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Milano Fashion Week, il bilancio del 2024

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Milano Fashion Week, il bilancio del 2024
N°21 (Getty Images)
  • Secondo appuntamento milanese: 153 eventi, 53 sfilate, 65 presentazioni. Il settore regge nonostante la flessione dei mercati internazionali.
  • I Vip nei parterre: da Jannik Sinner a Anna dello Russo, da Bianca Balti a Linda Evangelista.
  • Armani presenta la collaborazione con 10 Corso Como.

Lo speciale contiene tre articoli.



Nonostante la moda stia attraversando un periodo difficile il suo percorso delle presentazioni iniziato a New York, passato da Londra, ora a Milano per concludersi la settimana prossima a Parigi, non conosce soste. 153 gli appuntamenti sotto la Madonnina: 56 sfilate fisiche e 6 digitali, 65 presentazioni, 4 su appuntamento e 23 eventi. Questi i numeri della Fashion Week milanese (dal 25 febbraio al 3 marzo) dove verranno scritte le nuove tendenze del womenswear per la prossima stagione fredda. In passerella tutti i grandi nomi della Moda italiana: Giorgio Armani, Prada, Dolce & Gabbana, Fendi, Versace, Etro, Alberta Ferretti, Max Mara, Tod's, Moschino e tanti altri. «La Milano Fashion Week di febbraio testimonia la volontà dell’industria della moda di rispondere alla complessità del momento che il settore sta affrontando» , spiega Carlo Capasa, presidente Camera Nazionale della Moda Italiana, «La creatività, la pragmaticità e la duttilità, che da sempre caratterizzano il Made in Italy, sono gli strumenti attraverso cui affrontare un momento così sfidante. Sono necessarie, oggi più che mai, concrete azioni di sistema che riuniscano tutti gli attori e gli operatori nella duplice direzione di innovare, secondo lo spirito del tempo, e di rafforzare la nostra filiera unica al mondo». Il Fashion Economic Trends di Camera Moda ha presentato l'ultimo rapporto di previsione della Commissione Europea che ha annunciato il ritorno a un contesto macroeconmico meno teso, pur con una crescita modesta. Secondo la Commissione Europea la frenata dei consumi iniziata nell’Unione a metà 2023 si va allentando parallelamente alla discesa dell’inflazione. Grazie alla graduale ripresa del potere d’acquisto dei salari, il permanere di un mercato del lavoro forte e la riduzione dei tassi d’interesse, i consumi sono destinati a crescere ulteriormente. Gli Usa chiuderanno il 2024 in crescita, con i consumi privati (+2.7% al netto dell’inflazione) che fanno da traino al Pil. Al contrario, l’economia giapponese resta debole fino alla fine del 2024 e all’inizio del 2025 a causa della debolezza della domanda interna. Il principale punto di domanda, a fine 2024 e inizio 2025, resta la Cina. Il lento incremento dei salari e la crisi immobiliare in corso continuano a frenare la crescita. Le recenti misure politiche, tra cui il pacchetto di sostegni monetari e fiscali, hanno migliorato il clima del mercato, ma il loro impatto rimane incerto per dimensione e tempi. In questo scenario macroeconomico la moda italiana a fine 2024 ha deluso le attese di stabilizzazione, registrando invece un netto calo del fatturato, vicino al -6%, per la prosecuzione della riduzione delle vendite nei settori core e il minore impatto positivo della crescita nei settori collegati. La debolezza della domanda contrasta con il buon andamento dei dati di occupazione e reddito per l’insieme dell’economia italiana e riflette non solo una certa stanchezza dei consumi dopo due anni di crescita accelerata di spesa e dei prezzi, ma anche comportamenti di spesa più cauti di protezione da rischi futuri. Ma il nostro Made in Italy non conosce soste: stare fermi e attendere tempi migliori, che si vedono all'orizzonte, sembra la strategia più efficace.

