2020-08-29
Musumeci: «Tar compiacente con il governo»
Nello Musumeci (Agetty images)
Presidente scatenato contro la sentenza che ha sospeso la sua ordinanza sui migranti: «La toga è un'ex consulente di Nicola Zingaretti L'esecutivo sappia che la macchina del potere non ci intimidirà». Insorgono l'Anma e i dem. A Pozzallo altri 11 stranieri infetti.Nello Musumeci non si arrende al Tar. E dopo aver incassato la sospensiva all'ordinanza della Regione Sicilia, che imponeva entro le 24 di lunedì scorso lo sgombero di hotspot e centri d'accoglienza per motivi sanitari, va al contrattacco: «Il magistrato non è al di sopra di ogni sospetto. Secondo una "malalingua"», ha spiegato il governatore, «è stato consulente di Nicola Zingaretti, che è il capo del partito più importante al governo. Abbiamo denunciato un'amara realtà e di fronte a questa denuncia il governo nazionale fa finta di non capire e utilizza magistrati compiacenti». La stoccata è per Maria Cristina Quiligotti, presidente del tribunale amministrativo di Palermo, a cui si era rivolto il Viminale per ottenere l'annullamento del provvedimento di Musumeci. Ma lo schiaffo, più che al tribunale siciliano, è diretto a Palazzo Chigi: «Noi andiamo avanti. Stiamo combattendo una battaglia di civiltà a difesa della salute di chi si trova in Sicilia, non solo dei siciliani, ma anche di quei migranti che vengono trattati da oggetto di speculazioni. Roma lo sappia. Se ne sono capaci, vincano questa battaglia, ma vincano con la forza della ragione, non con la ragione della forza». Come da copione, le reazioni non si fanno attendere, a cominciare dalle toghe. Per l'Associazione nazionale dei magistrati amministrativi (Anma) le dichiarazioni contro il decreto della giudice Quiligotti «hanno già superato il limite di una critica tecnica nel merito, giuridica, e hanno assunto toni inaccettabili e da rispedire al mittente». Una linea ribadita anche dal presidente dell'Associazione, Fabio Mattei: «Attaccare personalmente un giudice per una decisione non condivisa, mettere in discussione la sua autonomia è grave, perché così si contesta alla base l'indipendenza stessa della giustizia. Quella del governatore Musumeci, è quindi una polemica sbagliata, inaccettabile, pretestuosa: da rispedire al mittente. Per difendere l'Italia, come si proclama spesso, si devono innanzitutto rispettare le sue istituzioni, a partire dalla giustizia amministrativa chiamata a dirimere controversie delicatissime e di rilevante impatto sulla società tutta». In coda arriva la replica del Partito democratico, ancora una volta punto sul vivo di un rapporto troppo stretto con la magistratura. «Apprendo che Musumeci ha attaccato la credibilità del magistrato che ha annullato la sua ordinanza», dichiara il deputato dem Santi Cappellani, senza però avere gli elementi per far luce sul caso, «non so se la Quiligotti sia stata in passato consulente di Zingaretti. La mancanza di rispetto per le istituzioni sta oltrepassando tutti i limiti consentiti dalla normale dialettica politica». La smentita a metà arriverà poi in serata dalla Regione Lazio: «Nessuna consulenza politica, la dottoressa Quiligotti faceva parte del comitato per la Legislazione».Nel centrodestra è il leader della Lega, Matteo Salvini, il primo a schierarsi con il presidente siciliano in lotta contro «la macchina infernale del potere»: «Spero che Musumeci tenga duro. Massimo sostegno al governatore della Sicilia che vuole tutelare la salute e il benessere dei suoi concittadini». Ma una sponda da destra arriva anche dal sicilianissimo Pietrangelo Buttafuoco: «La questione è stata posta in termini umanitari più che di sicurezza. La stessa decisione del Tar però è figlia di una tipica reazione del deep state, il sistema fa quadrato, ed è l'ennesima prova che poco vale governare con il consenso perché molto più forte è il sistema di potere. C'è poi una contraddizione enorme, perché comunque il presidente della Regione Sicilia si muove nell'ambito dello statuto speciale. Il governo decida: o annulla le prerogative dello statuto speciale oppure si adegui».Al di là delle polemiche politiche, delle consulenze trasversali o meno da chiarire e degli statuti speciali da riformare intanto sull'isola resta una realtà da affrontare che fa a pugni con la matematica e con i limiti che erano stati prefissati per garantire un'accoglienza decente e umana alle persone che arrivano dal mare. «La notte scorsa a Lampedusa», ha spiegato Musumeci in un video su Facebook, «sono arrivati 300 migranti. Nell'hotspot ce ne erano già 400, quindi siamo a 700. Ma quella struttura può contenerne soltanto 190. Leggo che al largo di Pozzallo la Sea watch naviga verso la Sicilia con 240 migranti, e nella struttura del Ragusano i nostri esperti hanno individuato quattro persone positive al Covid-19. Sembra un bollettino di guerra, ma è il calvario di migliaia e migliaia di persone: circa 18.000 nei primi otto mesi dell'anno in Sicilia». E a proposito dell'emergenza coronavirus, anche il bollettino diffuso da Protezione civile, ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, conferma che dei 54 soggetti positivi al tampone sul territorio siciliano, cinque sono immigrati ospiti del centro di accoglienza di Agrigento. Mentre sono undici i contagiati (quattro risultati positivi ieri) individuati nell'hotspot di Pozzallo. Dove la situazione è molto difficile e dove è stata predisposta, come da protocollo, la quarantena per tutti gli ospiti venuti in contatto con i contagiati. A Lampedusa intanto sono arrivati altri 186 tunisini, molti dei quali minorenni, per un totale di 436 migranti in due giorni. Tutti gli immigrati sono stati portati all'hotspot dove si trovano complessivamente 840 extracomunitari a fronte dei 192 posti a disposizione. Per il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che ha annunciato lo svuotamento del centro di accoglienza, «Musumeci però deve ripresentare l'ordinanza, supportandola con dati certi, altrimenti è carta igienica». «Quanti posti abbiamo autorizzato nei vari centri di accoglienza e hotspot?», ha chiesto De Luca, «questi dati andavano inseriti nell'ordinanza regionale. Sono sicuro infatti che molti hotspot sono abusivi. Sarebbe stato più opportuno specificare quanti sono di nostra competenza perché tutto il resto è abusivo. E sarebbero stati questi gli argomenti validi per non permettere la sospensione del Tar».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)