2023-10-24
A Monza affondano Cappato e Schlein. Sciopero delle urne per gli elettori Pd
Alle suppletive del Senato vince Adriano Galliani: «Dedico il risultato a Silvio Berlusconi». L’ex radicale imposto dal segretario non sfonda: i sostenitori dem non sono andati a votare per protesta contro la scelta.Dalle parti del Pd di Monza e Brianza si mangiano le mani. E ora vogliono una resa dei conti con Roma, con la sede nazionale del Nazareno. In particolare, con il segretario del partito, Elly Schlein. Perché mai come questa volta la possibilità concreta di fare uno sgambetto al centrodestra, alle elezioni suppletive del Senato che si sono tenute nella Provincia brianzola, c’era tutta. C’era una prevedibile bassa affluenza, a queste latitudini uno spauracchio per il centrodestra perché significa quasi matematicamente vittoria degli avversari. C’era la possibilità di candidare un nome forte del posto. C’era un movimento che, territorialmente, era partito per tempo e pure abbastanza bene.E invece no. Tutto quanto è stato vanificato fin da subito dalla scelta della Schelin di fare all-in sul nome di Marco Cappato come alfiere del centrosinistra. Castrando il suo partito, bruciando la rosa di nomi avanzata dal territorio e causando il sostanziale sciopero dalle urne da parte degli elettori (certificato da più di un responsabile). Che non hanno troppo capito che ci stesse a fare un ex radicale con un’agenda di promesse elettorali in mano, sulla quale spiccavano le parole «eutanasia» e «aborto», a rappresentare una coalizione che governa comunque quasi tutte le città più grandi della zona.Adriano Galliani, candidato del centrodestra a raccogliere spiritualmente e materialmente l’eredità dell’amico-presidente di una vita, Silvio Berlusconi, ha avuto vita relativamente facile. Più che Cappato, il nemico da affrontare è stato proprio il prevedibile astensionismo. Galliani ha sfondato il tetto del 50% delle preferenze, Cappato si è assestato sotto la soglia del 40%. «Questa vittoria è dedicata a Silvio Berlusconi, solo a lui», ha commentato, raggiante, Galliani, «si festeggia con moderazione, perché questo seggio era di Silvio. Portare il Monza dalla serie C alla A è servito». Galliani ha poi annunciato di aver sentito Marina Berlusconi («La sua elezione testimonia il grande affetto dei brianzoli nei confronti del mio papà: oggi il suo seggio va a una persona di grandissime qualità umane e professionali», ha detto Marina) e Marta Fascina. Le percentuali nascondono il drammatico dato sull’affluenza alle urne: solo 19,23% degli elettori si è recato ai seggi. Una miseria. «Mi sono assunto la responsabilità della mia candidatura, mi assumo anche la responsabilità della sconfitta», ha dichiarato ieri Cappato, «ho promesso che avrei portato comunque avanti le nostre battaglie, lo faremo anche fuori dal Parlamento», ha assicurato ai volontari davanti al suo quartier generale in Brianza, nella sua Vedano al Lambro, dove è comunque riuscito a perdere. Parole che servono anche a ribadire che, in fondo, l’elezione in Senato non era l’obiettivo primario del suo impegno, che resta fissato sulle battaglie per i cosiddetti diritti. Tanto da aggiungere: «Non abbiamo bisogno di essere in Parlamento per la battaglia sul fine vita». E, facendo il verso alla Schlein che l’ha voluto e poi abbandonato al suo destino, Cappato ha rivendicato che «stavolta ci hanno visti arrivare e sono scesi in campo tutti: ministri, capi partito, la presidente del Consiglio, hanno serrato i ranghi e questo ha avuto indubbiamente una efficacia».Già, la Schlein. La scelta di puntare sul tesoriere dell’associazione Luca Coscioni non si è rivelata poi così azzeccata, per usare un eufemismo. In termini percentuali è riuscita a fare peggio di settembre 2022, quando Berlusconi prese il 50% dei voti contro un’assessore del Comune di Seregno, Federica Perelli, che arrivò al 27% delle preferenze senza contare sul sostegno dell’allora vivente terzo polo (10%) e del M5s (quasi all’8%). Tutti questi partiti, tranne l’inconsistente Italia viva brianzola, hanno appoggiato nominalmente Cappato ma senza impegnarsi. Risultato? Sommando i voti percentuali, Schlein in un anno è riuscita a perdere consensi. E a distruggere il suo partito: la base, soprattutto, ma anche i dirigenti locali le hanno voltato le spalle. E hanno voluto, lungamente e tenacemente, ribadirlo durante tutti i mesi di campagna elettorale.L’ultima bordata è arrivata dal sindaco di Monza: Paolo Pilotto, a poche ore dall’apertura delle urne, se ne è uscito con un «Io voterò scheda bianca». «Nei 50 giorni che hanno preceduto la scelta della candidatura», ha ricostruito Pilotto, «più volte ho detto che il Pd avrebbe dovuto puntare su figure locali». A nulla è valsa una telefonata di Elly Schlein per cercare di rimettere in riga il suo amministratore ribelle: «Le ho risposto che avrebbe dovuto chiamarmi almeno 50 giorni prima, quando con una lettera firmata anche da altri sindaci ho chiesto di poter decidere insieme i criteri con cui individuare l’aspirante senatore. Non ha chiamato nemmeno quando in più di venti amministratori abbiamo inviato altre due lettere». Per quanto riguarda le comunali, a Foggia il candidato del centrosinistra, Maria Aida Episcopo è sopra il 50% delle preferenze, seguita da Raffaele Di Mauro (centrodestra), con il 24%. Lo spoglio va a rilento ma Episcopo ha buone chance di diventare sindaco al primo turno.