2024-02-13
Sulla Nato un coro di ipocriti contro Trump
Donald Trump (Getty Images)
Pioggia di critiche sul repubblicano, che ha invitato gli alleati a contribuire di più alle spese dell’Alleanza atlantica. Al netto dei toni, Obama chiese la stessa cosa. E sul possibile assist fatto alla Russia di Putin, Macron e Scholz dovrebbero prima recitare mea culpa. Intanto è gelo con Netanyahu: privatamente gli avrebbe dato tre volte dello «str...».Lo speciale contiene due articoli.Si è abbattuto un putiferio su Donald Trump per le parole da lui recentemente pronunciate sulla Nato. Parlando a un comizio in South Carolina, l’ex presidente ha raccontato di aver detto in passato al leader di un «grande Paese» dell’Alleanza atlantica che non avrebbe protetto i membri europei della Nato se questi ultimi non avessero contribuito adeguatamente all’Alleanza stessa sul piano economico. «“Non avete pagato? Siete morosi? No, non vi proteggerei”. In effetti, li incoraggerei a fare quello che diavolo vogliono. Dovete pagare i vostri conti», ha affermato. Neanche a dirlo, Trump è stato subito tacciato di incoraggiare Mosca ad aggredire i Paesi della Nato. Joe Biden ha parlato di parole «spaventose e pericolose», accusando il rivale di voler abbandonare gli alleati in caso di attacco russo. Critici di Trump si sono mostrati anche il commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton, e il vicepremier polacco Wladyslaw Kosiniak-Kamysz. A definire «sconsiderate» le affermazioni di Trump è poi stato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Sulla stessa linea, si è collocato il ministero degli Esteri tedesco, che ha twittato: «Uno per tutti e tutti per uno. Questo credo della Nato mantiene al sicuro più di 950 milioni di persone, da Anchorage a Erzurum». Strali a Trump, infine, sono arrivati anche dal senatore di Italia viva, Enrico Borghi, e dalla deputata del Pd, Lia Quartapelle.Ora, cerchiamo di capire che cosa è realmente successo. Trump ha detto quelle parole durante un comizio rivolto agli elettori delle primarie in South Carolina. Proprio gli elettori delle primarie sono spesso isolazionisti e ben poco inclini ad accettare le spese internazionali. Tenendo conto del contesto, Trump ha quindi estremizzato comunicativamente un concetto che ripete da sempre: se gli alleati europei vogliono protezione in seno alla Nato, è necessario che contribuiscano maggiormente all’Alleanza sul piano economico. D’altronde, lo stesso senatore repubblicano Marco Rubio, che ha sponsorizzato un disegno di legge volto a impedire che un presidente possa ritirarsi unilateralmente dalla Nato, ha minimizzato le affermazioni di Trump. In secondo luogo, l’idea che gli alleati europei debbano contribuire maggiormente non è stata avanzata solo da Trump: a partire dal 2014, Barack Obama, di cui Biden era vice, ha più volte esortato gli alleati a incrementare le loro spese per l’Alleanza atlantica. A luglio 2016, Reuters riportò di tensioni tra l’allora presidente dem e alcuni Paesi della Nato a causa di questa questione.Ma non è tutto. Eh sì, perché è impossibile non scorgere una certa ipocrisia da parte di chi ha criticato Trump per le sue parole sull’Alleanza atlantica. Breton è diventato commissario europeo su proposta di quell’Emmanuel Macron che, nel 2019, definì la Nato «cerebralmente morta». In quell’occasione, fu proprio Trump a difendere l’Alleanza, bollando le affermazioni del presidente francese come «odiose». Tra l’altro, Macron fa parte di Renew Europe: formazione europea a cui fa capo il partito di Enrico Borghi. Senza infine trascurare che, a luglio, proprio Macron si oppose all’apertura di un ufficio di collegamento della Nato in Giappone, per non irritare la Cina. Passiamo alla Germania. Secondo lo Spiegel, Olaf Scholz, quando nel 2019 era ministro delle Finanze, si oppose alla richiesta di Trump di aumentare al 2% il contributo di Berlino alla Nato. Tra l’altro Scholz fu anche vicecancelliere di Angela Merkel e quindi corresponsabile dell’appeasement energetico tedesco verso la Russia. E che dire di Kosiniak-Kamysz? L’attuale vicepremier polacco fu ministro del Lavoro nel secondo gabinetto di Donald Tusk. Quel Tusk che, durante la sua prima esperienza da premier, contribuì di fatto a far naufragare l’Eis: uno scudo missilistico americano che, promosso da George W. Bush, era al contrario temuto da Mosca. Nel 2010, Euobserver riferì inoltre che il governo di Tusk aveva finalizzato un accordo sul gas con la Russia. Una certa incoerenza riguarda anche Michel che, nel 2018, quando era premier belga, andò in visita da Vladimir Putin e criticò Trump per essersi ritirato dall’accordo sul nucleare con l’Iran: un accordo voluto da Mosca, che, oltre a essere supportato dalla Quartapelle, Michel ha continuato a difendere anche da presidente del Consiglio europeo.Infine attenzione a Biden. È stato infatti l’attuale presidente ad azzoppare la deterrenza statunitense nei confronti della Russia, revocando le sanzioni al gasdotto Nord Stream 2 a