2020-11-16
Le ingerenze dell'Azerbaijan mettono nel mirino addirittura i Comuni
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Sergio Mattarella con il presidente azero lham Aliyev, il 20 febbraio scorso (Ansa)
A Firenze il sindaco Dario Nardella avrebbe fatto ritirare una mozione sull'indipendenza del Nagorno Karaback dopo le pressioni dei diplomatici azeri. Mentre a Venezia l'ambasciata azera protesta contro un consigliere della lista del sindaco Luigi Brugnaro ricordando gli accordi economici con l'Italia. Interventi anche ad AsoloSolo nel 2019 l'interscambio tra Baku e Roma è stato di 3,6 miliardi di euro. In queste settimane si sta svolgendo il processo d'appello a carico dell'ex parlamentare Udc Luca Volontè, accusato di corruzione per aver favorito le politiche azere quando era all'Ocse: è stato assolto in primo grado dall'accusa di riciclaggio. Lo speciale contiene due articoliMinacce di ripercussioni economiche a chi protesta contro l'Azerbaijan per la guerra in Nagorno Karaback contro l'Armenia. Mail intimidatorie a consiglieri comunali che hanno presentato mozioni per l'indipendenza della repubblica di Artsakh. C'è persino chi sostiene di aver visto uomini armati e dei servizi segreti azeri arrivare in comune per scoraggiare i politici dalle proteste contro gli azeri. Sono questi solo alcuni degli ultimi fatti di cronaca collaterali al conflitto in Nagorno Karabakh. Nel totale silenzio del governo, infatti, da un paio di settimane diversi politici di amministrazioni comunali che si erano mosse per solidarietà nei confronti della regione martoriata dai bombardamenti, hanno ricevuto minacce da parte degli azeri. E' il caso del comune di Asolo, in provincia di Treviso. Il 29 ottobre scorso al sindaco Gianni Migliorini è arrivata una mail. L'oggetto era «l Karaback è l'Azerbaigian per sempre». Questo il corpo della mail, reso pubblico anche dalla Comunità Armena in Italia: "Buongiorno, la Repubblica dell'Italiana e la Repubblica dell'Azerbaigian hanno buoni rapporti. L'Italia riconosce l'integrità territoriale dell'Azerbaigian. Eppure la tua città di Asolo ha preso una decisione radicale sotto l'influenza della lobby armena per riconoscere l'indipendenza dell'Artsakh. Condanniamo questa decisione insensata e chiediamo al Tribunale della città di Asolo di abrogare tale decisione». La mail finisce così: «Attenderemo la tua risposta. Ricorda, non siamo lontani». La mail, registrata dall'ufficio protocollo del comune, è passata poi sotto la visione del sindaco Mauro Migliorini, che ha deciso di consegnare tutta la documentazione ai Carabinieri. Migliorini non si è fatto intimidire e ha continuato nella sua protesta contro i bombardamenti azeri. E' successo anche a Firenze, dove i diplomatici dell'Azerbaijan sono venuti a scoprire che in consiglio comunale si stava presentando una mozione a favore dell'indipendenza del Nagorno Karaback. Fonti armene riferiscono alla Verità che in pochi giorni in comune si sarebbero presentati diplomatici che hanno minacciato serie conseguenze economiche per l'Italia se il provvedimento avesse proseguito il suo iter in consiglio comunale. Così il sindaco Dario Nardella ha chiesto di togliere per il momento la mozione dagli ordini del giorno. I casi però si sono moltiplicati in tutta Italia. Anche a Massa Carrara stessa storia. «Sindaco e giunta chiedano al governo il riconoscimento della Repubblica dell'Artsakh e sollecitino il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a intervenire celermente come mediatore del conflitto in Armenia». Chiedeva con una mozione ad hoc il capogruppo del Pd Roberta Crudeli invitando l'amministrazione a prendere una presa di posizione netta su quanto stava accadendo in Armenia, nazione con cui Carrara ha da anni un rapporto speciale visto il suo storico gemellaggio con la capitale Erevan. Pronta la risposta degli azeri, arrivata a stretto giro di posta. «Noi, i membri della comunità azerbaigiana in Italia, abbiamo letto con grande preoccupazione e profondo rammarico le notizie dell'iscrizione neII'Ordine del giorno la questione "Riconoscimento della Repubblica delI'Artsakh da parte delle autorità italiane" presentata da Roberta Crudeli». E poi ancora: «Vi chiediamo gentilmente di essere vigili in relazione a questo argomento e di non cadere nella trappola della parte armena. Appoggiare le provocazioni deII'Armenia significherebbe toccare i sentimenti