2023-08-17
Per Alberoni la politica somigliava all’amore
Francesco Alberoni (Getty Images)
Sono stato amico del grande sociologo, che ci ha lasciati a 93 anni. Fu un accademico però amava la vita concreta, di cui indagò la dimensione affettiva. Applicò le stesse dinamiche che portano una coppia a innamorarsi alla nascita di movimenti ideologici.Se ne è andato come aveva vissuto, con discrezione, nell’assoluto riserbo, senza far rumore. Francesco Alberoni ci ha lasciati quattro giorni fa all’età di novantatré anni dopo una vita molto operosa nella quale ha prodotto idee e pensieri di grande rilevanza. Era nato il 31 dicembre del 1929 a Borgonovo Val Tidone in provincia di Piacenza ed è morto al Policlinico di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni. Era un uomo molto gentile e sempre disposto ad ascoltare qualsiasi cosa gli stimolasse il pensiero, le cose più disparate: ne ho fatta esperienza personale quando, parlando, venne a sapere da me stesso del mio interesse per Tommaso d’Aquino e per il tomismo in genere, oggi praticamente in disuso, salvo qualche studioso, e qualche rarissima sede dove ancora si studia il suo pensiero, incomparabili comunque ai suoi studiosi del Novecento. Mi chiese qualche suggerimento bibliografico e studiò Tommaso con molto interesse. Ovviamente le nostre non rare conversazioni ebbero un argomento in più, ma senza diventarne l’unico. Era un uomo intellettualmente molto curioso e questo ha fatto la fortuna di alcuni libri scritti per il grande pubblico come, primo tra tutti, Innamoramento e amore (1979), che ha venduto centinaia di migliaia di copie ed è stato tradotto in venticinque lingue. Da sociologo – ma dotato di una cultura scientifico-medica e umanistica non indifferente – era attratto da quelli che Husserl chiamava i Lebenswelt, i mondi della vita, la vita concreta, pratica, visibile, tra i quali, naturalmente, la vita affettiva, ma la sua curiosità non era, ovviamente, di tipo pruriginoso, ma di tipo indagante, tesa a capire i meccanismi e la natura di questi fenomeni al di là della superficie che tutti possiamo vedere. Alberoni si immergeva nelle profondità di questi fenomeni e li descriveva nelle loro modalità specifiche, nel loro funzionamento, alla ricerca degli ingranaggi che li facevano funzionare o che ne procuravano un inceppamento.Innamoramento e amore, libro da consigliare a chi vive l’amore su Internet, è l’applicazione di un altro libro – questo apprezzato a livello internazionale nell’ambito accademico e intellettuale in genere –, Movimento e istituzione, che rileggerò in questi giorni e del quale consiglio vivamente la lettura a chi non lo avesse ancora fatto perché è di stringente attualità. Il libro gravita attorno alla nozione di «stato nascente» dove la condizione nascente è quella che attorno alla leadership, alle idee e alla comunicazione, che formano un tutt’uno, nasce un movimento. Questo movimento nascente può essere anche tra due persone e si chiama, appunto, innamoramento. Tale movimento, inizialmente si contrappone all’istituzione. Questo vale per i movimenti di qualsiasi tipo: siano essi religiosi, politici, ideologici, culturali, filosofici. Il movimento si fonda su un’idea di futuro che si confaccia alle idee del movimento stesso, alle speranze che accomunano i suoi membri, ai bisogni e ai desideri che essi nutrono nel futuro stesso.Capite bene la rilevanza politica che questo pensiero può assumere per la politica italiana e i suoi movimenti sorti negli ultimi anni. A partire da Forza Italia nata esattamente attorno ad una leadership, ad un linguaggio, a delle speranze comuni di cambiamento scritte in un programma. Qual è il problema maggiore che deve affrontare un movimento? Quello che hanno dovuto affrontare, ad esempio, gli ordini religiosi alla morte del fondatore. I francescani con la morte di S. Francesco, i gesuiti alla morte di S. Ignazio di Loyola, i domenicani alla morte di S. Domenico, e così via. È stato così per la Dc alla morte di Alcide De Gasperi e per il Pci alla morte di Enrico Berlinguer e per Psi alla morte di Craxi (certamente legata a fattori esterni alla politica in senso stretto, cioè a fatti giudiziari molto discutibili), che non era fondatore del partito, ma era il rifondatore, che ha peso equivalente quando è all’altezza. È così ora per Forza Italia che dovrà costruire un partito, sì sulle orme di Berlusconi, ma senza Berlusconi che assicurava una leadership indiscussa e non facile da sostituire.A volte il movimento tende a diventare l’istituzione che combatteva e qui si decreta la sua sopravvivenza breve o lunga, cui segue la morte del movimento stesso. perché perde la vigoria iniziale, si adatta all’istituzione, diventa floscio e irrilevante e solo proiettato al mantenimento del potere, ma questo periodo non è generalmente lungo.Io debbo molto al professor Francesco Alberoni perché fu lui nel 1999 a farmi a insegnare alla Università Iulm della quale allora era Rettore: mi arrivò inattesa la sua telefonata perché aveva letto che ero stato promotore ed estensore del primo «Codice di autoregolamentazione tv e minori» che esiste ancora; mi chiamò e diventai l’anno successivo professore a contratto, e lo sono ancora. In quegli anni il nostro confronto si fece serrato e per me molto utile. Gli debbo non tanto la chiamata, che pure per la mia vita è stata uno stimolo importante a studiare e scrivere, ma la sua amicizia sempre presente e sempre discreta. Arrivederci professor Alberoni, ciao carissimo Francesco.
Laura Boldrini e Nancy Pelosi (Ansa)
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