2025-09-13
Opposizione zittita: deficit sotto la media Ue
Da sinistra, Carlo Cottarelli, Romano Prodi, Enrico Letta (Ansa)
Carlo Cottarelli, Romano Prodi, Enrico Letta: le Cassandre dem hanno sempre vaticinato il crollo dei nostri conti con la destra al governo. In realtà il rapporto tra disavanzo e Pil è in linea con quello di Berlino e migliore rispetto a quello di Parigi. E vola anche l’occupazione.L’Ubp è l’acronimo di Ufficio parlamentare di bilancio. È un ente sorto nel 2014 con l’entrata in vigore della legge di bilancio del 2012 targata Mario Monti, dopo che l’Italia si era legata al pareggio di bilancio recependo una norma europea. È, quindi, un organismo indipendente che valuta i nostri conti pubblici. E il verdetto uscito oggi premia l’Italia, poiché il rapporto deficit/Pil è sotto la media Ue. Premia l’azione del governo che a breve spegnerà tre candeline. Nel dettaglio, per il 2025 l’Italia prevede, in linea con il Piano strutturale di bilancio (Psb), un deficit al 3,3%, inferiore alla media Ue al 3,5%. Il nostro Paese ha la stessa percentuale della Germania. In Francia il disavanzo, pur in linea con gli obiettivi recentemente rivisti del Piano, resta invece elevato, al 5,4%.Nel 2024 l’Italia, sottolinea ancora l’Upb nel suo focus, ha ridotto il deficit al 3,4% del Pil grazie al ridimensionamento del Superbonus e a maggiori entrate, Francia e Germania hanno, invece, registrato un peggioramento: Parigi è salita al 5,8% per effetto dell’aumento della spesa corrente e degli interessi, Berlino al 2,7% per le spese aggiuntive dei Lander e degli enti previdenziali.Questi numeri confermano il premio che ha ricevuto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, insignito come miglior uomo dei conti 2025 da The Banker, la pubblicazione mensile di affari internazionali del Financial Times. «Essere il ministro delle Finanze in Italia», scriveva la rivista, «è un compito ingrato. I problemi economici che affliggono il Paese sono tanti: una crescita lenta, la bassa produttività, l’elevata evasione fiscale e uno dei più onerosi debiti pubblici al mondo», si leggeva su The Banker, che concludeva: «Queste sfide spiegano perché molti governi italiani hanno finito per nominare principalmente dei tecnici come ministri delle Finanze negli ultimi due decenni. Giorgetti, nominato nel 2022, rappresenta un’eccezione».Ma i dati positivi non solo soltanto quelli relativi alle finanze pubbliche. Nel secondo trimestre 2025, stima l’Istat, il numero di occupati si attesta a 24,169 milioni ovvero +226.000 occupati nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno, con un tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni al 62,6%. «Ci accusavano di voler spaccare l’Italia, ma la verità è che abbiamo scelto di credere nelle energie, nel talento e nella forza del Sud», ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni commentando i dati Istat. «Abbiamo avuto il coraggio», ha aggiunto, «di dire basta alla stagione dell’assistenzialismo che per troppo tempo ha alimentato l’idea di un Mezzogiorno condannato a restare indietro. Abbiamo investito in infrastrutture, lavoro, merito. Lavoriamo per mettere il Sud in condizione di competere ad armi pari e di dimostrare, finalmente, tutto il suo valore». E «oggi i dati dell’Istat certificano il numero di occupati nel Mezzogiorno più alto mai registrato dal 2004».I record non sono finiti. Pensiamo alla Borsa. Piazza Affari è a 42.500 punti. Tre anni fa di questo periodo eravamo in zona 21.500. La crescita è stata del 100% circa, nonostante guerre, dazi, regole Ue asfissianti e crescita della concorrenza cinese o asiatica. Restando sui mercati, non si può dimenticare che adesso lo spread tra i titoli di Stato decennali italiani e quelli tedeschi è intorno agli 80-85 punti quando, invece, a fine settembre 2022 - il giorno dopo le elezioni politiche - eravamo a quota 236. Lo spread, cioè la differenza sugli interessi che si devono pagare per vendere titoli di debito sul mercato, è addirittura quasi a pari con la Francia.Certo, non è festa in ogni ambito. I salari aumentano ma, dopo aver perso un 20% di potere d’acquisto causa inflazione galoppante, non si è ancora recuperata la capacita di spesa mangiata dal carovita. Anche il Pil, appena appena negativo nel secondo trimestre, a fine anno dovrebbe fermarsi a 0,6%. Bene, perché non c’è la recessione, ma non benissimo. Resta il fatto che i conti pubblici sono risanati, l’occupazione è da record, così come Piazza Affari. Risultati che fanno capire quanto erano bravi quelli di centrosinistra quando per anni e anni hanno gestito le casse pubbliche. Ma loro non fanno mai mea culpa. Anzi...Nel 2022, prima delle elezioni politiche, teorizzavano quasi il crac italiano. Non ci credete? «La destra al governo ci porterà alla bancarotta» (Enrico Letta, 25 agosto 2022). «O noi o la destra: con loro al governo conti in pericolo» (Romano Prodi, 25 agosto). «Abbiamo paura di quello che può succedere all’Italia. Io ho davvero paura. Sono preoccupato per il destino dell’economia italiana» (Carlo Cottarrelli, 2 settembre 2022). Complimenti per le previsioni azzeccate, vien da dire...