Armani e 10 Corso Como

Giorgio Armani e 10 Corso Como

Giorgio Armani e 10 Corso Como rinnovano la loro collaborazione presentando una collezione di calzature donna. L’anteprima ha avuto luogo durante la fashion week milanese con un evento presso 10 Corso Como, all’interno di un pop up dedicato e visitabile fino alla fine di marzo. Lo stesso allestimento sarà replicato nella boutique Giorgio Armani in Galleria Vittorio Emanuele II. La collezione sarà successivamente disponibile nelle boutique Giorgio Armani e in selezionati flagship store in Europa, Giappone, Cina e, negli Stati Uniti, anche presso Neiman Marcus e da Tiziana Fausti a Bergamo. Specchio di una filosofia del vestire unica e inconfondibile, in accordo con la visione contemporanea del concept store espressa da Tiziana Fausti, questa terza collaborazione con 10 Corso Como nasce dal desiderio di lavorare su purezza e semplicità come sinonimo di stile senza tempo, e sulla morbida eleganza come valore. L’intera collezione è incentrata sulle scarpe basse, comode ed eleganti protagoniste della silhouette armaniana, declinate in ballerine, sabot, mocassini e slipper.

I Vip alla Milano Fashion Week

Jannick Sinner e Tony Effe da Gucci, Naomi in passerella e Chiara Ferragni in prima fila da Dsquared2, Sharon Stone e Aron Piper da Antonio Marras, Anna Foglietta e influencer del calibro di Poppy Delevigne da Alberta Ferretti, Katia Follesa e Carolina Kostner da Luisa Beccaria, Emma Marrone e Miriam Leone da Diesel, Anna dello Russo da N°21. E poi Bianca Balti da Brunello Cucinelli dove ha parlato di San Remo: "Ho ricevuto mille complimenti da tutti per la mia partecipazione al Festival, sono contenta perchè mi sono molto divertita. Dopo due mesi di casa ci voleva proprio". La settimana della moda milanese si è aperta all'insegna dei nomi eclatanti, e siamo solo all'inizio. D'altronde moda, oltre a essere fatturati e voce del pil nazionale, è anche lustrini e paillettes, per fortuna. Senza sogno non si va da nessuna parte. Martino Midali, per trasmettere la sua creatività, si è affidato a donne diverse ma unite dallo stesso spirito, capaci di rompere gli schemi, di ispirare e di esprimere la propria unicità anche attraverso la moda. Hanno sfilato per lui l'imprenditrice digitale Alice Agnelli, la prima donna presidente di una squadra maschile di calcio Roberta Donati, la psicologa Ilaria Albano, la giornalista Natascha Lusenti, l'architetto Elisabetta Negri Da Oleggio, l'artista Elena Salmistraro, la grey model Valeria Sechi, l'imprenditrice Loredana Vanini. Volti, per una mattina, prestati alla moda. Protagonista da Alabama Muse è il romanticismo bohemien di ragazze che vedono nella pelliccia un simbolo di seduttività nel rispetto degli animali: tutte le pellicce sono in morbido pelo che simula il manto animale. La collezione Girls trae ispirazione dal lavoro di Alice Gentilucci come stylist negli anni ‘90, in particolare dai suoi servizi come fashion editor per Vogue Italia durante l’era di Franca Sozzani. Franca, che è stata una guida e una mentore per Alice, le ha dato l’opportunità di esprimersi liberamente, lavorando con i fotografi più talentuosi e importanti del periodo. Tra questi, si distingue la fotografa internazionale Ellen Von Unwerth, il cui incontro con Alice ha segnato un momento cruciale della sua carriera, dando vita ad una femminilità iconica. Oltre a essere state collaboratrici, Ellen e Alice sono diventate amiche, condividendo non solo il lavoro ma anche momenti di vita. Insieme hanno creato alcuni degli editoriali più celebri, come quello con Linda Evangelista e Christy Turlington, ispirato alle gemelle Kessler. Questa presentazione è un omaggio alle donne, a una giornata ideale di relax e divertimento tra amiche, come nel servizio di Vogue Italia del 1994, “Toute Petite”, ritratto da Ellen Von Unwerth con Lorane, Brandy e Kiara ad Harlem e con lo styling di Alice Gentilucci

