2024-11-07
Mentre Wall street brinda, l’Ue suda freddo
La vittoria repubblicana fa balzare gli indici statunitensi. Impennata dei titoli di Truth, il social di Trump, e della Tesla di Musk. Tutt’altra aria in Europa: i dazi e il possibile ritorno dell’inflazione spaventano le Borse, che chiudono in rosso. Spread in lieve salita.Al suono della campanella di Wall Street si sono alzati i calici per la vittoria di Donald Trump: gli investitori hanno subito festeggiato un risultato chiaro, che evita ritardi, polemiche e battaglie legali, molto temuti alla vigilia. Il Dow Jones ha avviato la seduta con un +3,03%, l’S&P 500 salendo del 2% e registra un nuovo record, il Nasdaq con un +1,88%. Il dollaro si è rafforzato, salendo ai massimi degli ultimi cinque mesi. Il titolo di Trump Media & Technology Group, cui fa capo il social Truth, è schizzato di oltre il 24%, in gran spolvero (con un +13,6% in apertura di seduta) anche il titolo di Tesla, la casa automobilistica di Elon Musk, grande supporter e finanziatore del nuovo presidente degli Stati Uniti che lo ha ringraziato ed esaltato per ben quattro minuti nel suo discorso post risultati. In luce le banche, viste le promesse di deregolamentazione del neo presidente: a metà seduta Jp Morgan guadagnava oltre il 9%, Citigroup quasi l’8%, Wells Fargo oltre il 13%, Bank of America il 7% e Goldman Sachs più del 12%. In rialzo anche il rendimento del titolo del Tesoro a dieci anni, salito di circa il 4,45%; gli investitori credono che i tagli alle tasse proposti da Trump e altri piani di spesa faranno aumentare il deficit fiscale e che un’eventuale guerra commerciale contro Cina e Unione europea possa far di nuovo crescere l’inflazione. Gli occhi del mercato restano però puntati sulle mosse della Federal Reserve che oggi annuncerà, secondo le previsioni, un taglio dei tassi dello 0,25 per cento. Le misure del programma trumpiano - tariffe all’import su molti beni, riduzione delle tasse, nuovo giro di vite sull’immigrazione e deregulation su oil&gas - dovrebbero spingere l’inflazione e la crescita economica degli Usa nei prossimi due anni e la banca centrale americana potrebbe mettere in stand by il taglio dei tassi (dopo quello scontato di oggi e un altro previsto a dicembre). Si guarda anche all’impatto sulle strategie delle altre banche centrali. Gli economisti di Goldman Sachs ritengono che i vertici di Francoforte potrebbe operare un taglio aggiuntivo dei tassi di interesse portando il tasso sui depositi al livello terminale dell’1,75% il prossimo luglio per far fronte alle ricadute della politica economica di una seconda amministrazione Trump. Gli analisti prevedono anche un ulteriore taglio di un quarto di punto da parte della Banca Nazionale Svizzera e della Riksbank. Le previsioni restano invariate per la Banca d’Inghilterra e la Norges Bank. «La nostra analisi - recita la nota ai clienti - indica una riduzione dello 0,5% del Pil reale nell’area euro, variando dallo 0,6% in Germania allo 0,3% in Italia, con un impatto moderato dello 0,4% nel Regno Unito. Gli effetti inflazionistici in Europa derivanti dall’agenda politica di Trump saranno probabilmente contenuti, poiché partiamo dal presupposto che le economie europee risponderanno a dazi statunitensi limitati e che la debolezza della domanda limiterà eventuali pressioni inflazionistiche».Intanto, però, le Borse europee hanno chiuso tutte in negativo. A Milano il FtseMib ha ceduto l’1,54%, a Parigi il Cac40 ha perso lo 0,51%, Francoforte ha segnato un -1,09%, Madrid un -2,93% e Londra lo 0,07%. Lo spread tra Btp e Bund si è attestato a 133 punti, dai 125 della vigilia. Il rendimento dei titoli di Stato decennali si è attestato al 3,7 per cento. Chiusura in forte rialzo per il dollaro, con il maggior rialzo giornaliero dal marzo 2020.In campagna elettorale il neo-presidente ha proposto una politica tariffaria ancora più aggressiva rispetto a quella messa in atto nel suo primo mandato, con dazi fissi del 10% o 20% su tutte le merci provenienti dal resto del mondo, eccezion fatta per il 60% da imporre alla Cina. Il tycoon ha persino minacciato dazi del 100% sulle importazioni dai Paesi che stanno riducendo l’uso del dollaro. Per Trump, il deficit nell’interscambio tra le due sponde dell’Atlantico, che l’anno scorso ha superato i 150 miliardi di euro è sempre stato motivo di scontro con i Ventisette, Germania in testa, accusati di non comprare abbastanza Made in Usa. Gli analisti di JP Morgan fanno inoltre notare che se la vittoria di Trump si traducesse in un congelamento dei progetti eolici offshore, potrebbero esserci implicazioni negative per il comparto delle utility.In Piazza Affari, guardando all’azionario, gli analisti si attendono possibili penalizzazioni per le società più esposte ai dazi, come Stellantis, o per i titoli del lusso che esportano al di là dell’Atlantico. Con un possibile minore impegno di Washington a livello internazionale e nella Nato, diversi operatori si aspettano invece che l’Europa debba aumentare ulteriormente il proprio focus sul rafforzamento della difesa e questo dovrebbe favorire le aziende del comparto. Il titolo Leonardo, non a caso, ieri ha chiuso la seduta sul listino milanese mettendo a segno un balzo del 3,46%. Brillano anche Tenaris, che guadagna il 6,76%, e Diasorin, a +5,57%: entrambe le società producono direttamente negli Stati Uniti.
Jose Mourinho (Getty Images)