2023-10-20
Ragazzo fermato per ore per uno scambio di persona. Ma il sindaco non si scusa
Palazzo Marino si vanta dell’accoglienza degli stranieri mentre ignora il giovane italiano che soffre ancora di attacchi di panico.Mentre la Milano di Beppe Sala si ritaglia la palma d’oro per numero di reati, con un aumento di arresti soprattutto tra i cittadini stranieri (sono il 60%), tra i faldoni del Tribunale emerge una vicenda surreale che ha coinvolto un ragazzo italiano nel 2018. È una storia che a distanza di più di cinque anni porta ancora strascichi, perché il giovane, allora ventiduenne, fu vittima di uno scambio di persona e venne tenuto per più di nove ore in stato di fermo dagli agenti della polizia locale senza un avvocato, senza acqua e senza che i famigliari venissero avvisati. Ora soffre ancora di attacchi di panico e ansia. Prende farmaci. Gli è stato diagnosticato un forte stress post traumatico ed evita di uscire da solo per paura di essere nuovamente fermato. Bisogna tornare indietro al 12 marzo 2018. Sono le 18. F.M. sta passeggiando quando viene fermato dalla polizia locale di fronte alla caserma in via Caracciolo per un controllo documenti. Era uscito senza portafoglio e cellulare. Si trova a 100 metri da casa, tanto che chiede agli agenti di accompagnarlo a prenderli. Non accettano. Passano pochi minuti e una signora con due cani che gli passa di fianco inizia a insultarlo: «Delinquente, bastardo te la faccio pagare». Gli agenti lo difendono, ma solo dopo si scoprirà che la donna era in realtà un agente della polizia locale. Nel frattempo, arrivano altre due pattuglie. Chiedono al ragazzo di seguirle presso l’ufficio centrale arresti e fermi della polizia locale. In realtà non glielo spiegano, si capirà solo dopo. Il giovane ha anche indicato agli agenti i numeri di telefono dei suoi famigliari per risolvere la situazione. Ma non c’è nulla da fare. Così, un ragazzo di appena 22 anni, incensurato, viene portato in via Custodi. F.M. chiede spiegazioni, ma non c’è nulla da fare. Viene rinchiuso in una cella di sicurezza per due ore. Chiede acqua, ma non gliela portano. È spaventato, tanto da sentirsi male. Un’ambulanza lo porta al pronto soccorso. Gli viene diagnosticata una tachicardia che gli sta provocando disidratazione. A questo punto i famigliari vengono contattati. Sono le 21.30. E F.M. è ormai da tre ore in balia della polizia locale. La famiglia porta i documenti alla centrale, ma solo alle 3 di notte passate gli agenti redigono un verbale dove si legge che avrebbe fornito generalità non attendibili. Lui decide di non firmarlo. In realtà, in quanto indagato avrebbe avuto diritto a un avvocato. A fare chiarezza sarà il pm Sara Cipolla, nella richiesta di archiviazione dove F.M. veniva accusato (ingiustamente) di molestie sessuali, quando sottolineerà la totale discrasia tra la «descrizione fisica dell’uomo e l’indagato». In pratica, questa assurda storia è nata per la segnalazione di una ragazza di 16 anni, amica di una vigilessa (quella con i cani), che sette mesi prima del fermo aveva sporto denuncia al nucleo tutela donne e minori della polizia locale, di cui è diretto responsabile il comandante della polizia locale Marco Ciacci, per una presunta molestia sessuale. La Procura di Milano, dopo averla ascoltata, aveva chiesto alla polizia locale di cercare un soggetto di circa 40 anni. Nonostante fosse chiaro che F.M. non corrispondesse alla descrizione, era stato fermato e scambiato per un’altra persona. L’avvocato di F.M., Paolo Di Fresco, aveva anche scritto al tribunale, segnalando come «la vicenda» fosse stata «segnata da gravi e inspiegabili approssimazioni, che attengono in primo luogo all’operato della polizia locale». Del resto, scrivono i legali, «la polizia locale, purtroppo, ha ignorato qualsiasi protocollo investigativo e, sulla base di segnalazioni maturate nell’ambito di rapporti personali (tra la persona offesa e l’agente della locale), si è limitata a individuare un capro espiatorio a cui contestare, senza fondamento, ipotesi di reato prive di qualsiasi aggancio con la realtà dei fatti». La famiglia di F.M. ha scritto al capo della polizia locale e al sindaco, per cercare un incontro. Non è mai stato concesso. La vicenda avvenne nella primavera del 2018, quando Sala era ancora sotto indagine per Expo, mentre Ciacci era arrivato da appena un anno al comando della polizia locale.
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.