Profitti in salita del 20% e +9% per i ricavi. L’ad: «Sulla carta c’è spazio per aggregare, ma è difficile mettere in piedi sinergie».
Profitti in salita del 20% e +9% per i ricavi. L’ad: «Sulla carta c’è spazio per aggregare, ma è difficile mettere in piedi sinergie».In Italia c’è spazio per un consolidamento bancario «perché il numero di banche è ancora elevato», «ma le valutazioni sono più alte ed è difficile mettere in piedi sinergie». Lo ha sottolineato ieri l’ad di Mediobanca, Alberto Nagel, durante la presentazione dei conti e rispondendo a una domanda su un eventuale risiko dopo l’Opa ostile lanciata dal Bbva sul Banco Sabadell in Spagna. «Sulla carta c’è la possibilità», ha spiegato Nagel, «nei business come la banca commerciale la scala è importante. Se si guardano in concreto le situazioni ci sono degli elementi positivi e negativi. Tra quelli positivi il fatto che le banche sono in forma migliore, in negativo è che prima c’era un badwill, una differenza tra patrimonio e prezzo pagato». Elementi sistemici «fanno quindi ritenere ragionevoli le operazioni di concentrazione, ma dal punto di vista numerico questo potrebbe essere meno vero», ha aggiunto l’ad dell’istituto di Piazzetta Cuccia. Che nel frattempo procede a passo svelto sugli obiettivi del piano che vede il wealth management come obiettivo primario. Il gruppo ha archiviato i primi mesi dell’anno con un utile netto in crescita a circa 950 milioni (+20% anno su anno) e un aumento dei ricavi del 9% (anno su anno) a 2,6 miliardi, sostenuti dal margine di interesse (+15%), commissioni stabili a 660 milioni e insurance in rialzo del 18% a 342 milioni. Forte ripresa degli ingressi di nuovi clienti e bankers dopo il rebranding di CheBanca! in Mediobanca Premier, avvenuto il 15 gennaio: nel trimestre sono entrati oltre 1.600 nuovi clienti di fascia alta (con patrimoni superiori a 500.000 euro) e 42 risorse commerciali.In occasione dei conti, il cda ha anche deliberato per la prima volta la distribuzione di un acconto di dividendo, pari a 0,51 euro per azione, per un controvalore complessivo di 421 milioni. Lo stacco cedola è fissato per il 20 maggio e il pagamento per il 22 dello stesso mese. Con l’acconto di dividendo e il buyback di 200 milioni (17 milioni di azioni acquistate e da cancellare entro giugno), la remunerazione degli azionisti di Mediobanca corrisponde a un totale di oltre 600 milioni. L’acconto vale il 70% dell’utile netto del primo semestre e il saldo sarà il 70% del risultato del secondo semestre. Ieri Nagel ha anche risposto a una domanda sulle Generali (di cui l’istituto possiede il 13%) e sui rapporti con gli azionisti Delfin e Caltagirone nel gruppo triestino. «Il cda Generali lavora bene, mi pare che tutti gli azionisti e i consiglieri contribuiscano nel modo migliore perché la società continui a fare risultati di tutto interesse e più che in linea rispetto al piano».Il mercato, intanto, approva i conti: in Piazza Affari ieri il titolo ha messo a segno un rialzo del 2,4% a 14,4 euro.
Roberto Cingolani, ad e direttore generale di Leonardo (Imagoeconomica)
Nasce una società con Edge Group: l’ambizione è diventare un polo centrale dell’area.
2025-11-20
Dimmi La Verità | Flaminia Camilletti: «Garofani dovrebbe dimettersi dopo lo scandalo del Quirinale»
Ecco #DimmiLaVerità del 20 novembre 2025. Con la nostra Flaminia Camilletti riflettiamo sul fatto che Francesco Saverio Garofani dovrebbe dimettersi dopo lo scandalo del Quirinale.
Il caso Garofani non si sgonfia, anzi esplode. Belpietro ricostruisce come la notizia sia stata verificata e confermata dallo stesso consigliere del Quirinale, mentre parte della stampa tenta di minimizzare e attaccare chi l’ha pubblicata. Padellaro, da sinistra, lo riconosce: è una notizia vera e grave. E allora la domanda resta una: com’è possibile che un uomo così vicino al Colle parli apertamente di scossoni politici e listoni anti-Meloni?
La sede olandese di Nexperia (Getty Images)
Il governo olandese, che aveva espropriato Nexperia, deve a fare una brusca marcia indietro. La mossa ha sollevato Bruxelles visto che l’automotive era in panne a causa dello stop alla consegna dei semiconduttori imposto come reazione da Pechino.






