2019-12-28
Nelle Marche c’è l’autostrada «a predaggio»
A14 sotto sequestro per i viadotti insicuri: code lunghissime, ma si paga lo stesso. Media di 5 ore per 150 chilometri, senza alcun avviso ai caselli. Il Pd locale è in rivolta contro la sua Regione, ma il presidente nicchia e Benetton chiede «un tavolo tecnico».È l'unica autostrada a «predaggio» d'Europa, ma è anche lo specchio di come in Italia i cittadini siano ormai divenuti sudditi di una politica subalterna ai potentati economici e di una burocrazia senza controllo. È giusto parlare ora che il caso concessioni autostradali sta per piombare sul governo. E c'è da capire se i 5 stelle insisteranno per la revoca delle concessioni, se il Pd e Italia viva difenderanno invece la Aspi (società dei Benetton che ha già minacciato una richiesta danni da 23 miliardi se gli tolgono l'«affitto»). Un caso emblematico è quello delle Marche dove sindaci e utenti gridano contro Autostrade mentre la Regione a guida Pd con Luca Ceriscioli guarda oltre e anzi pensa a larghe intese con la società dei Benetton per prolungare la terza corsia dell'Adriatica che ora si ferma a Civitanova. Il caso emblematico si chiama A14 (la Bologna-Taranto per capirci) che è bloccata da mesi nel tratto tra il centro delle Marche e il centro dell'Abruzzo tagliando di fatto in due l'Italia lungo la costiera adriatica perché la magistratura ha sequestrato i viadotti insicuri a causa della mancata manutenzione. Autostrade scarica tutti i disagi sugli utenti e continua a riscuotere i pedaggi. Due dati per capire subito di cosa stiamo parlando. Dal 22 al 24 dicembre nel tratto da Pescara Sud a Porto Sant'Elpidio si sono verificate code arrivate a 30 chilometri: la media di percorrenza per tutto il periodo dell'esodo prenatalizio è stata di 5 ore per 150 chilometri. Alcune compagnie di autobus (Flexibus la più importante) hanno dovuto far scendere i passeggeri invitandoli a proseguire il viaggio in altro modo perché non garantivano l'incolumità degli ospiti a bordo, i mezzi di soccorso sono stati costretti a fare itinerari alternativi perché nelle ore di punta era impossibile passare. E questo senza che nessuno all'ingresso dei caselli abbia avvertito gli automobilisti dei disagi, perché l'importante è che si prenda il biglietto, che scatti il pedaggio. Il giorno di Natale ci sono stati una ventina di tamponamenti, la statale Adriatica che gran parte del traffico che non può scorrere lungo l'A14 utilizza come percorso alternativo è di fatto impraticabile ed è classificata ormai come la strada più pericolosa d'Italia con una media 3,3 incidenti a chilometro all'anno. Ebbene tutto questo capita per esclusiva responsabilità di Autostrade per l'Italia, ma nessuno fa nulla. Anzi i (pochi) atti arrivati in parlamento - un'interrogazione di Francesco Acquaroli, di Fratelli d'Italia, rimasta senza risposta - non riescono a far percepire la drammaticità della situazione. I sindaci del Piceno sono in rivolta: pretendono dalle prefetture e dalla Regione, che nulla dice e ancor meno ha fatto, delle risposte e se Guido Castelli, ex sindaco di Ascoli, da mesi denuncia uno stato di degrado insopportabile e la Lega interpella un giorno e l'altro pure Luca Ceriscioli - il presidente marchigiano - per tutta risposta Autostrade continua a promettere tempi rapidi per risolvere la situazione, ma si limita a fare ricorsi contro gli atti giudiziari. Su una cosa però Autostrade non transige: il pedaggio. Quello lo incassa con regolarità e anzi pretendeva un adeguamento per un'autostrada che ha sempre avuto problemi ma che da due anni è un vero percorso a ostacoli. Nel luglio 2018 un incidente mise fuor uso la galleria di Pedaso (tra Fermo ed Ascoli): ebbene lì, da due anni, si formano code di chilometri. Ma il colpo di grazia è arrivato nel settembre scorso a seguito dell'inchiesta bis della Procura campana sul drammatico incidente che il 28 luglio 2013 costò la vita a 40 pellegrini che erano a bordo di un pullman precipitato dal viadotto di Monteforte Irpino. I pm Cecilia Annechini e Rosario Cantelmo, che indagano sulle barriere di sicurezza e sui viadotti delle Autostrade, hanno chiesto il sequestro cautelativa di una cinquantina di viadotti in Italia: nove sono quelli lungo la A14 tra Marche e Abruzzo nella prima tranche di inchiesta. Altri tre si sono aggiunti in questi giorni con un ulteriore provvedimento firmato dal gip di Avellino Fabrizio Ciccone che ha esteso i provvedimenti anche ad alcuni viadotti dell'Autosole e della A16. Soltanto nei prossimi giorni è atteso un parziale dissequestro di alcuni di questi viadotti. Il nuovo amministratore delegato di Autostrade, Roberto Tommasi, è stato sentito come persona informata sui fatti per quel che riguarda appunto l'inchiesta bis sulla sicurezza dei viadotti e dei guardrail. Nella stessa occasione l'ad di Autostrade ha presentato istanza di dissequestro. Per ora però i sigilli sono stati tolti solo parzialmente solo a tre dei dodici viadotti complessivamente posti sotto sequestro lungo la A14 e Autostrada ha affermato che cercherà di fare quanto più in fretta può. Per ora ha montato solo due cantieri e ha spiegato che l'iter è però complesso. Insomma ancora per mesi o forse per anni si viaggerà per decine di chilometri a corsia unica. E per evitarsi troppe polemiche cosa fa Autostrade? Chiede «urgentemente l'apertura di un tavolo tecnico che valuti tutte le opportunità per ridurre l'impatto dei cantieri sulla viabilità, assicurando le medesime condizioni di sicurezza per automobilisti e operai». Che detto così è un po' come la storia dei pedaggi. In tutto questo si innesca anche una polemica politica che per le Marche sta diventando pesante come una coda in autostrada. I sindaci del Piceno e una parte del Pd di Ascoli e Fermo capitanata dal plenipotenziario del partito ed ex onorevole Luciano Agostini chiedono che Luca Ceriscioli, sostenuto dalla segreteria regionale del Pd, si faccia da parte e non si ricandidi per un secondo mandato. Il caso Autostrade e la ricostruzione (mancata) del post sisma sono i motivi più forti per questa rivolta del Pd del sud delle Marche. Eppure il presidente marchigiano fa come se nulla fosse: chiede ad Autostrade di cominciare i lavori per la terza corsia da Porto Sant'Elpidio in giù «in un clima di collaborazione». Tanto che importa se per fare venti chilometri si impiegano tre ore, se i viadotti sono considerati insicuri, L'importante è che si paghi il pedaggio.
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