2021-08-19
Il misterioso caso di quegli Stati che fanno più vaccini e hanno più contagi
I numeri di Taiwan, Vietnam e soprattutto Israele pongono interrogativi. Le percentuali di immunizzati e infetti coincidono.Sostegno al «niente mensa senza green pass». Agenti insieme in auto, divisi a pranzo.Lo speciale contiene due articoli.Due iniezioni non bastano a proteggerci dal Covid come conferma l'ultimo caso di ieri, un pediatra dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce risultato positivo nonostante la doppia dose di vaccino. Forse nemmeno tre sono sufficienti. I ricercatori che lavorano lontano dalle telecamere stanno mettendo insieme dati molto simili, in diversi Paesi, sull'incapacità di questi vaccini di bloccare, nemmeno di frenare l'infezione da Sars-Cov-2 e che per questo lasciano agire indisturbate le varianti di turno. La riduzione d'efficacia del farmaco rispetto ai casi di positività è di grande evidenza in Israele, uno degli Stati dove più popolazione ha ricevuto entrambe le dosi. Nella settimana fra il 25 e il 31 luglio, secondo i dati che compaiono sul sito governativo israeliano, la percentuale di casi Covid tra i vaccinati coincideva con la percentuale di persone che avevano completato il ciclo. Alcuni esempi: nella fascia 20-29 anni, vaccinati con due dosi al 72%, i casi di Covid tra gli «immunizzati» era del 74%; in quella 40-49 era rispettivamente 81% e 82%; tra gli ottantenni, vaccinati con entrambi le dosi al 92%, i casi registrati erano l'88%. Praticamente invariata la situazione durante la prima settimana di agosto (come si vede nella tabella), con percentuale di vaccinati tra i 20 e i 29 anni del 72,3% e il 72,8% di casi di Covid confermati; o tra i 70-79 anni (92,9% di completamente vaccinati e 90,4% di casi tra i vaccinati). Come è possibile che l'immunità creata dalla vaccinazione non solo non prevenga la trasmissione dell'infezione, ma addirittura consenta l'evoluzione di patogeni più virulenti? Secondo due studi, l'ultimo del novembre scorso pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Plos Biology, gli americani David A. Kennedy e Andrew F. Read del dipartimento di biologia dell'Università statale della Pennsylvania avevano messo in guardia sui «vaccini imperfetti». Da esperimenti su polli con il virus della malattia di Marek, un virus oncogeno altamente contagioso, che costò all'industria avicola globale più di 2 miliardi di dollari l'anno, i ricercatori notarono come «prevenendo la morte, la vaccinazione aveva notevolmente aumentato il periodo infettivo dei ceppi più virulenti, aumentando di diversi ordini di grandezza la quantità totale di virus diffuso nell'ambiente». La conclusione cui erano giunti è che «il venire meno della selezione naturale contro i ceppi iper patogeni rivelato dai nostri esperimenti, accade perché la vaccinazione migliora la sopravvivenza dell'ospite». Gli scienziati affermavano che «il mondo ha urgente bisogno di un vaccino contro il Covid-19» ma segnalavano che «prevedere quando e come si evolverà la resistenza fornirà informazioni importanti su ciò che deve essere monitorato negli studi di fase IV dopo il lancio del vaccino». Quello che sta accadendo in Israele, di nuovo «in corsa contro la pandemia», come ha dichiarato il ministro della Salute, Nitzan Horowitz, pone pesanti interrogativi sugli effetti della diminuzione dell'immunità da vaccino. Possibile che il moltiplicarsi dei casi di positività tra i vaccinati a ciclo completo sia solo colpa di una variante tanto contagiosa qual è la delta? Ci sono altri casi sui quali riflettere. Lo scorso maggio le Seychelles, che avevano vaccinato contro il coronavirus più popolazione rispetto ad ogni altro Paese, si ritrovarono ad affrontare un'ondata di casi positivi, passando dai 30 casi giornalieri del 3 aprile ai 1.012 del 13 maggio. Problema di scarsa protezione offerta dai vaccini cinesi, russi, ma anche da Covishield, l'Astrazeneca prodotto in India, utilizzati nell'arcipelago nell'Oceano Indiano, o quella contagiosità correva di pari passo con le vaccinazioni e il diffondersi di varianti? Due altri casi significativi. A Taiwan, dai primi di marzo non si erano superate le 1.800 vaccinazioni giornaliere fino a fine aprile, quando iniziarono a raddoppiare per diventare dieci volte tanto: passarono da 2.822 del 4 maggio a 19.274 il 19 di quello stesso mese. Nel medesimo periodo, i casi giornalieri di positività ebbero un'impennata: da 4 diventarono 543. Il 4 maggio c'erano in tutto 1.153 positivi, l'8 giugno in piena campagna vaccinale (30.264 dosi somministrate quel giorno) il numero dei positivi balzò a 15.149. Taiwan non aveva avuto quasi alcun morto di Covid-19, in un anno e mezzo, tra gennaio 2020 e maggio 2021, da maggio i decessi aumentarono toccando quota 821 il 17 agosto. Un ultimo sguardo, questa volta sul Vietnam. Un'esplosione di casi nel breve periodo, da 9.942 positivi il 30 giugno ai 175.521 del 17 agosto, con alle stesse date 112 morti saliti a 6.472. Nel frattempo si vaccinava, e molto: 164.378 vaccinazioni a fine giugno, 754.854 il 16 agosto. Il 23 marzo, quando furono vaccinati 2.459 vietnamiti, i casi di Covid erano 294 e 35 i morti.