maggio 2021 e ritirando i diplomatici americani da Kiev a febbraio 2022. Dall’altra parte, anche nel 2016 si diceva che Trump avrebbe abbandonato la Nato. Eppure ciò non è accaduto. Putin, sotto di lui, non aggredì l’Ucraina, mentre, nel novembre 2019, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, definì l’Alleanza atlantica come «fondamentale». Quello stesso anno, Npr riportò che, rispetto a Obama, Trump aveva triplicato la spesa a favore della European Deterrence Initiative: il programma di rassicurazione per gli alleati della Nato volto a dissuadere Mosca da eventuali attacchi. Insomma, Trump ha avuto sicuramente delle turbolenze nei suoi rapporti con l’Alleanza atlantica. Ma almeno con lui la deterrenza occidentale verso Russia, Iran e Cina funzionava.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nato-coro-ipocriti-contro-trump-2667271932.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="biden-cerca-voti-dai-giovani-su-tiktok-ma-ai-federali-vieto-il-social-cinese" data-post-id="2667271932" data-published-at="1707842788" data-use-pagination="False"> Biden cerca voti dai giovani su TikTok. Ma ai federali vietò il social cinese Dopo aver vietato TikTok ai dipendenti statali, adesso Joe Biden sbarca sul social network cinese per cercare di fare breccia nel cuore dei giovani elettori. L’obiettivo è quello di ribaltare i sondaggi e vincere le elezioni del prossimo novembre, che a meno di stravolgimenti giudiziari lo vedrà contrapporsi a Donald Trump. Di fronte a tanto obiettivo, si può anche creare un profilo sulla piattaforma che, non molto più di un anno fa, era stata bandita dai telefoni dei dipendenti pubblici federali per proteggere la sicurezza nazionale da possibili fughe di dati verso il Dragone. È «lol hey guys», cioè «lol (lot of laughs, ovvero «tante risate», ndr) hey ragazzi», la scritta che accompagna il primo video del nuovo account su TikTok del presidente Biden, «bidenhq». Il profilo è curato dal suo team della comunicazione, che deve cercare di intercettare i voti delle frange più giovani dell’elettorato, offrendo contenuti per loro accattivanti. Il primo filmato, in realtà, risulta abbastanza tragicomico, e ritrae un uomo di 81 anni che risponde ad alcune domande sul Super Bowl andato in scena nella notte tra domenica e lunedì, poste da un intervistatore fuori campo. Il tentativo è quello di mostrare un presidente simpatico, alla mano, con il filmato che termina con la domanda: «Trump o Biden?». «Mi prendi in giro?», risponde sorridendo il presidente, che dopo una pausa scenica riempita con una risatina decide: «Biden». Segno che per quanto si fingano più raffinati, anche loro sanno che mostrarsi come una persona comune aiuta ad avvicinarti alla gente. Ciò che allarma i democratici, infatti, è che alcuni sondaggi danno in vantaggio Trump anche nelle fasce di popolazione più giovani, tendenzialmente più predisposte verso posizioni progressiste.Nei giorni scorsi, intanto, il presidente degli Stati Uniti si è reso protagonista di una serie di uscite che hanno destato delle preoccupazioni. Sempre più irritato verso Benyamin Netanyahu a causa delle azioni militari a Gaza, secondo Nbc News si sarebbe lasciato andare, con i suoi collaboratori, a insulti verso il primo ministro israeliano. Stando a quanto trasmesso dall’emittente americana, Biden talvolta si riferisce a Netanyahu con espressioni come «quel ragazzo» e, in almeno tre occasioni, lo avrebbe etichettato come «asshole» (traducibile come «stronzo»). Dal canto suo, il Consiglio per la sicurezza nazionale Usa ha immediatamente smentito la notizia, ma si sa che una smentita può semplicemente essere una notizia data due volte. D’altra parte non c’era nemmeno molto bisogno di smentire, dal momento che ormai le parole di Biden non possono più essere prese molto sul serio, tant’è che perfino i media progressisti stanno iniziando a scaricarlo, dubitando della sua lucidità. L’ultima di una lunga serie di gaffe è di qualche settimana fa, quando durante un comizio a Las Vegas ha raccontato di quando, al suo primo vertice del G7 dopo la sua elezione nel 2020, ha incontrato «Mitterrand della Germania». Peccato che François Mitterrand sia morto nel 1996 e fosse presidente della Francia, non il cancelliere tedesco. Il presidente si è poi corretto sulla provenienza, ma non sulla persona. Insomma, difficile cercare coerenza nelle scelte di un presidente che ci ha abituato a gaffe di questo tipo e la cui autorità a livello geopolitico vacilla, come dimostra il comportamento del primo ministro israeliano. Con una mano attacca TikTok, che essendo in mani cinesi desta comprensibili preoccupazioni nel mondo occidentale, e con l’altra si iscrive alla piattaforma social per cercare di battere Trump. Il tutto, mentre i malumori in area dem per la posizione americana sul conflitto in Palestina si fanno sempre più pressanti. Una caduta a livello simbolico, che difficilmente pagherà sul piano elettorale.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.