di più di 1 milione di rifugiati e profughi Azerbaigiani, privati dal diritto di ritornare alle loro case da 30 anni». Persino a Venezia, l'Azerbaijan è intervenuto sul sindaco Luigi Brugnaro, attaccando un consigliere comunale di maggioranza Enrico Gavagnin che aveva osato presentare una mozione dove impegnava «il Sindaco e la Giunta comunale ad avanzare la richiesta al Governo italiano per un fortissimo impegno politico e diplomatico, con un appello rivolto direttamente ai governi delle parti in conflitto per un cessate il fuoco, al fine di farli tornare ad un negoziato di pace all'interno del Gruppo di Minsk, valutando anche Venezia quale sede di operazioni diplomatiche tra le parti». Pronta la risposta dell'ambasciata azera. «L'Azerbaigian d il primo fornitore di petrolio all'ltalia e proprio grazie al gas azerbaigiano, che arriverà in ltalia con il Corridoio Meridionale del Gas, l'ltalia avrà un ruolo di hub energetico in Europa. ll nostro paese e il primo importatore di prodotti italiani nel Caucaso meridionale, e l'export italiano verso l'Azerbaigian è superiore al totale commercio bilaterale dell'ltalia con gli altri paesi della regione. La quota dell'Azerbaigain nel totale commercio dell'ltalia con i paesi del Caucaso meridionale è del 92o/o. C'è una presenza forte delle società italiane in Azerbaigian. Durante gli ultimi anni le commesse aggiudicate dalle aziende italiane nei progetti dell'Azerbaigian corrispondono ad oltre 10 miliardi di euro. lnoltre, siamo un ponte strategico per le società italiane per accedere ai mercati dell'Asia Centrale».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/minacce-e-intimidazioni-ecco-la-diplomazia-dellazerbaijan-in-italia-2648930669.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="i-rapporti-dellitalia-con-lazerbaijan-le-inchieste-della-procura-di-milano" data-post-id="2648930669" data-published-at="1605519224" data-use-pagination="False"> I rapporti dell'Italia con l'Azerbaijan. Le inchieste della procura di Milano E' un rapporto che dura da anni quello dell'Azerbaijan con l'Italia. Almeno dal 1992, da quando dopo il crollo dell'Unione Sovietica arrivò al potere la famiglia Aliyev puntando sulle estrazioni di petrolio e gas che rappresentato l'80% del bilancio statale. Proprio grazie alle ingenti ricchezze, in questi anni si è parlato di Caviar diplomacy, la secolare diplomazia del caviale, dove un ruolo di primo piano lo ha sempre svolto la fondazione Heydar (in onore del padre del presidente Ilham nonchè ex funzionario del Kgb) diretta da Mehriban Aliyeva, moglie del presidente: la donna è stata nominata vicepresidente dell'Azerbaijan dal 2017. Da anni secondo l'associazione Trasparency International il livello di corruzione dell'Azerbaijan è altissimo. Ma questo non ha frenato i nostri rapporti diplomatici. Nel febbraio scorso Aliyev è stato accolto dal presidente della repubblica Sergio Mattarella per consolidare i rapporti bilaterali. Si calcola che li scambi tra Italia e Azerbaigian nei primi nove mesi del 2019 hanno raggiunto la quota di 3,6 miliardi di interscambio. Negli ultimi anni anche la procura di Milano si è interessata alle inchieste che in Europa hanno coinvolto la diplomazia azera. Al centro c'è il ruolo di Danske Bank. E i 200 miliardi di euro sospetti transitati tra il 2007 e il 2015 dalla filiale estone del principale istituto di credito danese che porterebbero ai tre miliardi di dollari provenienti dall'Azerbaijan. La procura di Milano aveva inviato una rogatoria internazionale alle autorità danesi per capire chi si nasconde dietro i conti aperti nella filiale di Tallin della Danske Bank da quattro società di comodo costituite in Gran Bretagna. È un'indagine che si affianca a quella che ha portato al rinvio a giudizio per corruzione dell'ex deputato dell'Udc Luca Volontè. E' accusato dai pm milanesi di aver ricevuto 2.390.000 euro provenienti da fondi pubblici o privati dell'Azerbaijan attraverso società e conti bancari offshore. I soldi sarebbero arrivati proprio attraverso Danske Bank quando Volontè faceva parte dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Avrebbe favorito in quegli anni politiche di sostegno all'ex repubblica sovietica. Volontè è stato assolto in primo grado dall'accusa di riciclaggio e proprio in questi giorni si sta tenendo il processo d'appello nel tribunale di Milano. La prossima udienza è prevista per il 30 novembre.