2023-10-03
Guerra aperta tra giudici e governo Meloni: «Basita da questa sentenza»
Giorgia Meloni (Imagoeconomica)
Il premier accusa sui social: «Un pezzo di Italia aiuta gli arrivi illegali». La Lega annuncia un’interrogazione sull’imparzialità della toga di Catania. L’Anm però fa scudo e nel Csm parte una raccolta firme a suo sostegno.La giudice del tribunale di Catania, Iolanda Apostolico, che nei giorni scorsi non ha convalidato il trattenimento di quattro tunisini nel centro di Pozzallo, è al centro di un nuovo aspro conflitto tra governo e magistratura. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ieri mattina ha pubblicato sui social un post estremamente severo: «Siamo di fronte», scrive la Meloni, «a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all’instabilità di vaste aree dell’Africa e del Medio Oriente. Il governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l’immigrazione illegale di massa. Lo facciamo con serietà a ogni livello e con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto a essere accolto. Un lavoro difficile, certo, ma che può portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile», aggiunge la Meloni, «se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell’accoglienza». Il premier non usa giri di parole: «Sono rimasta basita», argomenta la Meloni, «di fronte alla sentenza del giudice di Catania, che con motivazioni incredibili («le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d’oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività») rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un governo democraticamente eletto. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l’ultima. Ma continueremo», conclude la Meloni, «a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura». La vicenda si carica di significati che vanno oltre il classico scontro tra centrodestra e magistratura: il giudice Apostolico, infatti, secondo quanto riferito dal Giornale, in passato ha manifestato su Facebook (il suo profilo ora è sparito) le sue convinzioni politiche e in materia di immigrazione, condividendo, tra l’altro, una petizione nel 2018 che chiedeva una «mozione di sfiducia» nei confronti di Matteo Salvini e intitolando «moderna deportazione» un album fotografico da lei stessa realizzato nel maggio 2011 sull’arrivo a Catania del traghetto «Flaminia» con 1.300 migranti a bordo, che sbarcarono a Lampedusa e vennero poi distribuiti nei centri di accoglienza. Insorge la Lega: «Le notizie», attacca Matteo Salvini, «sull’orientamento politico del giudice sono gravi ma non sorprendenti. La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento. I tribunali non possono essere trasformati in sedi della sinistra». A questo proposito, il Carroccio annuncia un’interrogazione parlamentare: «La Lega al Senato», spiega la senatrice Erika Stefani, «presenterà un’interrogazione al ministro della Giustizia per approfondire la vicenda. Alla luce delle informazioni lette sui giornali, che riferiscono di petizioni da parte del magistrato contro Salvini ministro dell’Interno e campagne pro Ong», aggiunge la Stefani, «non vorremmo sia stata fatta una scelta ideologica. Nella nostra Repubblica è lecito avere opinioni politiche e poterle esprimere, ma questo non può succedere in un tribunale, dove i giudici devono rispondere soltanto alla legge». Identica la linea del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che chiede un’ispezione. Il giudice affida all’Ansa un suo stringato commento: «Non voglio entrare nella polemica», dice la Apostolico, «né nel merito della vicenda. Il mio provvedimento è impugnabile con ricorso per Cassazione, non devo stare a difenderlo. Non rientra nei miei compiti. E poi non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale». Immancabile la difesa del giudice di Catania da parte del presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, che contrattacca criticando il post della Meloni: «Esprimersi in questi termini», dice Santalucia all’Adnkronos, «crea confusione nella pubblica opinione, una confusione pericolosa, si rappresenta la giurisdizione come se non facesse il bene del Paese e remasse contro gli sforzi che il governo sta facendo per contrastare l’immigrazione illegale: è una rappresentazione fuorviante, falsa che fa male alle istituzioni prima ancora che ai magistrati». Santalucia difende la Apostolico, e la vicenda assume così contorni mistici. «Noi decidiamo secondo scienza e coscienza, e secondo la legge», sottolinea una collega di ufficio della Apostolico, la giudice di Catania Marisa Acagnino, esponente di Magistratura democratica, «la collega ha disapplicato il provvedimento, tra l’altro, perché questo tipo di trattenimento si può fare in frontiera e in questo caso i migranti erano sbarcati a Lampedusa, poi erano transitati a Palermo e infine erano stati portati a Pozzallo, poi c’era il problema legato alla normativa europea e infine mancava il provvedimento della commissione apposita sulla manifesta infondatezza o inammissibilità della domanda di asilo. L’elenco dei Paesi sicuri», aggiunge la Acagino, «è un elenco ministeriale che non vincola il giudice». In serata, è partita anche una raccolta firme per l’apertura di una pratica a tutela del giudice di Catania al Csm, con l’adesione della maggioranza dei togati (immediata la partecipazione di Area, Unicost, Magistratura democratica e degli indipendenti).
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)