2025-04-13
Il Pd frigna per le manette ma su quella nave c’erano stupratori e pedofili
Compagni scatenati: «Trattamento inumano». Tra quei clandestini, però, si trovavano cinque violentatori, un accusato di tentato omicidio e pure un adescatore di minorenni.«Abbiamo assistito allo sbarco e molte persone sono scese ammanettate con delle fascette», aveva denunciato l’europarlamentare dem Cecilia Strada in un video social girato davanti al centro d’accoglienza di Gjader, in Albania, all’arrivo dei 40 immigrati trasferiti dall’Italia con la nave Libra. Mentre il Pd si straccia le vesti, però, sostenuto da Action Aid («li abbiamo visti con le fascette ai polsi e questa cosa ci ha colpito molto», ha affermato Francesco Ferri) e dall’avvocato Gennaro Santoro di Antigone, che ha definito l’uso di quello strumento di contenimento «illegittimo», cominciano a emergere i profili di alcuni dei protagonisti del trasferimento. Dettagli scomodi, che hanno fatto assumere alla questione contorni ben più complessi rispetto a quanto inizialmente suggerito dalle dichiarazioni politiche della paladina dei diritti umani. Dieci dei trasferiti hanno precedenti per reati contro la persona. Cinque sarebbero coinvolti in casi di violenza sessuale, un reato che di certo non è tollerato dalle donne dem, ma che evidentemente non scuote la loro retorica quando si tratta di accoglienza a tutti i costi.E uno di loro è stato accusato di tentato omicidio. Inoltre, il 60 per cento degli immigrati trasferiti è risultato presente, per vari reati, nella banca dati Sdi in uso alle forze di polizia. Tutti, invece, hanno dichiarato false generalità, un altro indicatore di come, in molti casi, l’irregolarità non sia solo legata alla loro presenza sul territorio, ma anche al loro atteggiamento nei confronti delle autorità. Il contrasto tra la polemica politiche e la realtà, a questo punto, è palpabile. Secondo la normativa nazionale, poi, in particolare quella che regola i Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), i soggetti considerati una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza, o che abbiano subito condanne penali (anche non definitive), devono essere trattenuti con priorità. E alcuni degli immigrati trasferiti a Gjader presentano proprio un profilo di pericolosità sociale elevato, testimoniato dai numerosi precedenti penali per reati contro la persona, contro il patrimonio e in materia di stupefacenti. E non solo. Le fascette ai polsi, insomma, erano giustificate, come è stato spiegato alla stessa eurodeputata nell’immediatezza e ribadito venerdì dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Ma evidentemente il Pd aveva fretta di sfoggiare la sua consueta indignazione. Un caso emblematico riguarda un nordafricano trattenuto nel Cpr a seguito di una scarcerazione (avvenuta il 30 marzo scorso) dopo un cumulo di pene per un totale di 1 anno, 5 mesi e 27 giorni di reclusione. Tra i reati che gli sono stati contestati ci sono il porto illegale di armi, furto, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Si tratta di un recidivo: ha riportato più di una condanna. E non ha mai cercato di regolarizzare la sua posizione con richiesta di autorizzazione al soggiorno. Ha sempre vissuto, insomma, in completa clandestinità, sin dal suo ingresso in Italia nel 2016. Ed è stato arrestato più volte, senza mai dichiarare le sue generalità corrette. Ma non è l’unico. Un altro degli stranieri, asiatico, trattenuto dopo la seconda espulsione a causa dell’inottemperanza all’ordine di lasciare il territorio nazionale, nonostante la decisione di diniego della richiesta di asilo politico, emessa nel 2024, avrebbe continuato a delinquere, con crimini violenti come maltrattamenti e lesioni personali, minacce di morte nei confronti della sua ex compagna (altro reato al quale di solito le donne dem sono particolarmente sensibili), risse e detenzione di sostanze stupefacenti. Un episodio in particolare, che ha segnato un punto di non ritorno, è il pestaggio, insieme ad altri quattro immigrati, di un senzatetto (che ha riconosciuto lo straniero). L’aggressione, che ha visto il soggetto prendere l’uomo a pugni, calci e colpi di bottiglia, è stata brutale e testimonia la pericolosità sociale di questo individuo. E non è finita: un altro degli immigrati, un cittadino asiatico, sceso dalla nave con le fascette ai polsi è coinvolto in accuse gravissime, tra cui detenzione di materiale pornografico, pornografia minorile, adescamento di minorenni e violenza sessuale aggravata. Una condanna a 8 anni di reclusione, però, non permetterebbe, stando alla denuncia della Strada, di trasferirlo con le fascette. C’è infine un altro asiatico, entrato in Italia nel 2021, che è stato trattenuto in esecuzione di espulsione per pericolosità sociale. Aveva precedenti penali per porto illegale di armi, furto aggravato, violenza sessuale ai danni di una ragazza minorenne e per altri crimini violenti. L’episodio che lo ha visto protagonista, in cui ha aggredito una ragazza minorenne alla stazione ferroviaria, era di particolare allarme sociale, ma non è stato sufficiente a impedirgli di rimanere sul territorio italiano, nonostante la sua pericolosità. Ma è chiaro: per il Pd, l’importante è la battaglia per l’accoglienza, senza fare troppi distinguo, sperando che i fatti non li smentiscano troppo velocemente.
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