2024-09-17
Per salvare la faccia a Emiliano, la Regione ora revoca i contratti alla ditta del fratello
Sono quattro gli appalti dati all’azienda di mobili di famiglia per un totale di 78.000 euro. Stracciato l’incarico nella biblioteca.Un poker di appalti pubblici assegnati nel 2024 alla Emiliano arredamenti, ditta dei fratelli del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, mette in imbarazzo l’ex magistrato. Niente di illegale, ovviamente, ma dal punto di vista dell’opportunità politica le commesse affidate all’azienda dei fratelli fanno discutere e scatenano polemiche, tanto più che uno di questi appalti è stato annullato proprio all’esplodere del dibattito politico. A rivelare che gli appalti sono quattro è la Gazzetta del Mezzogiorno: «Nel corso del 2024», si legge sul quotidiano, «la Emiliano Arredamenti dei fratelli del governatore pugliese ha ricevuto in totale quattro affidamenti diretti da enti pubblici, compresi i due (di cui uno revocato) da parte del Consiglio regionale della Puglia. Il dato emerge dalla Banca dati nazionale dell’Anac, dove sono registrati tutti gli appalti. L’importo totale (78.000 euro, Iva compresa) è tutto sommato modesto, ma segnala che da quest’anno l’azienda di Capurso, iscrivendosi al Mepa, il centro acquisti della Pubblica amministrazione - sta tentato di entrare nel mercato delle forniture pubbliche».La Emiliano arredamenti ha sede a Capurso, in provincia di Bari, è stata fondata nel 1969 ed è di proprietà di Alessandro e Simonetta Emiliano, fratello e sorella di Michele, che ne detengono il 26% ciascuno; il marito di Simonetta ha il 24%, così come il cugino, Antonello Lattarulo. Alessandro Emiliano partecipa attivamente alla vita politica pugliese e spesso interviene alle iniziative della lista «Con». Gli appalti di cui si parla sono uno da 41.000 euro, del maggio scorso, e riguarda una fornitura di mobili per il Consiglio regionale della Puglia; il secondo, di agosto, del valore di 30.000 euro, è relativo alla fornitura degli scaffali per la biblioteca, ma è stato revocato dopo le prime polemiche; un terzo appalto del valore di 4.500 euro è stato assegnato alla Emiliano arredamenti dall’Istituto professionale Mediterraneo di Pulsano, e riguarda le attrezzature per il laboratorio di cucina; infine, l’Azienda di servizi alla persona Latorre e Rossini di Brindisi ha acquistato un lavello al costo di 600 euro.Per quel che riguarda il primo appalto, la procedura seguita è stata quella classica: il Consiglio regionale ha individuato sulla piattaforma online Mepa, dove sono iscritti i potenziali fornitori della Pubblica amministrazione, tre ditte alle quali è stato chiesto un preventivo per i mobili. Due di queste non hanno risposto, la Emiliano arredamenti ha inviato un preventivo ed è stato perfezionato l’acquisto. Per quel che riguarda l’appalto degli scaffali della biblioteca, quella da 30.000 euro, la procedura non è chiara, perché è stata annullata e ora il Consiglio regionale sta cercando fornitori alternativi. Tutto legale, dicevamo, ma proprio per questo appare curiosa la solenne arrabbiatura di Michele Emiliano, che ha criticato sia chi ha gestito la procedura sia gli stessi parenti: «La società», ha spiegato il presidente della Puglia, «è stata invitata, in modo inopportuno, dal Consiglio regionale, e in maniera inopportuna l’azienda ha risposto alla richiesta di fornitura. Credo che dal punto di vista formale sia tutto regolare», ha aggiunto Emiliano, «ma se la potevano risparmiare sia gli uni che gli altri. Mettere in difficoltà il presidente è una cosa che si doveva evitare, sono dispiaciuto ma non è successo nulla di drammatico».Intanto, l’opposizione di centrodestra va all’attacco. Il gruppo regionale di Fratelli d’Italia ha diffuso una nota durissima: «A pensar male», recita il documento, «due appalti in tre mesi per la stessa categoria merceologica e dalla stessa stazione appaltante sembrano un frazionamento per raggirare la norma che prevede di poter affidare gli appalti sotto soglia. Insomma, come se fosse stato fatto apposta per non dare nell’occhio. Fermo restando che in questo caso», aggiungono i consiglieri regionali meloniani, «siamo davanti anche a un’altra anomalia: secondo quanto prescrive il codice degli appalti e dell’Anticorruzione, gli affidamenti devono rispettare il criterio della rotazione delle aziende chiamate a presentare preventivi. Emiliano srl deve essere una vera trottola per come ruota».Sparge sale sulle ferite il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto: «L’impudenza di Michele Emiliano», sottolinea Sisto, «ha toccato il fondo. Confidare, o meglio pretendere che qualcuno possa credere che lui non fosse a conoscenza dell’aggiudicazione ai fratelli della fornitura di arredi, avvenuta sotto il suo naso, significa chiedere ai pugliesi di credere alla fata turchina. È l’ennesimo corpo a corpo di Emiliano contro il buonsenso e la logica. Un atteggiamento irrispettoso e politicamente volgare», aggiunge Sisto, «già sperimentato in altre e ancor meno edificanti vicende, che evidentemente traccia il contorno di una modalità incredibilmente disinvolta nel condurre il proprio mandato. Ma mentire, per lo spregiudicato governatore delle Puglie conviene: tanto non gli succede mai niente».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)