2022-02-07
Clare Craig: «Minori morti dopo l’iniezione. Bisogna aprire un’indagine»
La patologa clinica britannica Clare Craig (iStock)
L’esperta britannica: «Più decessi tra i maschi che negli anni passati. E molti potrebbero non essere stati ancora registrati. Da verificare se il fenomeno riguardi anche gli adulti».Clare Craig, patologa clinica britannica, fa parte del gruppo Hart (Health advisory & recovery team): è un’associazione di specialisti e scienziati, uniti da comuni preoccupazioni sulle politiche anti Covid dominanti. E se sono preoccupati loro a Londra, nel Paese che sta gestendo la pandemia nel modo più liberale d’Europa, figuriamoci quanto dovremmo esserlo noi in Italia… Di recente, l’equipe ha diffuso un appello per chiedere alle autorità una «indagine urgente sui decessi tra i giovani di sesso maschile». Il sospetto, inquietante, è che possano avere a che fare con la campagna vaccinale.Dottoressa, nel Regno Unito vaccinate i minori fino a che età?«Il vaccino è raccomandato alla fascia 5-11 anni, se sono soggetti fragili o vivono a contatto con persone fragili. Ma di solito, si parte così e poi la raccomandazione viene estesa a tutti».Gli esperti hanno cambiato idea più volte, giusto?«Il Joint committee on vaccination and immunisation aveva detto che, per i bambini dai 12 ai 15 anni, il beneficio dell’inoculazione sarebbe stato troppo limitato al confronto con i potenziali danni, che non erano certi».Poi?«La decisione finale è stata assegnata ai quattro Chief medical officers di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord, i quali hanno raccomandato la vaccinazione basandosi su un modello secondo il quale le inoculazioni avrebbero ridotto le assenze da scuola. Peccato che nessuno avesse incluso nel modello le assenze da scuola provocate dagli effetti collaterali del vaccino…».Peraltro, il vaccino offre uno scudo piuttosto limitato contro le infezioni, no?«Esatto, ma nella testa dei politici, dei giornalisti e dell’opinione pubblica, non è così…».Voi del gruppo Hart sostenete che, durante i mesi della campagna vaccinale, ci sia stato circa un centinaio di decessi in più tra gli adolescenti e i bambini, rispetto agli anni precedenti. Che prove avete esaminato?«Non stiamo sostenendo che il vaccino abbia ucciso un mucchio di persone. Ma se anche ci fosse una piccola percentuale di vittime correlate all’iniezione, per rendercene conto, non dovremmo andare a cercarle, ad esempio, tra gli ottantenni, perché il fenomeno sarebbe nascosto dal fatto che molti di loro sarebbero morti comunque, in quel lasso di tempo».Dunque, c’è la possibilità che questi decessi, forse correlati alla vaccinazione, si siano verificati non solo tra i giovanissimi, ma anche tra adulti e anziani?«Se venisse dimostrato che il problema, nei giovani, è stato causato dal vaccino - e abbiamo chiesto un’indagine apposta - certamente la cosa solleverebbe interrogativi su ciò che può essere successo in altre categorie anagrafiche. È comunque importante sottolineare che i segnali che noi abbiamo individuato riguardano decessi registrati e certificati».Si spieghi.«Quando si muore di morte naturale, nel Regno Unito, il decesso viene registrato entro due settimane. Ma i giovani muoiono soprattutto per altre cause: suicidio, incidenti… Eventi per cui, come dovrebbe essere nel caso di un decesso nel quale il medico sospetta che la vaccinazione abbia avuto un ruolo, c’è bisogno di un’indagine. In tali circostanze, la morte può essere registrata anche diversi mesi dopo, al termine degli accertamenti».Quindi?«Il fatto che noi siamo stati in grado di rilevare il problema dell’eccesso di mortalità già a partire dai decessi qualificati come “morte naturale”, potrebbe significare che essi sono solo una piccola frazione di quelli totali».Ma se si trattava di morti per cause naturali …«Chi le ha registrate, potrebbe aver pensato erroneamente che le cause fossero naturali…».Ah.«Ecco perché chiediamo che sia apra urgentemente un’indagine specifica. Questi bambini, ovviamente, potrebbero anche essere morti per altri motivi. Qualunque sia la causa, merita di essere investigata. Anche perché ci sono più morti tra i maschi che tra le femmine».I maschi non sono quelli più esposti ai problemi cardiaci correlati alla vaccinazione?«Esatto».Scusi, però negli Stati Uniti hanno vaccinato milioni di bambini. Se ci fossero stati tanti «incidenti», sarebbe stato impossibile non accorgersene.«Attenzione: nel sistema Vaers ci sono 70 segnalazioni di bambini morti dopo il vaccino. Credo ci siano degli indizi ovunque, ma non abbiamo il sistema adeguato per reagire a queste problematiche».Come mai?«Le persone che sarebbero incaricate di prendere provvedimenti sono le stesse persone responsabili della vaccinazione dei bambini. È il problema che si presenta anche con i certificati di morte dei piccoli».Cioè?