Non Sparate sul Pianista | Riccardo Muti: «Riportiamo le spoglie di Cherubini a Firenze»

Il grande direttore d'orchestra rilancia l'appello alla politica affinché trovi una via diplomatica per convincere la Francia a far tornare nella sua città natale il compositore fiorentino, che ora riposa al cimitero di Père-Lachaise. Il sogno? Dirigere il Requiem del genio toscano nella Basilica di Santa Croce, dove è già pronto il suo cenotafio.

De Benedetti insulta Elkann guardandosi allo specchio: «Rompe tutto ciò che tocca»
Carlo De Benedetti (Ansa)
L’Ingegnere accusa John Elkann di scappare per paura dei giudici e di essere statunitense. Ma pure lui è cittadino svizzero. Ed è arcinoto il legame tra le sue testate e le toghe.

Carlo De Benedetti da Dogliani è come l’aceto. Più invecchia e più è acido. Però l’Ingegnere ormai ha 91 anni, ha una gran memoria (selettiva) e può dire quello che vuole. La vendita di Stampa e Repubblica a dei greci «amici della Meloni» (si sarà confuso con i Colonnelli) lo ha letteralmente scatenato e quindi ha inveito contro John Elkann, sostenendo che «scappa dall’Italia perché ha problemi con la giustizia» e che la fortuna di Rcs Mediagroup e del Corriere della Sera è che il nipote prediletto di Giovanni Agnelli «ha fallito la scalata» (non c’è mai stata, comandavano senza).

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L’Italia va a lavorare contro Landini
Maurizio Landini (Ansa)
  • Il segretario della Cgil urla al regime e sostiene di parlare a nome del Paese reale. Ma non aderiscono allo sciopero generale neppure gli iscritti al sindacato: hanno capito che combatte una battaglia personale. Stavolta in pericolo c’è la sua poltrona.
  • Landini straparla di regime e agita lo sciopero infinito: «Fanno bene ad avere paura, non ci fermeremo». E dopo i silenzi sui tagli Stellantis, va contro Elkann per «Rep».

Lo speciale contiene due articoli.

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Dopo l’auto, Elkann smonta pure la Juve? Ma la sinistra urla solo per «Repubblica»
John Elkann (Getty Images)
I quotidiani progressisti servivano solo a coprire la ritirata dall’Italia. E visto il silenzio del Pd e di Landini mentre l’industria dell’auto moriva, l’operazione è riuscita. Poi si chiedono perché gli operai non li votino più.

John Elkann sta smantellando pezzo dopo pezzo quello che era il più grande impero industriale privato del Paese, portando le produzioni automobilistiche all’estero. Mentre a Pomigliano d’Arco si sospende la produzione della Panda e della Tonale, Stellantis - questo il nome assunto dopo la fusione con Peugeot e di cui l’erede di casa Agnelli è presidente - produce veicoli a marchi Fiat in Marocco, Serbia, Algeria, Polonia, per non parlare delle Jeep negli Usa. Ieri sera ha pure ricevuto un’offerta miliardaria per la Juve. Tuttavia, di fronte a questa fuga dall’Italia, la sinistra pare indifferente. Né il Pd né la Cgil hanno fatto un plissé leggendo il racconto dell’operaio che ha dovuto trasferirsi da Pomigliano a Kragujevac, 140 km da Belgrado ovvero 1.600 km da casa, per non finire in cassa integrazione. Eppure, sono un centinaio i dipendenti che hanno scelto di accettare l’offerta dell’azienda pur di poter contare su uno stipendio pieno. E zero commenti si sono registrati a sinistra quando la stessa Stellantis ha inviato una lettera ai fornitori italiani invitandoli a traslocare le loro aziende in Marocco, dove il gruppo ha avviato una fiorente attività producendo, tra le altre, la Topolino.

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