Squid Game, tra i fenomeni più virali che Netflix sia riuscito a confezionare, è destinato a finire venerdì 27 giugno, con il debutto sulla piattaforma del terzo e ultimo capitolo.
Tre stagioni, poi più nulla. Solo la promessa, vaga e mai confermata, di uno spin-off potrebbe tenere alto il morale di chi, in questi ultimi anni, ha perso il senno dietro Squid Game, la Corea, una violenza brutale, figlia dell'istinto di sopravvivenza e, dunque, potenzialmente intrinseca ad ogni essere umano. Squid Game, tra i fenomeni più virali che Netflix sia riuscito a confezionare, è destinato a finire venerdì 27 giugno, con il debutto sulla piattaforma del terzo e ultimo capitolo. Un capitolo che non lascia presagire alcuno sconvolgimento. La serie televisiva, la cui seconda stagione, nei primi tre giorni di messa in onda, ha totalizzato 68 milioni di visualizzazioni, verterà di nuovo attorno ad un gruppo di individui, che la disperazione spinge a rischiare la vita pur di riscattare se stesso o i propri cari. I protagonisti della serie coreana sono gli ultimi, gli emarginati, sono coloro che, nel corso della propria esistenza, hanno provato e fallito, rischiato oltre i limiti del buon senso, le ali bruciate come quelle di Icaro dal Sole dell'ambizione. Gli Squid Games, giochi sanguinari, in cui non si perde un montepremi ma la vita, sono l'ultima occasione rimasta loro: l'ultimo giro di giostra, dadi sulla roulette. Preferirebbero morire, questi ultimi, piuttosto che tornare a casa con le pive nel sacco, costretti a vivere la vita miserevole che - volenti o nolenti - si sono costruiti. Meglio la morte, dunque, che un altro fallimento.
Quanto meno fino a quando Gi-hun non decide di provare a porre fine ai Giochi.Gi-hun è colui che torna, il filo rosso destinato ad unire la prima, la seconda e la terza stagione dello show. Negli ultimi episodi, sarà ancora lui a primeggiare, questa volta per capire quanto la sua metamorfosi possa compiersi o quanto, invece, possa afflosciarsi su se stessa, più involuzione che evoluzione. Gi-hun aveva preso parte agli Squid Games per riscattare la sua vita debosciata, ripianare i debiti contratti con il gioco, vincere l'onta della disoccupazione. Poi, qualcosa è cambiato: un guizzo dell'anima, Gi-hun ha voluto ergersi ad agitatore delle masse, guida di una rivolta destinata a liberare ogni cittadino dal giogo di questi Giochi mortali. Ma niente, nella seconda stagione, è andato come avrebbe voluto l'uomo. Troppi morti, troppo sangue. Gi-hun ha finito per essere schiacciato dalla sua stessa forza distruttiva.
Ed è la terza stagione di Squid Game, oggi, a dover spiegare che fine possa fare tutto questo, le sommosse, Gi-hun, il dissenso. Gli sceneggiatori non hanno fornito alcun dettaglio su quanto accadrà. Solo, si sono limitati a dire che nulla andrà come sarebbe lecito aspettarsi. Squid Game, capitolo tre, riuscirà a sorprendere anche il più cinico degli spettatori, regalando allo show un finale imprevedibile.