2025-05-24
Nasce povero, l’America lo fa ricco. Con il minestrone si campa 100 anni
Etruschi e romani ne erano ghiotti. Grazie alla spedizione di Cristoforo Colombo si arricchisce di fagioli, patate, pomodori e peperoni. In Sardegna è diventato l’elisir di lunga vita. Ma per Giorgio Gaber era... di sinistra.Mangia minestrone e campi cent’anni. Anni fa era la pubblicità della birra che garantiva questo risultato: «Bevi birra e campi cent’anni». Ma quella era solo pubblicità commerciale, ingannevole perché era basata più su principi economici che scientifici.La notizia che il minestrone è davvero una sorta di pozione di lunga vita, invece, poggia su basi accertate, razionali. Lo affermano tanti ricercatori, studiosi della longevità, ma a noi interessa, tra gli altri, quello che dice un giornalista e scrittore americano che ha girato il mondo in lungo e in largo per il National geographic per scoprire le zone del pianeta in cui uomini e donne vivono più a lungo grazie all’alimentazione. È Dan Buettner, 65 anni il prossimo 18 giugno, un’età ancora molto lontana dal traguardo dei cento, ma assai ben portata. Mister Buettner, giornalista e scrittore del Minnesota, è un longevity coach, un allenatore di lunga vita, uno che insegna alla gente come si fa a campare bene e più a lungo possibile. Magari guadagnandoci sopra, ma in modo corretto.In cosa consiste l’allenamento che propone? In cose risapute, ma mai abbastanza predicate: giusta alimentazione, attività fisica (lavoro compreso), stile di vita sano, calda rete di relazioni sociali. Ma il coach mette l’accento soprattutto sull’alimentazione e nel menu che allunga la vita ha scoperto che il minestrone, soprattutto quello sardo, è al primo posto della lista. Buettner assicura che il minestrone fa bene anche al sesso nella quarta e nella quinta età, dagli 80 anni in su. Nel suo girovagare per il pianeta, il longevity coach ha scoperto luoghi di lunga vita in Asia, a Okinawa in Giappone, in America Centrale, a Nicoya in Costa Rica, negli Usa a Loma Linda in California, in Europa a Icaria in Grecia e le ha chiamate blue zones piantandovi la bandiera blu dell’eccellenza anagrafica proprio come sulle spiagge più pulite si pianta la bandiera blu dell’eccellenza ambientale.In Italia Dan Buettner qualche anno fa ha scoperto la bandiera più blu del blu. Venuto a sapere, grazie al Guinness dei primati, che a Perdasdefogu in provincia di Nuoro, in Sardegna, c’era un’intera famiglia di centenari o prossimi al secolo segnalata sul libro dei record come la più anziana della storia, la famiglia dei nove fratelli Melis, partì subito per l’isola. Il talent scout dei centenari che, nel frattempo, era diventato anche imprenditore di una azienda chiamata Blue zones che vende cibi, prodotti, diete e programmi alimentari di lunga vita, non poté resistere al richiamo di quel luogo dove il tempo pareva essersi fermato.All’epoca del suo arrivo nel paese, il centenarian hunter scoprì che a Perdasdefogu non c’erano solo i Melis a raggiungere o superare il secolo - i nove fratelli contavano, tutti insieme, 851 anni - ma anche altri cittadini di quel Shangri-Là sardo erano al traguardo dei 100 o lo avevano superato. Il longevity coach ricorda nei minimi particolari l’incontro con i nove fratelli, la più anziana dei quali, Consola Melis, aveva 108 anni. Con loro soggiornò, cucinò, mangiò quello che ritenne l’elisir di esistenze così lunghe: il minestrone. Rivela lo scrittore in un video su Istagram: «I Melis mangiavano lo stesso pranzo ogni giorno: pane a lievitazione naturale, un bicchiere di Cannonau e un minestrone molto speciale, una zuppa a base di verdure dell’orto, fagioli e cereali sotto forma di pasta. La combinazione produce un delizioso pasto in un’unica ciotola, ricco di proteine e, soprattutto, un pot-pourri di fibre e di sano nutrimento per il patrimonio genetico».Il tipo di pasta cotta nel minestrone dei super centenari era con tutta probabilità la fregula, una semola di grano duro molto comune nella cucina sarda e in quella mediterranea in genere, vedi il cous-cous. Buettner in quel video detta anche la ricetta del minestrone di casa Melis i cui ingredienti vanno dai legumi agli ortaggi