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/misterioso-caso-stati-vaccini-contagi-2654712493.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lex-inps-boeri-contro-il-sindacato-che-vuole-garantire-il-lavoro-a-tutti" data-post-id="2654712493" data-published-at="1629317012" data-use-pagination="False"> L’ex Inps Boeri contro il sindacato che vuole garantire il lavoro a tutti Ora Luciana Lamorgese ministro dell'Interno e Lorenzo Guerini ministro con le stellette anche se è del Pd dovranno inventarsi un nuovo reato nel codice militare: renitenza alla mensa. Peraltro Tito Boeri sostiene che i sindacati che contestano il salvacondotto vaccinale a mensa dovrebbero vergognarsi. È il partito panino e vaccino di Roberto Speranza che avanza. Anzi, avanzi, visto che chi non ha il green pass mangia gli scarti. Ma la protesta soprattutto tra i militari monta. Lo avevano annunciato e lo hanno fatto: i soldati aderenti a Itamil-Esrecito - il loro sindacato - hanno disertato le mense delle caserme e sono usciti a mangiare nei cortili per solidarietà con i loro colleghi che sprovvisti di carta verde non possono accedere al servizio di ristoro. Ci sono stati casi limite come quello di agenti delle volanti che smontando dal servizio per la pausa pranzo hanno dovuto dividersi: il capopattuglia in mensa, l'agente sotto il sole con il cestino «comparse»: due panini, uno yogurt e una bottiglietta d'acqua minerale da mangiare nel cortile della Questura di Gorizia. Poi di nuovo insieme sulla stessa Pantera a pattugliare le strade. Luciana Lamorgese che snocciola quasi fossero medaglie i risultati della dura repressione contro gli inadempienti al green pass - 700.000 sanzioni e ora la Polizia postale scandaglierà anche i social - e lacrima solidarietà per i migranti è mai stata su una motovedetta della Guardia costiera? A bordo si mangia tutti nello stesso quadrato. Uno di quei marinai che salva i clandestini però non ha la carta verde. Consuma a prua col mare in tempesta? Per lui solo pasti in umido, anzi bagnati? Sul green pass siamo oltre il ridicolo. A sfidarlo ci ha pensato Tito Boeri - non rimpianto presidente dell'Inps - che si concede di ammonire Cgil-Cisl-Uil dalle pagine de La Stampa. «Sono convinto che molti sindacalisti si sentano avviliti da questa scelta che rende il sindacato estraneo ai luoghi di lavoro». Ora verrebbe da chiedersi quante volte il professor Boeri abbia fatto otto ore di fila alla manovia di un calzaturificio ma continua : «I sindacati dicono che spetta al governo semmai fare una legge ma che le mense sono luoghi di lavoro e che sono previste dai contratti» ma per Boeri questo è una sorta di attentato alla salute di cui i sindacalisti si rendono responsabili pensando di difendere i lavoratori. Il professorino peraltro già in tweet disse che i contagi da Covid sui luoghi di lavoro sono come le morti bianche. La risposta di Cgil-Cisl-Uil è stata netta: «Boeri convinca il governo a fare una legge sul vaccino obbligatorio nei luoghi di lavoro, altrimenti quella del green pass è e resta una forzatura». E, tanto per capirci, il sindacato dei militari che annuncia che sarà rifiutato il «cestino alternativo alla mensa» scrive: «Per noi di Itamil Esercito lo spirito di Corpo resta un principio indissolubile che non può morire nei rapporti sociali tra i colleghi. Una grande comunità come quella dei militari eticamente non può accettare divisioni sociali nel suo interno». Dello stesso tono le dichiarazioni di tutti gli altri sindacati con le bacheche social degli agenti di polizia e dei carabinieri che sono piene di immagini da Gorizia a Milano, da Bologna a Napoli di forze dell'ordine che mangiano nei cortili, perle strade in solidarietà con i colleghi esclusi che mostrano tra l'indignato e il rassegnato il «cestino da viaggio». Da un sondaggio sindacale risulterebbe che circa il 12 % degli appartenenti alle forse dell'ordine non è ancora vaccinato. La Federazione sindacati di Polizia ha chiesto al ministro dell'Interno e a Lamberto Giannini (capo poliziotto) «l'immediato ritiro del provvedimento» anche perché i sindacati non tengono più la base. A Milano gridano «siamo poliziotti non animali», a Trieste aggiungono: «Bisogna trovare il modo di dare dignità anche a chi non ha aderito alla campagna vaccinale», a Monza il segretario provinciale del Fsp, Pasquale Griesi denuncia: «Il provvedimento della carta verde a mensa è ridicolo». La protesta riunisce tutte le sigle: Siulp, Siap, Fns Cisl e Sinaf. L'Usnia Carabinieri sottolinea: «Che senso ha separare i militari per il pasto se poi per ore lavorano fianco a fianco?». Il Cocer (militari) aggiunge: «Risulta evidente come il green pass, non è applicabile nel contesto militare, se non ignorando, per l'ennesima volta, il principio della specificità». Forse sarebbe meglio pensare ad una carta grigio-verde. Sempre che Boeri sia d'accordo!