2024-02-10
Miliardi e misteri degli Agnelli. Finalmente aperta un’inchiesta
John Elkann (Getty images)
Da 15 anni c’è molto più che un sospetto su ingenti capitali all’estero, ma nessuno sembrava voler far luce su una frode ai danni dell’Italia. Ora John Elkann è indagato e forse si diraderà la nebbia. Anche sul suo blitz sul Colle.Sono trascorsi 15 anni da quando, nel bel mezzo dell’estate, esplose il caso dell’evasione fiscale di casa Agnelli. Il giornale che allora dirigevo, unico fra tutti quelli editi in Italia, pubblicò la notizia a tutta pagina. Infatti, non accade tutti i giorni che il più importante imprenditore del Paese venga accusato di avere un tesoro in nero all’estero e per di più costituito da svariati miliardi. Giovanni Agnelli era morto già da sei anni, ma la sua eredità non era stata ancora sepolta, perché dal 2007 la figlia, unica discendente diretta dopo il suicidio del fratello Edoardo, chiedeva di ottenere un rendiconto del patrimonio di famiglia, non fidandosi della pletora di consulenti che circondavano la madre. Proprio l’insistenza di Margherita nel voler vedere i conti, alla fine fece emergere la possibile esistenza di capitali nascosti all’estero, all’insaputa del Fisco e, ovviamente, della legittima erede.È da allora, dalla metà di agosto del 2009, che io aspetto un’inchiesta della magistratura che ci spieghi, oltre a come stanno le cose, dove sono questi soldi, chi ne ha avuto e ne ha accesso, e come è stato costituito il tesoro. Infatti, se non accade tutti i giorni che si scopra l’esistenza di un cospicuo patrimonio nascosto in caveau stranieri e sottratto evidentemente ai piccoli azionisti e alla stessa azienda, non può accadere mai che di fronte a un’evidente notizia di reato nessuno faccia niente e tutti chiudano gli occhi. In questo Paese esiste l’obbligatorietà dell’azione penale e se i fatti denunciati in questi anni da Margherita Agnelli sono veri o anche solo hanno una parvenza di essere tali, si va oltre la lite familiare, oltre la saga di una dinastia industriale lacerata da conflitti per i soldi. Qui non siamo alla divisione di un’eredità con annessa lite, perché se fossero confermate le accuse della figlia dell’Avvocato, saremmo di fronte alla spoliazione di risorse che avrebbe dovuto sostenere l’azienda in un momento difficile, oltre che aiutare il bilancio dello Stato tramite il pagamento delle tasse. Intendo dire che la faccenda degli Agnelli non è una faccenda privata, tra eredi avidi che non si accontentano di ciò che è stato lasciato loro dallo scomparso. C’è molto di più e la questione non è soltanto da affidare alla storia, per scrivere poi una Dinasty di parenti coltelli, con la figlia che denuncia la madre e di una madre che trascina in tribunale i figli. E stupisce che in 15 anni la magistratura non abbia voluto guardare da vicino che cosa accadde dentro le mura di quella che fino a ieri era indicata come una specie di istituzione italiana, che faceva dire a Giovanni Agnelli che quanto andava bene per la Fiat, andava bene per l’Italia.Sarà, ma adesso che le cose vanno meno bene, per l’Italia non certo per la famiglia Agnelli, noi vorremmo capire e la sola che può aiutarci a comprendere è la magistratura. In questo Paese si aprono inchieste per qualsiasi cosa e si rischia di finire sul banco degli imputati per aver dimenticato di pagare una multa. Come è dunque possibile che da anni si trascini una battaglia legale privata senza che le molte ricadute pubbliche siano mai state chiarite, non dico da un giudice, ma nemmeno da un usciere del tribunale? Giovedì la Procura ha bussato alla porta di alcuni professionisti e a quella del presidente di Stellantis, John Elkann, comunicando l’iscrizione nel registro degli indagati, una mossa mai accaduta prima. Ovviamente, ricevere un avviso di garanzia non significa essere colpevoli, ma solo che un’inchiesta è stata aperta e si procede con accertamenti. Bene, finalmente sapremo cosa c’è di vero in un’eredità di veleni, ma soprattutto di soldi. Tanti soldi. Di cui ci auguriamo si capisca la provenienza. Una trasparenza che è mancata negli ultimi quindici anni, come se le accuse e controaccuse ai vertici di quello che era il più grande gruppo privato del Paese fossero anch’esse faccende private.Ma a proposito di trasparenza, giorni fa John Elkann è sceso fino a Roma per incontrare il presidente della Repubblica. Un appuntamento a sorpresa dopo le polemiche della settimana scorsa sui sussidi che il gruppo Stellantis sollecita per non chiudere le fabbriche in Italia. Ancor più inatteso perché avvenuto mentre il presidente del Consiglio, competente in fatto di aiuti pubblici, era all’estero in missione. Di solito, quando il capo dello Stato incontra qualcuno al Quirinale, l’ufficio stampa del Palazzo si incarica di comunicare il tema del colloquio. Invece, su quanto si sono detti Mattarella e Elkann non è trapelato nulla. Siccome il destino di ciò che resta della Fiat ci riguarda, o meglio riguarda il Paese, e ci tocca anche il modo in cui vengono spesi i soldi pubblici, visto che il viaggio nella Capitale immagino non sia stato una scampagnata, c’è qualcuno che vuole illuminarci e farci sapere che cosa l’uno ha chiesto all’altro? Grazie.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.