alle erbe più varie: ceci, fagioli bianchi e borlotti secchi, patate, brodo vegetale, cipolla, sedano, carote, aglio, alloro, origano, olio d’oliva, pepe rosso o nero, pomodori pelati, sale e, quando la stagione e l’orto lo consentono, zucchine, broccoli, cavoli, cavolfiori, fagiolini. Più verdure si cuociono nella pignatta, più gusti ci sono e più il salutare minestrone allunga la vita.Attenzione, però. Le verdure vanno messe nella pentola a pezzi, non frullate altrimenti, invece del minestrone, si ottiene un passato di verdura che non è la stessa cosa e non fa lo stesso effetto. Occhio anche ai minuti di cottura: fagioli, pomodori e zucchine non sono pronti in tempi uguali.La storia della tavola ci insegna che il minestrone nasce povero e contadino. La sua età è più che bimillenaria, segno che fa bene e allunga la vita anche a sé stesso. Ne troviamo traccia nella cucina plebea etrusca e in quella romana come pasto unico, completo, nutriente. Veniva cucinato in un pentolone con verdure selvatiche, erbe campestri, fave, lenticchie, cipolle, aglio, carote, asparagi, funghi insieme al più antico cereale coltivato, il farro. Lo stesso nome, minestrone, è latino. Ministrare significa servire a mensa. «Servi ministrant cenam», scrive Cicerone. E Tacito aggiunge: «Ministrare cibos». Passano i secoli e il minestrone diventa meno povero arricchendosi, nel Cinquecento, di ingredienti «americani»: patate, fagioli, pomodori, peperoni. Nel Seicento e nel Settecento i cuochi italiani imborghesiscono l’antica ricetta contadina rendendola sempre più simile a quella che apprezziamo oggi. Il minestrone diventa un caposaldo della tradizionale cucina italiana e viene esportato anche all’estero pur rimanendo il piatto simbolo della tavola italiana dei poveracci, partorito dalla civiltà contadina che si nutriva con quello che trovava negli orti, nei campi, nei boschi facendo di ogni verdura, ortaggio o erba un… minestrone.Ovunque vai, minestrone che trovi in Italia. Tutto il mondo riconosce che il piatto è tricolore anche se non è famoso come la pizza o la carbonara o il tiramisù. Praticamente ogni Regione ha il suo bel minestrone. Del sardo abbiamo detto perciò attraversiamo il Tirreno e sbarchiamo, in Liguria dove troviamo il minestrone genovese insaporito con il pesto che spande sulla zuppa l’aroma del basilico e dell’aglio. Granducale è la ribollita toscana che a Prato chiamano minestra di pane perché si utilizza pane raffermo, cavolo nero e fagioli. Riscaldata in padella uno o due o tre giorni, dopo diventa sempre più buona. Famoso è il minestrone alla milanese che vanta una storia secolare come piatto di tradizione contadina genuino e nutriente caratterizzato per l’aggiunta di riso e mangiato in ogni stagione dell’anno, caldo in autunno e inverno, freddo in estate.Francesco Cherubini nel suo Vocabolario milanese-italiano (1839) cita il menestrón definendolo «quella minestra in cui entrano in compagnia riso, fagioli, cavoli cappucci e spesso anche sedani, carote e altro». Al tempo del Cherubini, per avere un minestrone fatto come si deve, occorrevano almeno sette ore di cottura. Del minestrone alla milanese è prevista anche una versione «grassa», con cotenna e lardo di maiale. Pesto di lardo lo troviamo, invece, nel menestron grasso veneto. Napoli presenta un minestrone denso arricchito addirittura con cotenna di maiale e croste di formaggio. Pellegrino Artusi, patriarca dei moderni influencer (lo diventò con La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, più di un milione e mezzo di copie vendute dal 1891) dà la sua ricetta avvertendo «è a gusto mio» e mettendo in guardia «non è minestra per gli stomachi deboli».A dirci a quale schieramento politico appartiene il minestrone è il compianto Giorgio Gaber nella canzone Destra-sinistra: «Una bella minestrina è di destra il minestrone è sempre di sinistra». Vallo a dire a Elly Schlein, la segretaria del Pd che nel suo intervento alla Camera sul decreto legge denominato Rava lo ha tirato in ballo definendo il provvedimento del governo di destra «un minestrone populista». Mah… I confini quaggiù, caro Gaber, sono sempre più incerti.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)