ha raggiunto i 113,6 miliardi di euro, con una crescita delll'1,1% rispetto al 2016: si tratta del quarto aumento consecutivo, dopo la riduzione avvenuta nel triennio 2011-2013. Negli ultimi quattro anni, tuttavia, la spesa per la sanità è cresciuta in media dello 0,9% all'anno, contro il 6% del 2008, prima dell'esplosione della crisi. Il rallentamento certifica che anche il settore sanitario è stato ridimensionato per rispettare i vincoli Ue: a questo contenimento ha fatto da contraltare l'incremento della spesa privata. Quest'ultima lo scorso anno è cresciuta del 3,7%, e dal 1995 a oggi è praticamente raddoppiata, raggiungendo i 37,7 miliardi. Cresce anche l'adesione ai fondi sanitari - che insieme con le società di mutuo soccorso costituiscono il cosiddetto «secondo pilastro» del sistema sanitario italiano - e alle assicurazioni private, che invece rappresentano il terzo pilastro. Gli ultimi dati rivelano che nel 2016 gli iscritti ai fondi sanitari erano 10,4 milioni. Sempre nel 2016 le famiglie in possesso di almeno una polizza sanitaria erano 1,7 milioni, il 6,9% del totale. Nel 2014 e nel 2012 erano rispettivamente il 3,3% e il 4% del totale.Qui si notano le prime differenze tra le regioni: la copertura assicurativa è diffusa soprattutto al Nord, dove il 9,6% delle famiglie nel 2016 possedeva una polizza sanitaria. Di poco inferiore è la percentuale al Centro (8,3%), mentre è decisamente più bassa quella al Sud (2,1%).Ma le divergenze sono ancora più evidenti se si guarda alla qualità dei servizi offerti dalla sanità pubblica. Secondo il rapporto, le verifiche relative all'adeguatezza dell'erogazione dei Lea (i livelli essenziali di assistenza) segnalano per il 2015 - ultimo dato disponibile - un peggioramento della situazione nelle regioni del Sud, che non superano gli adempimenti richiesti, con l'eccezione della Basilicata e dell'Abruzzo. Le regioni che non rispettano gli adempimenti non possono accedere alla cosiddetta «quota premiale» del finanziamento statale ordinario e devono presentare un piano di rientro. E per il 2015 le note negative sono tutte al Sud, con Molise, Puglia, Sicilia, Campania e Calabria che risultano inadempienti: per Puglia e Campania si tratta di un passo indietro, visto che nell'anno precedente erano adempienti. Le aree in cui si registrano le maggiori criticità sono le vaccinazioni, gli screening, l'assistenza agli anziani e ai disabili e l'appropriatezza nell'assistenza ospedaliera (ad esempio, l'eccessivo ricorso ai parti cesarei). All'opposto, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte sono per il terzo anno in testa al ranking.I dati del 2015 confermano il quadro emerso negli anni precedenti, che vede le regioni centrosettentrionali - con l'eccezione della Liguria, parzialmente adempiente nel 2010, e del Lazio, che solo a partire dal 2011 ha avviato un percorso virtuoso - superare la verifica, mentre al Sud solo la Basilicata è sempre stata in regola; la Calabria, a parte il biennio 2013-2014, quando è risultata parzialmente adempiente, non ha mai superato la verifica. «Ciò che più dovrebbe preoccupare i policy maker in questo momento è l'allargamento della forbice nello stato di salute tra le regioni del Nord e quelle del Sud», sottolinea il rapporto. «Purtroppo, nulla garantisce che un'inversione del trend possa essere ottenuta semplicemente con un aumento della spesa pubblica. Una seria riflessione sui livelli di finanziamento e sui relativi criteri di ripartizione deve essere avviata per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più anziana».INFOGRAFICA!function(e,t,n,s){var i="InfogramEmbeds",o=e.getElementsByTagName(t)[0],d=/^http:/.test(e.location)?"http:":"https:";if(/^\/{2}/.test(s)&&(s=d+s),window[i]&&window[i].initialized)window[i].process&&window[i].process();else if(!e.getElementById(n)){var a=e.createElement(t);a.async=1,a.id=n,a.src=s,o.parentNode.insertBefore(a,o)}}(document,"script","infogram-async","https://e.infogram.com/js/dist/embed-loader-min.js");
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(Ansa)
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