«Li compila lo stesso pediatra che li ha vaccinati…».Uno scienziato suo connazionale, Francois Balloux, su Twitter ha scritto che bisogna lasciare che i bambini sani siano esposti al coronavirus. Condivide?«Completamente. Questi ragazzi hanno bisogno di “allenare” il loro sistema immunitario. E ciò che sappiamo delle persone che sono vaccinate, ma non hanno avuto il Covid, è che il loro sistema immunitario risponde in modo diverso rispetto a quello di chi viene infettato. I bambini, potenzialmente, potrebbero dover avere a che fare con il Covid per tutta la vita: perciò, è importante che sviluppino una risposta immunitaria completa finché sono ancora giovani, quando corrono un rischio minimo».E se le dicessi che anche alcuni bambini sono morti di Covid?«Nel Regno Unito, abbiamo un organismo chiamato Picanet: si occupa di raccogliere i dati sulle terapie intensive pediatriche. Nei report, si indica quanti di loro sono morti, ma si ammette che è impossibile stabilire se quei bimbi sarebbero morti lo stesso, anche senza il Covid».Perché erano bambini fragili?«Non necessariamente. Le faccio un esempio: un bambino sano, che contrae la meningite, finisce in terapia intensiva e muore, può comunque infettarsi con il Covid in ospedale, oppure ricevere un test positivo mentre è ricoverato. Solo che, appunto, è morto di meningite».In Italia, ci stanno dicendo che le ospedalizzazioni pediatriche, anche in terapia intensiva, sono aumentate in modo preoccupante.«Parta sempre dal presupposto che, purtroppo, anche i bambini sani possono morire. Se una fetta consistente della popolazione, mettiamo il 6%, si infetta durante un’ondata, vedrà che anche il 6% dei ragazzini che sono ricoverati o sono morti per altri motivi risulterà positivo».E il long Covid?«Mio figlio l’ha avuto».Davvero?«Mi lasci però chiarire una cosa. La gente che ha avuto l’influenza può ugualmente soffrire di “long influenza”. Mentre, a chi ha contratto una polmonite, possono servire anche sei mesi per guarire del tutto. Il fatto che non abbiamo indagato il fenomeno e non gli abbiamo appiccicato un’etichetta specifica non significa che non abbiamo mai avuto in passato questo problema. E poi c’è un’altra questione».Quale?«Molti degli studi sul long Covid si basano su una definizione piuttosto debole di ciò che è il long Covid. E includono addirittura persone che credono di aver avuto il Covid, ma non hanno mai effettivamente ricevuto un test positivo».Alcuni scienziati «eterodossi» dicono che siccome il vaccino protegge dalle conseguenze gravi della malattia, ma non dal contagio, più che un vaccino nel senso proprio del termine, è una terapia preventiva. Vero o falso?«Molto vero. C’è stato un abuso della parola “vaccino”. Il punto è che se n’è abusato anche nel caso degli antinfluenzali, che a loro volta non impediscono la trasmissione dei virus».In Italia, per gli over 50, il vaccino è obbligatorio. Che ne pensa?«L’obbligo vaccinale è pericoloso».Addirittura?«Il principio in virtù del quale noi operiamo in medicina è quello del consenso informato; è ovvio che esso non possa essere compatibile con la coercizione. Nella Dichiarazione universale di bioetica e diritti umani, è stato chiarito che gli individui devono poter decidere di ciò che succede al loro corpo e che ciò che decidono non può essere ignorato, né per il bene della società né per il bene della scienza. Mi spaventa come la gente sia intrappolata in una bolla che si autoalimenta».Cosa intende?«Prenda i medici. Sono estremamente occupati e non riescono a stare al passo dell’enorme mole di ricerca scientifica che viene prodotta. Tuttavia, in pausa pranzo, aprono il sito della Bbc, leggono la sezione “Salute”, che racconta loro cosa sta accadendo con il Covid. E ci credono. Non hanno tempo di verificare, ci credono e basta».E dove sta il meccanismo di autoalimentazione?«I giornalisti che hanno scritto quelle notizie, a loro volta, hanno parlato con i dottori, dai quali hanno cercato di carpire informazioni. Ma questi dottori si limitano a confermarli nelle loro convinzioni. Così, il ciclo ricomincia. E i politici, che controllano la propaganda della paura, si spaventano e invocano ancora più propaganda, per assicurarsi che la gente sia terrorizzata come loro».Dalla scorsa settimana, in Italia serve il green pass persino per andare alle Poste. «Dovreste abolirlo. Alcuni amici mi hanno raccontato come vanno le cose nel vostro Paese, credo che la notizia non stia godendo di grande copertura mediatica a livello internazionale. Ma non si può avere una società a due livelli. Il green pass si fonda su una bugia. Ci si mette su un percorso molto pericoloso, quando si lascia che il governo goda di un tale controllo».
Jose Mourinho (Getty Images)