2024-09-16
Mentre il Pd celebra le manette a Salvini i dem inglesi copiano il modello Albania
Keir Starmer e Giorgia Meloni (Ansa)
Il premier Keir Starmer in visita da Giorgia Meloni punta a studiare e riprodurre gli accordi chiusi dall’Italia con Edi Rama. Londra però non deve confrontarsi con una magistratura che straborda e smonta ogni scelta politica. La sinistra nostrana: «Il capo della Lega è eversivo». Oggi arriva Keir Starmer. Il nuovo premier inglese è atteso a Palazzo Chigi per un vertice con Giorgia Meloni. Secondo il quotidiano britannico The Telegraph, al centro dell’incontro ci sarebbe la politica per contenere gli sbarchi di clandestini, compreso l’accordo per aprire due centri di prima accoglienza in Albania. Starmer vorrebbe prendere esempio dall’Italia. Non so cosa si diranno il presidente del Consiglio e il suo omologo londinese, ma se dovessi dare un suggerimento a Starmer lo inviterei, prima di tornare a casa, a farsi un giro a Palermo, per capire che da noi il freno all’immigrazione non voluta è ancor più difficile che in altre parti del mondo, Gran Bretagna compresa. In Italia, infatti, esiste il fattore magistratura, vero scoglio di un’efficace politica di contrasto ai flussi migratori illegali. Non ci fossero i pm a smontare i decreti e a rimettere in libertà i clandestini che hanno commesso dei reati, tutto sarebbe più facile e i risultati sarebbero ancora migliori di quelli che, a quanto pare, Starmer apprezza.L’inquilino di Downing Street, che da poco ha sostituito Rishi Sunak, arriva in Italia a due giorni dalla richiesta di sei anni di carcere avanzata dalla Procura di Palermo contro Matteo Salvini, reo di aver tardato, da ministro dell’Interno, lo sbarco di 147 extracomunitari raccolti in mare dalla nave di una Ong. Chissà che cosa penserà Starmer della giustizia in Italia. Certo, né a lui né a qualcuno prima di lui è capitato di essere messo sul banco degli imputati, con tanto di richiesta di condanna, per aver preso una decisione politica. Boris Johnson, che pure è stato un premier un po’ sopra le righe e ha violato anche alcune norme da lui imposte durante la pandemia, non è stato rinviato a giudizio davanti a un tribunale, ma i soli a decidere il destino politico del leader Tory sono stati gli elettori. Come accade in qualsiasi parte del mondo civile, la magistratura applica le leggi, non le usa o le interpreta a piacimento. E se il governo decide di dare uno stop all’immigrazione non può esistere una magistratura che si intromette, rendendo inefficaci leggi e disposizioni.Invece da noi succede di tutto, anche di vedere un giudice a una manifestazione di protesta contro una misura disposta dalle autorità di governo, con le forze di polizia schierate a difesa della legge. Capita che un ministro ordini delle misure e un procuratore le annulli, giungendo fino a incriminare il politico che nel pieno dei propri poteri ha attuato i provvedimenti che ha promesso agli elettori e per i quali è stato eletto.Del resto, abbiamo visto che c’è sempre un cavillo che può essere usato per rendere inutile una decisione. Il governo blocca le navi delle organizzazioni che forzano gli ordini impartiti e la magistratura le sblocca. L’esecutivo vara un decreto per ostacolare le Ong che vanno a pesca di migranti nel Mediterraneo e le procure lo affondano.Rischia di finire così anche il piano per «esportare» i clandestini sulle coste albanesi. Uno dei giudici della sezione specializzata in immigrazione del Tribunale di Roma, agli Stati generali delle Ong dell’accoglienza, ha già criticato il protocollo con Tirana, sostenendo che è in conflitto con le norme europee. Che la maggioranza dei Paesi Ue abbia invitato Bruxelles a seguire l’esempio italiano, a quanto pare non sembra aver convinto la magistratura, che si prepara a smontare pezzo per pezzo anche la via albanese. Del resto, il trasferimento a Gjader, dove ha sede l’hotspot per migranti, prevede che entro 48 ore un giudice convalidi da Roma la detenzione amministrativa ed entro 28 giorni si dovrà decidere se il richiedente asilo ha il diritto di ottenere la protezione umanitaria oppure no e in tal caso dovrà essere rimpatriato. Come è evidente, tutto dipende da una decisione della magistratura e visto che a decidere sono giudici che ritengono il trasferimento di là dall’Adriatico una specie di respingimento collettivo, come è già successo nel caso dei migranti provenienti dalla Slovenia si potrebbe bloccare tutto.Insomma, il rischio che anche l’operazione concordata con Edi Rama venga stoppata dai tribunali è più che concreto. Perciò, oltre a suggerire a Starmer una visita a Palermo, dove tra pochi giorni si deciderà il destino di Matteo Salvini, credo sia anche opportuno un viaggio di Giorgia Meloni a Londra. So che la legislazione inglese è diversa da quella italiana, ma qualche spunto per una seria riforma della giustizia e della magistratura forse potrebbe essere utile anche da noi. Perché credo che più della separazione delle carriere, da noi sia indispensabile la separazione tra potere esecutivo e potere giudiziario, mentre mi pare che da tempo il secondo abbia preso il sopravvento sul primo.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
Continua a leggereRiduci